SAILER Francesco

SAILER Francesco

(Milano, 1786 - Pisa, 1866). Discendente da un cavallerizzo che seguì agli inizi del '700 un arciduca austriaco a Milano nominato governatore della città. A Milano prese moglie ed ebbe due figli. Uno divenne maestro alla Cavallerizza di Venezia e l'altro restò a Milano. Questo di Milano ebbe tre figli, Pietro, Francesco e Saverio. Pietro e Saverio furono, come cavallerizzi, al servizio dell'Arciduca Ranieri Vicerè del Regno Lombardo Veneto. Nel 1848 Pietro e Saverio passarono a Torino e furono impiegati del Re Carlo Alberto e poi di Vittorio Emanuele. Francesco tenne a Milano una cavallerizza per proprio conto e per trent'anni fu dai signori di Milano ammirata la sua abilità. Nel 1844 venne a Brescia come maestro alla Cavallerizza Municipale. Poco dopo la rivoluzione del 22 marzo 1848 fu nel drappello dei cavalieri del Generale Lamarmora, allora comandante dell'avanguardia piemontese, partecipando alla ricognizione verso Castenedolo occupato dagli austriaci. In tale occasione, grazie alla sua prontezza di vedere e risolvere, tolse dal pericolo di essere preso dagli austriaci il Conte Giuseppe Martinengo che in quella ricognizione venne ferito. In seguito fu aiutante del Conte Giuseppe Martinengo dopo che fu eletto colonnello della Guardia Nazionale di Brescia. Francesco Sailer partì da Brescia nel 1864 ritirandosi a Pisa presso suo nipote Emilio, direttore dell'allevamento e della scuderia della razza di cavalli di San Rossore. Francesco Sailer aveva modi aristocratici e simpatica figura, dotato di particolare attitudine al cavalcare, eccezionalmente abile di mente e di corpo. Aveva una raccolta di tutti i libri sui cavalli e una raccolta di sproni, morsi, briglie e selle di varie epoche e di vari paesi. Aveva anche una ricca collezione di scimitarre e lame di Toledo che gli venne sequestrata nel 1849. Tutto andò disperso dopo la sua partenza da Brescia. Nel dicembre 1844 donò al Municipio di Brescia il grande astrolabio in bronzo con iscrizioni greche datato Costantinopoli 1063, assieme ad un bastone di legno recante un calendario runico.