SCOPERTA VACCAROLO
SCOPERTA VACCAROLO
Frazione del comune di Lonato (provincia di Brescia) e dal 1954 parrocchia autonoma della diocesi di Verona. È a m. 320 s.l.m., dista da Lonato 12 km, da Verona 38. È a N di S. Martino della Battaglia, a S di Solferino, a O di Castiglione delle Stiviere e a E di Pozzolengo. Permane ancora la leggenda che, distrutta nel 1201 la chiesa primitiva di S. Maria degli Angeli di Lonato, andò smarrito un veneratissimo quadro della B.V. Ritrovato il quadro nel 1741 il luogo venne detto della Madonna della Scoperta o "Madonna Scoperta". Paolo Guerrini, invece, sostiene che il nome non è che la storpiatura e la decapitazione del primitivo nome di Fontana Coperta, derivato a questa località da una fontana di acqua solforosa, che ancora oggi esiste ed è usata per ammalati, e che anticamente essendo protetta da un portichetto aveva avuto il nome popolare di Fontana Coperta. Infatti documenti bresciani del secolo XII, in parte pubblicati dall'abate Biancolini nella sua monumentale "Storia delle chiese di Verona", e in parte ancora inediti, attestano l'esistenza di questa comunità femminile nella "ecclesia S. Mariae de fontana coperta" fino dai tempi del vescovo di Verona Tebaldo II (1135-1157) che ebbe ad occuparsene perché a lui soggetta.
Come sottolinea Paolo Guerrini: "Non tutto è chiaro intorno alle origini di questo monastero, che accoglieva poche monache dedite ad una vita eremitica, in una località sperduta e isolata; i documenti primitivi sono andati perduti e quelli che restano non lasciano capire bene quali siano state le disposizioni del vescovo Tebaldo. È certo però che la fondazione di questo monastero fu in rapporto alla non lontana canonica di S. Paolo di Venzano, alla quale le monache di Fontana Coperta erano soggette, forse perché avevano avuto da Domenico prete e Daimondo chierico di Venzago, probabilmente fratelli, i possedimenti fondiari circostanti (circa 74 piò) che costituirono la dote del monastero. Ed è molto probabile anche che i fondatori di S. Maria di Fontana Coperta siano appartenuti alla nobile famiglia dei Confalonieri vescovili di Brescia, e precisamente a quel ramo dei Confalonieri che si chiamò dei Boccaccio di Castel Venzago, come si chiamarono Bocca i Confalonieri di Medole, e Signori quelli di Desenzano. Probabilmente per rendere poi più stretti i legami con Brescia, il piccolo monastero di S. Maria di Fontana Coperta venne unito al monastero femminile cistercense di S. Maria della Colomba a Manerbio, unione avvenuta nel 1185, forse per concessione pontificia ma certamente per intervento della stessa potente famiglia feudale dei nob. Boccaccio, che aveva fondato nel territorio di Manerbio, quel monastero intorno al 1135, dietro le insistenti esortazioni di S. Bernardo di Chiaravalle, che veniva attuando anche nella Lombardia il suo grande piano di riforma religiosa, agraria e sociale attraverso le fondazioni di nuovi monasteri del suo Ordine. Il monastero di Manerbio e la sua Badessa D. Caracosa Boccaccio dei Confalonieri diedero una nuova sistemazione alla piccola comunità di Fontana Coperta, stabilendo buoni rapporti col vescovo di Verona Ognibene Nogarola (1157-1188), grande giurista, allievo di Graziano nello Studio di Bologna dove ebbe condiscepolo papa Alessandro III. Il vescovo veronese rispettò la unione di un monastero di sua giurisdizione a un monastero di giurisdizione bresciana; probabilmente perché nella fondazione di S. Maria di Fontana Coperta non deve essere stata estranea l'opera del suo predecessore Bernardo, vescovo di Verona (1122-1135), che era di origine bresciana e forse della stessa famiglia dei Boccaccio o Confalonieri di Castel Venzago.
In quell'epoca di vivacissimi contrasti politici fra Chiesa e impero e i relativi seguaci, anche la piccola comunità femminile di Fontana Coperta deve aver avuto una funzione pacificatrice; posto al confine di tre diocesi, Verona, Brescia e Mantova, collocato in una regione contrastata di sovrapposte giurisdizioni, fra i castelli di Venzago, di Solferino e di Cavriana, il piccolo e pacifico monastero di S. Maria fu luogo di solitudine, di preghiera e di raccoglimento.
Il nome corse su tutti i giornali e si trova in tutti i libri di storia da quando il 24 giugno 1859 per sette ore, dalle 5,30 del mattino alle 14, contro ingenti forze austriache i sardo-piemontesi conquistarono la Madonna della Scoperta e le colline circostanti permettendo così la saldatura fra le due armate: la piemontese impegnata a S. Martino e la francese a Solferino. Nel centenario della battaglia, 24 giugno 1959, fu coniata una medaglia che porta sul retto lo stemma di Lonato con la dicitura "Comune di Lonato" e sul retro la facciata stilizzata della Chiesa di Madonna della Scoperta (disegno di Floriano Casari) e la dicitura "Madonna della Scoperta nel centenario della battaglia 1859-1959". Al bivio per Pozzolengo fu posto un cippo che ricorda il primo scontro fra piemontesi e austriaci con la dicitura trilingue (italiano-francese-tedesco) dettata da Ugo Vaglia, dicente: "Su questo colle, aspramente conteso al nemico, dalle divisioni Fanti e Durando, folgorò prima la vittoria, auspicio esultante dell'epiche gesta cui deve l'Italia la sua libertà. Vincet amor patriae laudunque immensa cupido". Più oltre, a Madonna della Scoperta, sul muro di cinta del sagrato e poco discosto dalla lapide che rievoca l'olocausto di un giovane combattente piacentino, il marchese Giuseppe Pavesi Marazzani Visconti, un altro cippo verrà scoperto. "Dall'unità d'Italia all'unione europea - il Comune di Lonato nel centenario del 1859".
La chiesa o santuario intitolata in origine a S. Maria degli Angeli di Lonato, sorge su una piccola altura ed è fiancheggiata da povere case. La chiesa è del settecento ma al suo posto ne esisteva un'altra antichissima che faceva parte di un piccolo convento di monache di cui restava ancora ricordo nella casa canonica adiacente alla chiesa. Distrutta nel 1202 venne poi ricostruita alcune volte e definitivamente, nelle stesse linee e dimensioni, nel 1602. Nel 1741 vennero aggiunte la cappella e la cupola e venne chiamata della Madonna della Scoperta. Con decreto del 16 luglio 1954 venne eretta in parrocchia comprendente la frazione Scoperta, smembrata da Lonato, e la frazione Vaccarolo, smembrata da Desenzano, e dedicata a S. Maria Assunta. Ebbe a contare 200 abitanti nel 1970, 550 nel 1992 e nel 1997. Nella contrada Vaccarolo venne costruita una nuova chiesa benedetta il 26 luglio 1967.