SCRIPTORIUM del Duomo Vecchio

SCRIPTORIUM del Duomo Vecchio

Sembra accertata l'esistenza a Brescia in S. Maria Maggiore, verso il sec. IX, di uno "scriptorium" addestrato ad usare la nuova scrittura carolina nella realizzazione di codici musicali che servivano per le funzioni sacre. Da questa officina libraria sarebbero usciti, fra gli ultimi decenni del sec. IX e i primi del X, preziosi codici importanti. L'ipotesi, suggerita dal prof. Panazza e da altri studiosi, sembra convalidata da codici del Duomo stesso e della Biblioteca Queriniana. Anche nelle delibere comunali si fa riferimento a «scriptores» del Duomo (non si sa se esterni o interni). Questa attività di produzione libraria ebbe il suo massimo splendore in epoca rinascimentale quando, ad impulso soprattutto del vescovo Bartolomeo Malipiero, gli «scriptores» del Duomo produssero antifonari, salteri, graduali, libri liturgici, autentici capolavori della miniatura e legatoria. Tale produzione proseguì, per codici di lusso, anche dopo l'avvento della stampa, fino ai primi anni del Cinquecento. Come ha sottolineato Paola Bonfadini l'esistenza di un Scriptorium capitolare di S. Maria de Dom è provata anche dalla decorazione miniata del Messale B I 7 della Biblioteca Queriniana di Brescia, originariamente destinato alla cappella di San Paolo nella cattedrale di San Pietro de Dom, come recita l'incipit. Il Messale è molto simile a quello segnato B II 7, «ecclesie maioris Brixie», non sappiamo se in uso in Santa Maria o in San Pietro, e rispetta un'analoga impostazione iconografica, seppure con alcune varianti.