VETERINARIA

VETERINARIA

Viene definita veterinaria l'esercizio della medicina in favore degli animali. L'aggettivo "veterinario" viene fatto derivare dal tardo latino "veterinarius" che ha origine a sua volta da "veterinus", che si riferisce a bestie adatte solo alla soma. Secondo un'altra etimologia, meno accettata, deriva dal celtico "vee", bestiame; "teeren", essere malato e "arts", medico.


Esercitata fin da tempi antichissimi, specialmente applicata ai cavalli presso i greci, studiata da Ippocrate, Columella, applicata nel medioevo in particolare dai maniscalchi, la veterinaria inizia come vera e propria disciplina a Lione, alla fine del '700, per iniziativa dello scudiero Claude Bourgelat, mentre in Inghilterra nel 1791 viene fondato il London Veterinary College.


A distanza di pochi anni a Brescia (dove ancora nel 1764 nella statistica della città non si fa cenno a veterinari e la cura degli animali era affidata agli "empirici") nasce un'analoga scuola. Nel 1797 infatti, rifacendosi alle scuole di veterinaria nelle quali si resero celebri Bourgelat, Vitet e altri, e alle opere "insigni" di Vitq d'Azir, Poulet, ecc., il Comitato di pubblica istruzione sottoponeva al Governo provvisorio il piano di una scuola di veterinaria che prevedeva un professore e due assistenti, «ospitati in un comodo albergo in buona e salubre situazione con acqua corrente, con stalle per cavalli, buoi, pecore che debbono servire di spedale per le bestie ammalate che vi verranno condotte; in più una fucina con maniscalco e suoi aiutanti», un luogo conveniente per le incisioni anatomiche, e un gabinetto fornito di scheletri, e d'altre parti disseccate, e di tavole, onde gli allievi possano apprendere la struttura delle bestie. Non solo, ma le stalle di veterinaria dovevano essere «tanti spedali che serviranno di scuola pratica»". La scuola doveva essere «provveduta d'una semplice speziaria corrispondente al suo bisogno, quando bene non fosse meglio servirsi della speziaria dello Spedal nazionale, mediante pagamento». Venivano inoltre fissati compiti per il veterinario e gli assistenti.


In nome del Sovrano Popolo Bresciano il Governo provvisorio istituiva la Scuola e ad essa venivano assegnati i beni dell'Averolda di Ospitaletto di proprietà, con rendita di 4000 scudi, dell'Abbazia dei SS. Gervasio e Protasio della Badia e tre capitali dell'ex convento di S. Alessandro.


Veterinaria fu anche insegnata, assieme a ostetricia, nei corsi speciali tenuti nel 1849 presso l'ospedale di Brescia, in luogo di quelli ordinari dell'Università di Pavia, chiusa per motivi politici. Scomparsa la Scuola di veterinaria, il problema dell'assistenza sanitaria al bestiame venne ripreso solo a distanza di decenni. Infatti nel 1868 in vista «dell'importanza economica del bestiame» in provincia di Brescia, la sua quantità e qualità, la necessità che l'arte veterinaria aiuti maggiormente tale allevamento, il Consiglio provinciale il 7 settembre 1868 deliberava una somma di £. 1500 per quattro anni «onde sovvenire tre pensioni nella Scuola Superiore di Milano a studenti di veterinaria» e, nella discussione dell'argomento, l'ing. Luigi Abeni gettò il germe «di una regolare istituzione di condotte mandamentali e consorziali in provincia di Brescia». La mozione dell'Abeni, votata all'unanimità del Consiglio Provinciale il 9 settembre, portò alla costituzione di una commissione formata dall'Abeni stesso, dal dott. Lodovico Balardini e da Gabriele Rosa, per attuare la proposta. Nelle tornate consiliari del 30 giugno e 6, 7 settembre 1869 il Consiglio provinciale approvava il regolamento formulato dalla Commissione che istituiva, inoltre, dieci compartimenti o condotte veterinarie, le quali, dopo che furono nominati i rispettivi titolari, incominciarono a funzionare con scadenza triennale, il primo gennaio 1870.


Raccogliendo i rapporti sull'igiene, la qualità, il movimento del bestiame e ogni altro movimento statistico ai quali erano obbligati i veterinari, Gabriele Rosa presentava, sia nel 1871 che nel 1872, dotte, nutrite ed elaborate relazioni nelle quali, come si legge nella relazione della Deputazione provinciale del 1873, «al di là di qualche difficoltà nelle vecchie abitudini, in alcuni vieti pregiudizi, cui doveva sradicare, in interessi cui si doveva opporre un progressivo miglioramento», emergevano gli sforzi compiuti dai veterinari nel combattere le principali malattie epizootiche assieme alla «necessità in generale di migliorare le stalle, mancanti, massime luoghi montani, della necessaria luce ed aria, indubbi elementi di sanità, onde sradicare in ciò un vecchio pregiudizio nei mandriani e nei pastori, e notava finalmente i migliori suggeriti metodi per medicare i pascoli». E inoltre veniva riconosciuto in generale l'appoggio dei Comuni per cui veniva sancita l'istituzione delle Condotte.


Del resto la struttura veniva talmente apprezzata che il 12 giugno 1871 lo stesso Ministero dell'Agricoltura, con sua circolare n. 167, la proponeva come esempio alle altre province, per cui il regolamento bresciano venne richiesto dalle province di Como, Bergamo, Belluno, Catania, Cagliari, Terra d'Otranto e altre ancora. In vista di ciò i 68 Comuni del Bresciano, interpellati su tali provvedimenti, ammisero l'utilità delle condotte, pur suggerendo, parecchi di essi, modifiche. Nel 1880 ancora il Provinciale non poteva non rilevare i «grandissimi servigi prestati dalle Condotte alla società», rilevando come, nonostante «si fossero manifestati morbi pericolosissimi e per natura diffusibili», l'economia pastorale e l'agricoltura «non hanno mai dovuto deplorare quei danni che avevano per il passato funestato il Bresciano». Il prezioso servizio che i veterinari compirono emerse soprattutto nelle epidemie bovine, che si presentarono tra la fine dell'800 e i primi decenni del '900, specialmente di afta epizootica, di brucellosi, di tubercolosi bovina e ovicaprina, di peste suina, ecc., che trovarono rimedi sempre più efficaci sia nei sieri che nelle vaccinazioni.


A questi rimedi diede nel I dopoguerra uno straordinario contributo la Stazione sperimentale per malattie infettive del bestiame (v.), proposta nel 1919, realizzata nel 1921 e funzionante nel 1923, avente per scopo lo studio e la lotta contro le malattie, la preparazione di mezzi profilattici, che si trasforma poi nel 1937 in Istituto Zooprofilattico Sperimentale (v.), e numerose altre iniziative. Alla veterinaria fu poi da supporto efficace la Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche, promossa su proposta del dott. Angelo Pecorelli e costituita nel 1955 dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Province Lombarde, con l'adesione del Legato G. Pastori, della Banca Credito Agrario Bresciano e della Banca S. Paolo di Brescia, avente per scopo la difesa sanitaria degli allevamenti e lo sviluppo del patrimonio zootecnico, con particolare riferimento ai problemi tecnico-scientifici. A sussidio dell'attività veterinaria l'Istituto Zooprofilattico pubblicò dal 1960 "La selezione veterinaria. Mensile di aggiornamento per il veterinario pratico". Un nuovo decisivo passo venne compiuto il 15 gennaio 1996 con l'apertura, nella sede dell'Istituto Zooprofilattico, con quindici iscritti, della Scuola di specializzazione in igiene e tecnologia del latte e derivati, per il diploma universitario post-laurea, il primo in Italia.


A coordinamento dell'attività veterinaria venne creata la figura del Veterinario provinciale, che finì col passare alle dipendenze della Prefettura. Come funzionario della stessa aveva il suo ufficio nel suo ambito. Preparava i documenti e la corrispondenza da sottoporre alla firma del Prefetto, poteva contare su una consulenza giuridica di alto livello, disponeva di un ufficio stampa, ragioneria, ufficio copia e di un archivio efficiente. Faceva parte del Consiglio di amministrazione dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia e per gli aspetti tecnici rispondeva al Servizio Veterinario Centrale presso il Ministero degli Interni, nell'ambito di una Direzione generale dei servizi veterinari. Con l'istituzione del Ministero della Sanità, il Veterinario provinciale divenne un rappresentante periferico del Ministro, con la qualifica di funzionario delegato.


Godendo di una certa libertà di azione, fu possibile, nonostante la carenza di mezzi e personale, avviare il risanamento in Valle Camonica. Alla fine degli anni Sessanta il piano di risanamento fu esteso all'intera provincia di Brescia con i fondi della legge 615/64 e iniziarono le campagne annuali di vaccinazione antiaftosa degli allevamenti bovini, attraverso la Commissione provinciale per la bonifica del bestiame, mentre nel 1966 veniva creato un consorzio tra Amministrazione Provinciale e Camera di Commercio (Enti finanziatori), Unione agricoltori, Coltivatori diretti e APA, per gestire il Centro provinciale di risanamento, dotato di mezzi e personale proprio.


Nel 1972, con il passaggio dei Veterinari provinciali alle Regioni, si verificarono rallentamenti e disfunzioni, in particolare nel caso di situazioni urgenti e critiche che tendevano ad arenarsi nel contenzioso tra Regioni e Stato. L'Ufficio ne risentì e perse gradatamente il suo dinamismo. L'istituzione delle USSL sancì il passaggio delle competenze dai Veterinari provinciali ai Veterinari responsabili delle USSL stesse. L'Amministrazione provinciale e gli altri enti locali persero le loro competenze in materia sanitaria. Dal 1982 al 1986 l'ufficio sopravvisse come Servizio provinciale di coordinamento, che dal 1984 al 1986 fu retto da un funzionario della Regione coadiuvato da un veterinario regionale. Dopo di che l'organizzazione veterinaria fu retta dai Responsabili dei Servizi veterinari delle USSL ora ASL, che nel tempo sono variati anche in ragione dei mutamenti dei confini delle strutture sanitarie. Oggi la provincia di Brescia è sede dell'ASL di Brescia e dell'ASL di Vallecamonica Sebino. L'ASL di Brescia è suddivisa ed organizzata in sei Distretti veterinari: n. 1 comprendente la città, hinterland e la valle Trompia, n. 2 di Salò, n. 3 di Montichiari, n. 4 di Leno, n. 5 di Orzinuovi, n. 6 di Rovato.


Nel frattempo, oltre che nel tradizionale campo degli animali da reddito, la veterinaria ha avuto sviluppo particolare dagli anni Settanta nella clinica degli animali da compagnia, con la nascita di ambulatori e di vere cliniche per piccoli animali (cani, gatti, ecc.). Subito dopo la guerra i veterinari si costituirono per decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato del 13 settembre 1946 n. 233, nonché per le modifiche apportate dalla legge 5 gennaio 1955 n. 15, dalla legge 21 ottobre 1957 n. 1027, e dal decreto del Presidente della Repubblica 10 dicembre 1959 n. 1360, in Ordine professionale che, a Brescia, è andato sviluppandosi sempre più, fino ad assurgere ad istituzione guida a livello nazionale. Sono iniziative dell'Ordine i premi "Chirone d'oro", istituito nel 1987 dai professori Gianluigi Gualandi ed Ezio Lodetti, "Chirone d'argento" e "50 anni di professione". Dal 1994 l'ordine pubblica il trimestrale "Il Chirone", nato come organo ufficiale dell'istituzione bresciana e divenuto poi organo ufficiale degli ordini della Lombardia e, successivamente, rivista dei veterinari della Lombardia e della Sicilia. Il 6 novembre del 2000 l'ordine inaugurava la sua nuova sede sempre presso l'Istituto Zooprofilattico, ma con ingresso da via Cremona n. 248. Negli ultimi 10 anni l'ordine si è fatto promotore di una intensa attività culturale riconosciuta non solo in ambito nazionale; da segnalare la presenza di numerosi professionisti bresciani impegnati in attività culturali nelle maggiori società scientifiche nazionali.


A livello sindacale con la nascita delle USSL il sindacato dei veterinari dipendenti dagli enti locali prendeva il nome di SIVeMP (Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica) e sede presso la Fondazione Iniziative Zooprofilattiche e Zootecniche.


Alla veterinaria hanno dato particolare sviluppo il prof. Luigi Cominotti, il prof. Bruno Ubertini (v.), fondatore dell'IZSLER (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia), il dott. Pietro Stazzi (v.), il dott. Angelo Pecorelli, protagonista dell'affermazione in campo internazionale dell'IZSLER.