UNIONE Reduci. Federazione provinciale

UNIONE Reduci. Federazione provinciale

Promossa sulla fine del 1918, su iniziativa principalmente della Gioventù cattolica, trovò, specie nel 1919, validi promotori in Leonzio Foresti (v.) e in don Giuseppe Tedeschi (v.). In sempre più aperta concorrenza con l'Associazione Nazionale Combattenti, ebbe poi il pieno appoggio del movimento cattolico e del Partito Popolare Italiano. Nel 1919 sorse un'Unione Reduci di Valle Camonica, di cui fu esponente principale Pietro Biazzi. Nello stesso periodo don Luca Balzarini (v.), soprannominato "Rumìt de la Valücla", fondò la Sezione Alta Valle Camonica dell'Unione Reduci Veterani. Il progressivo spostamento a sinistra dell'Associazione Nazionale Combattenti (A.N.C.) e del Partito Combattenti spinsero il vescovo di Brescia nell'agosto 1920 a invitare i cattolici a riunirsi nell'Unione reduci, che ebbe sempre più largo sviluppo grazie anche all'impegno di Fausto Minelli. Diedero appoggio importante il cappellano militare don Cesare Bonini e Felice Gattamelata, che ricoprì la carica di presidente dal 1920 al 1926. L'Unione promosse nel 1921 anche una cooperativa "per la vendita al pubblico di tele, tessuti, stoffe, calzature". Offrì assistenza ai reduci nelle loro pratiche. L'Unione resistette nel Convegno provinciale del febbraio 1923 e in seguito, con tenacia, al fascismo, per cui subì continue restrizioni e contrasti. Nel 1925 le sue ultime sezioni superstiti (Brescia, Cologne, Marone, Pedergnaga e Pontoglio) erano segnalate dalla Direzione generale di P.S. come associazioni "sovversive popolari". Alle sezioni superstiti venne, nel marzo 1925, permessa solo l'attività assistenziale agli iscritti e, nel 1926, esse furono completamente soppresse.