SALA Achille

SALA Achille

(Brescia, 1647 - 25 gennaio 1687). Di Giovanni Battista e di Lavinia Lupatini. Discendente di una antica e nobile famiglia. A 17 anni nel 1664 entrava nell'Oratorio della Pace di Brescia, emettendo la professione religiosa il 23 novembre 1667. Già penitente dell'oratoriano P. Crescini, ebbe come direttori spirituali i PP. Pavoni e Cadei. Studiò filosofia con il P. Serafino Rodella, agostiniano, e quindi fisica e teologia scolastica con i padri agostiniani. Amante della musica e della poesia fu -prefetto della Musica" dal 1675 al 1680 sia per la chiesa che per l'Oratorio, emendando le lascive espressioni di alcune cantate del tempo. Amante dei libri e dello studio regolò il funzionamento della libreria di casa, alla quale diede molta parte delle sue cure nel tempo lasciatogli libero dalla predicazione, dal confessionale e dalle occupazioni della sacrestia, dove egli, umilissimo come era, si fermava a compiere i più umili servizi per la pulizia della chiesa. I suoi biografi, P. Brunelli e P. Grossi, ricordano che egli compose e fece stampare le vite dei due santi vescovi bresciani Apollonio e Filastrio, e un altro libro intitolato "L'ecclesiastico in solitudine" composto da N., prete della Congregazione dell'Oratorio, posto all'Indice con decreto del 2 aprile 1686 e che scomparve completamente dalla circolazione. "Non sappiamo, rileva Paolo Guerrini, per quali motivi sia stato condannato questo libro, che doveva avere forse un indirizzo ascetico di tendenze moliniste, allora molto in voga anche a Brescia con pericolose degenerazioni di falsa pietà. Compose pure, oltre alcune vite dei Padri di Congregazione, delle quali egli introdusse per primo la lettura in refettorio, un altro libro ascetico intitolato "Theoremata moralia seu Phisica spiritualis" che soltanto nel titolo secentesco tradisce forme strane di pensiero e di esposizione".


Il P. Sala ebbe tutta la fiducia e la stima dei due vescovi Gradenigo e Marino Giov. Giorgi, che lo usarono spesso per dare gli esercizi agli ordinandi e al clero nel Ronco della Congregazione, al Monte di Dio; lo stesso vescovo Giorgi vi si recò alcune volte a fare gli Esercizi sotto la direzione del P. Sala. Godette la stima di molti fra i quali il beato Sebastiano Valfré. Morì di tisi, pare, tra atroci sofferenze, ove brillò la sua grande virtù di essere un imitatore del «Santo Padre», cioè S. Filippo Neri.