RE buffo

RE buffo

Rappresentazione simbolica teatrale in dialetto bresciano conservata in un manoscritto della Biblioteca Queriniana (manoscritto Q. IV 32 p. 403 sgg.) che secondo Paolo Guerrini «deve essere stata composta nella seconda metà del sec. XVII ed eseguita sui teatri di qualche collegio di educazione in Brescia. Non c'è titolo, ma nel Prologo entra a parlare la figura del Regno "vestito et adornato", con lo scettro nella destra e la corona nella sinistra, ecc.», al quale seguono, in altrettanti soliloqui il Re ereditario, il Re elettivo, il Re buffone, e la conclusione morale di S. Michele Arcangelo, per scacciare tutti questi re e mettere in onore soltanto il regno spirituale ed eterno di Cristo. Si tratta, come si vede, di una specie di Mistero o Sacra Rappresentazione in ritardo, in uno schema molto primitivo. Ma è singolare e caratteristica perchè il Re buffone viene fatto parlare in dialetto e nel suo discorso fa alcune allusioni di ambiente bresciano. Fedele al personaggio buffonesco il re in questione finisce col dire cose strampalate e parole a volte senza senso.