SCOUTISMO
SCOUTISMO
Movimento educativo basato sull'impegno volontario dei capi responsabili, fondato nel 1908 dal generale inglese Robert Baden Powell che, rivelando straordinario intuito pedagogico, ideò e mise in atto un metodo attento alla psicologia ed ai bisogni del bambino, del ragazzo, del giovane. Si tratta di aiutare chi cresce a maturare in modo armonico nella dimensione fisica, intellettuale, sociale e spirituale, ad acquisire graduale autonomia, attraverso un cammino di autoeducazione scandito da esperienze concrete, vissute a contatto con la natura ed in rapporto con la società e in collaborazione con gli altri. Il movimento ebbe rapida diffusione in tutto il mondo. In Italia sorse nel 1912, per iniziativa di Carlo Colombo, il Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani (C.N.G.E.I.). In alternativa al C.N.G.E.I., di cui si lamentava la soppressione dello spirito religioso e il degenerare verso forme di militarismo, nel 1916 venne fondata dai cattolici l'Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (A.S.C.I.), che ribadiva la chiara impostazione educativo-religiosa dello scoutismo originale di Baden Powell. La prima sezione del Corpo degli Esploratori Cattolici Italiani fu fondata in Liguria dal maestro Mario Mazza.
Brescia fu tra le prime città d'Italia ad avere fin dal 1915 un reparto scout. Nel numero del I agosto della rivista "Brixia" compariva in fotografia un gruppo di Boy-scout, sezione del Corpo Nazionale Giovani Esploratori, che aveva già "reso utili servizi di sveltezza ordinata e precisa, di pietosa sollecitudine ovunque fu richiesta la loro opera". Il primo riparto "Giovani esploratori" si costituì, si legge ne "La Sentinella bresciana" del 14 giugno 1915, "per opera di un volonteroso gruppo di cittadini" con a capo il provveditore agli studi cav. Carlo Corsi e sotto la direzione del prof. Fumis e del prof. A. Ferrazzano. La prima "squadra" composta di 42 esploratori veniva presentata alla città nel cortile dell'Istituto Magistrale. Fra i primi ad impegnarsi nello scoutismo furono il maestro G. Mantovani e, nel 1918, il prof. Luigi Callegari nominato Commissario provinciale e il nob. Cesare Da Ponte, presidente. Nel settembre 1915 veniva consegnata la bandiera del riparto. L'attività dei Giovani esploratori si indirizzava soprattutto nell'assistenza dei feriti di guerra. All'uopo il 30 aprile 1916 veniva organizzato un convegno presso lo stand di Canton Mombello del Circolo Cacciatori. Crebbe nel frattempo l'appoggio delle autorità civili, militari e scolastiche. "Il Cittadino" del 20 novembre 1918 riportava la notizia dell'inaugurazione del nuovo corso di istruzione dei Giovani Esploratori affidato ad ufficiali mitraglieri e diretto dal cap. Virginio Manari, soggiungendo: "Noi tutti ricordiamo questi vispi fanciulli accendere le lampade rosse dei posti di soccorsi e dei rifugi, prestare servizio d'onore in tutte le più importanti cerimonie, sfilare nelle riviste, passare in corpo attraverso le vie dopo marce ed esercitazioni". Il sindaco di Brescia il 25 aprile 1918 interveniva per deprecare azioni teppistiche contro i giovani esploratori che si prestavano ad accendere le lampade agli ingressi dei rifugi antiaerei.
Nel 1922 nasceva anche nel Bresciano lo scoutismo cattolico (ASCI). Il primo riparto, considerato come legato all'Unione Studenti Medi e del quale si annunciava la formazione su "La Fionda" del I ottobre 1922, trovò resistenze, mentre trovò sostegno a Pontevico per iniziativa dell'abate mons. Egisto Melchiorri. Ostacolato dal fascismo, lo scoutismo bresciano trovò subito appoggio nella presidenza dell'Azione Cattolica e specialmente in Andrea Trebeschi e fu sostenuto dalla Federazione Giovanile Leone XIII. I primi dirigenti furono Daniele Bellegrandi, commissario, e il rag. Mario Costelli, vicecommissario. Nel 1923 nasceva, per iniziativa del curato don Giuseppe Rizzini, di Stefano Mora, di Giovanni Apostoli e del conte Renato Cerlini il riparto di Bedizzole, seguito dal riparto di Gardone V.T. (1923) per iniziativa di don Giovanni Giuberti (v.), Angelo Bondio, Giovanni De Caminata e, il 6 gennaio 1924, dal primo riparto cittadino nel Pensionato Scolastico intitolato ai SS. Faustino e Giovita, promosso da don Pietro Santi. Superati, sia pure non del tutto, i difficili rapporti fra ASCI e Azione Cattolica, che si riserva di fissare le direttive generali, costituitasi una commissione vigilatrice composta da don Pietro Santi, don Giuseppe Tedeschi, Daniele Bellegrandi, Mario Costelli, Albino Donati e Pierino Ebranati, il movimento ebbe un nuovo notevole sviluppo con la nascita dei riparti di Ghedi, Bagnolo Mella, Lovere, Inzino (1925, per merito di don Angelo Reccagni e di Angelo Gitti), di S. Alessandro, in città, (per merito di don Mafizzoli), di Capriano del Colle (1926, per merito di Andrea Rodella e grazie al sostegno del commissario di Trieste), del Brescia II, del Brescia III (presso l'oratorio di S. Elisabetta in via F. Lana per impulso di don Giuseppe Parisio). Nell'agosto 1926 il rag. Pierino Gelmi succedeva come Commissario Provinciale a Daniele Bellegrandi. L'avversione del fascismo fu annunciata con la legge 3 aprile 1926 che sanzionava la preminenza dell'Opera Nazionale Balilla su qualsiasi altra organizzazione giovanile; sottoposto a violenze e limitato sempre più con il decreto legge del 9 gennaio 1927 che sopprimeva i riparti nei centro inferiori ai 20 mila abitanti, il movimento veniva definitivamente sciolto con decreto legge del 9 aprile 1928, nell'imminenza della festa di S. Giorgio, patrono degli esploratori. Lo scoutismo tuttavia visse nella clandestinità attraverso le Aquile Randagie o attraverso piccoli gruppi molto simili alle Aquile (come quello di Dorino Foccoli, Lorenzo Maira, i fratelli Guido e Federico Bellotti) e rimase vivo anche in Seminario dove nel 1942-43 si era formato un piccolo gruppo di chierici scout invogliati anche dal professore di francese che leggeva loro libri in tale lingua sullo scoutismo, anche se l'argomento era vietato.
La volontà di far rivivere il movimento si impose subito dopo il 25 luglio 1943 specie ad opera di don Domenico Bondioli, don Mario Foccoli, Emi Rinaldini, Aldo Lucchese. Lo "Scoutismo per ragazzi" di Baden Powell fu con l'"Imitazione di Cristo" uno dei pochi libri che accompagnarono all'ultimo sacrificio Emi Rinaldini. Mentre il CNGEI non trovò grande sviluppo, l'ASCI ebbe ampia fortuna: rinacque subito dopo la liberazione alla fine di aprile del 1945 con un incarico preciso affidato da Mons. Almici, delegato dell'Azione Cattolica, a Nino (Antonio) Verzura, in qualità di commissario di zona, affiancato da Lorenzo Maira, Attilio Tessarin, i fratelli Foccoli, Francesco Tognoli, Dante Taglietti e da don Narciso Barlera. La prima adunanza fu tenuta il 6 giugno 1945 in via S. Chiara, 6. Nel dicembre 1946 nacque la sezione femminile di Brescia delle Guide cattoliche italiane (AGI= Associazione Guide Italiane) per iniziativa di don Peppino Tedeschi, primo assistente, coadiuvato da Anna e Maria Scalvini, sorelle di padre Pietro Scalvini che fu in seguito il secondo assistente. Il primo riparto femminile, il Brescia 1, ebbe sede in corso Matteotti, presso la casa delle Scalvini; seguirono poi il Brescia 2 a S. Antonio, in via Chiusure, e via via gli altri. Dal 18 al 20 agosto 1945 al campo provinciale di Caregno erano già presenti i nuclei di riparti maschili in formazione quali il Brescia 1 (dell'Oratorio dei Padri Filippini della Pace, fondato ad iniziativa di Gabriele Ferrari, Aldo Lucchese, p. Luigi Rinaldini), il Brescia 2 (del Duomo) e 3 (di S. Giovanni), il Brescia 4 (S. Lorenzo), il Brescia 5 (S. Faustino, ad iniziativa di don Giacomo Vender, Roberto Salvi, Gino Ricci), il Brescia 6 (Pavoniana, ad iniziativa di Tomaso Franchini, p. Luigi Chiocchetti). Il campo di Caregno fu visitato dal colonnello Robinson, comandante le truppe alleate a Brescia, scout egli stesso, che in quella circostanza donò varie attrezzature militari americane per il campeggio (tende, sacchi letto, coperte, ecc.).
In provincia sempre nel 1945 nascono i riparti di Chiari (per merito particolarmente di Felice Terzi), Desenzano (per iniziativa di Baccolo e di don Lodovico Moriggi) e Lonato, Gardone V.T. (ricostruito da Angelo Bondio e Giovanni De Caminata), Iseo (28 maggio), Lumezzane 1 S. Apollonio ( 25 maggio), Vestone, Vobarno 1. Nel 1946 nascevano i riparti Brescia 7 (S. Alessandro in città), Valcamonica l (a Corna di Darfo); nel 1947 il riparto di Collebeato, il Gussago 1 (ad iniziativa di Beppe Faita); nel 1949 il riparto di Salò (ad iniziativa soprattutto di Pippo Zane, Adolfo e Dario Banali), il riparto dell'Oratorio S. Carlo (dei Cappuccini, in città); nel 1950 il Montichiari (1 aprile, ad iniziativa di don Pietro Pea e di Virgilio Belletti); nel 1951 il Brescia 8 (S. Antonio in via Chiusure, in città); nel 1953 il Manerbio, ricostituito nel 1962 per opera di don Graziano Montani; nel 1954 il Gorzone (ad iniziativa di Adolfo Zeziola); nel 1956 il Breno; nel 1961 il Brescia 10 (S. Clemente, in città), il Gianico (anch'esso ad iniziativa di Adolfo Zeziola); nel 1962 il Villanuova sul Clisi; nel 1963 il Brescia 7 "Malgrè Tout", il Rezzato; nel 1965 l'Edolo, l'Odolo 1; nel 1966 il Brescia 3 (S. Nazaro, in città); nel 1969 al Villaggio Prealpino; nel 1971 l'Ospitaletto (ad iniziativa di don Pietro Pea); nel 1980 il Gavardo 1; nel 1982 il Malonno (ad iniziativa di don Severo Mottironi), nel 1988 il Montorfano 1 di Coccaglio, ecc.
Nel 1974 si unificarono i gruppi maschili e femminili, ASCI e AGI, sotto la sigla AGESCI, per un cammino di coeducazione. Nel 1996 dato l'elevato numero di gruppi scout, si è divisa la provincia di Brescia in due zone: Zona Brescia e Zona Sebino. Nel 2000 nel Bresciano vi sono 38 gruppi di cui 23 nella Zona Brescia (10 in città) e 15 nella Zona Sebino. Nel 1995, in occasione del cinquantesimo di rifondazione degli scout a Brescia, è stata allestita una mostra presso la Fondazione Civiltà Bresciana ed è stato emesso un francobollo con annullo speciale.
I gruppi scout bresciani nelle loro attività si sono sempre distinti nell'impegno civile: furono, ad esempio, pronti ad accorrere in soccorso degli alluvionati del Polesine (1951), partecipando in appoggio ai barcaioli dei nostri laghi; degli alluvionati di Firenze (1966); dei terremotati dell'Irpinia; sono stati animatori tra i profughi e all'estero, impegnati nella protezione civile e nel volontariato a favore degli emarginati della società. Nello spirito di servizio gli Adulti Scout bresciani hanno dato vita ufficialmente nel 1970 alla Fondazione S. Giorgio, già operante da qualche anno come associazione, alla quale si devono: la nascita della Casa Scout nell'attuale base scout di Piazzole (v. Piazzole di Gussago) a Civine di Gussago, inaugurata il 13 ottobre 1968; la ristrutturazione della Malga Brominetto, situata tra l'abitato di Bagolino e il Gaver, ceduta in uso alla Fondazione dal Comune di Bagolino nel 1987; la ristrutturazione della casa parrocchiale di Carvanno, da tempo inutilizzata essendo stata conglobata tale parrocchia con quella di Degagna; la nascita del I Centro Affidi bresciano (presso i padri Piamartini, in via Ferri) per la ricerca e il sostegno delle famiglie affidatarie di bambini.
ASSISTENTI ECCLESIASTICI PROVINCIALI: don Domenico Bondioli, don Agostino Gazzoli, don Narciso Barlera, padre Luigi Rinaldini, don Giacomo Vender, nuovamente padre Luigi Rinaldini, don Francesco Vergine, don Stefano Olivetti, don Antonio Fappani, don Michelangelo Braga, padre Pippo Ferrari, don Giuseppe Saia, don Fausto Gnutti e don Tino Decca (dal 1996, per la Zona Sebino).