RAZZETTI Vittoria

RAZZETTI Vittoria

(S. Fiorano, Milano, 27 gennaio 1834 - Brescia, 21 febbraio 1912). Di Biagio Giacinto e di Angela Giuseppina Goldaniga. Discendente da un ramo di nobile e antica famiglia pontremolese decaduta, che gestiva un piccolo albergo. Con la famiglia la piccola si trasferisce ad Acquanegra (Cremona) e poi a Cremona. Qui conosce S. Maria Crocifissa di Rosa, più volte a Cremona per fondare una casa della Congregazione delle Ancelle della Carità. Il 31 dicembre 1849 la Razzetti entra quindicenne nel Convento delle Ancelle. Ammalatasi pochi mesi dopo, viene collocata presso la famiglia Bertoglio di Quinzano d'Oglio, esempio di grande virtù. Ristabilitasi il 23 maggio 1852, torna in convento dove raggiunge il noviziato ma non viene ammessa alla professione religiosa, pur rimanendo vicina alla santa fino alla morte di questa (15 dicembre 1855). Lasciato il convento l'8 gennaio 1856, dopo aver vissuto qualche mese presso i Bertoglio a Quinzano, nel 1860 viene accolta come domestica in casa del sacerdote don Gaetano Faroni che le offre una casa in contrada dell'Erba (ora via Solone Reccagni) per ospitare giovani domestiche disoccupate e bisognose di assistenza; mentre la Razzetti continua a fare la domestica in casa Finadri per aiutare le più povere di lei. Nel 1880, con l'aiuto determinante di suor Gertrude Guardini, madre vicaria delle Ancelle della Carità, la Razzetti chiude e vende la casa di contrada dell'Erba e apre il 25 marzo un Ospizio dedicato a S. Zita, patrona delle domestiche, in via S. Lorenzino n. 1153, oggi un tratto di via Moretto (v. Ospizio S. Zita) che si sviluppa anche grazie al sostegno del filippino p. Avogadro. Ampliatosi l'Ospizio anche alle studenti della Scuola Normale la Razzetti, che insiste per accettare anche giovani traviate, il 24 settembre 1885, si trasferisce in una casa di via del Passeggio (oggi via dei Mille) aiutando al contempo le suore Ancelle nella conduzione della loro casa di Breda S. Faustino alle Codignole. Rivelandosi inadeguata la casa di via del Passeggio, madre Guardini provvede alla costruzione di una nuova casa in via Rose (poi incorporata nello stabilimento Togni) inaugurata il 21 gennaio 1892 (la cui cappella venne benedetta il 18 giugno 1894) e aperta, oltre che alle domestiche, anche a disabili ed handicappate. Presto la Razzetti vi accolse bambini abbandonati che dal 1893 per consiglio del vescovo mons. Corna furono gli unici ad essere accolti ed assistiti diventando così la casa «Istituto per l'infanzia abbandonata» divenuta poi «Istituto V. Razzetti», che, tra difficoltà gravi e continue, si sviluppò sotto la direzione della Razzetti, diventata per tutti «Mamma Vittoria» (v. Istituto V. Razzetti). Con l'assistenza delle Suore Ancelle e il sostegno di un Patronato per l'Infanzia abbandonata l'Istituto divenne una delle istituzioni più amate di Brescia. Ad esso, benché sempre più ammalata, la Razzetti dedicò tutte le sue forze fino alla morte dando esempio singolare di santità di vita e di carità eroica.