RAPIMENTI

RAPIMENTI

Il rapimento di solito a scopo di estorsione di denaro e organizzato da elementi della malavita, ha fatto la sua comparsa nel Bresciano il 15 novembre 1974 con il sequestro di Giuseppe Lucchini, figlio del cavaliere del lavoro Luigi Lucchini. Mentre a bordo della sua Porsche stava tornando a casa veniva tamponato in via Oberdan da un'altra vettura. Venne tenuto prigioniero in un vicino appartamento in via Risorgimento. Per la sua liberazione, avvenuta una settimana dopo, furono versati alcuni miliardi. Tre sequestratori vennero poi arrestati e condannati a 16 anni di carcere. La sera del 22 gennaio 1979 veniva sequestrato sulla tangenziale S, mentre in auto stava tornando a casa dalla sua fabbrica di Chiari, Enrico Gnutti, della famiglia lumezzanese dei "Fretadì". Per il rilascio avvenuto il 30 gennaio vennero versati due miliardi. Carlo Alberto Pinti, contitolare della fabbrica «Pinti Inox» di Sarezzo e allora sponsor della squadra cittadina di basket, venne rapito il 7 febbraio 1979 e tornò libero il 2 marzo dopo il pagamento di 650 milioni. Damiano Gnutti, industriale lumezzanese, contitolare della Almag finì nelle mani dei banditi il 21 dicembre 1979 in città. Dopo 24 giorni di prigionia in un cementificio abbandonato di Collebeato, riuscì a guadagnare la libertà senza pagare alcun riscatto. Elisabetta Gnutti, figlia di un industriale di Prevalle, originario di Lumezzane, venne rapita la sera del 18 febbraio 1981, mentre in auto stava tornando a casa in compagnia del fidanzato. Per sei giorni rimase prigioniera in una tana di volpe a Calvagese della Riviera. Venne liberata dal suo carceriere senza pagare alcun riscatto, dopo che i complici erano stati smascherati dai carabinieri. La mattina del 7 gennaio 1982 avvenne il tragico rapimento di Marzia Savio, 11 anni, di Rivoltella del Garda, mentre si stava recando alla vicina scuola media. La ragazzina venne praticamente uccisa quasi subito dal suo sequestratore, il salumiere del paese Alfio Torazzina, che forse era stato da lei riconosciuto. La sera del 5 maggio 1982, nella sua abitazione di Travagliato, mentre era intenta a guardare la televisione, venne rapita Rosa Olmi, moglie dell'imprenditore Aldo Mario Bettoni. Venne liberata un mese dopo, dietro il pagamento di un riscatto di 600 milioni. Il 4 marzo 1984 venne rapito a Nave Pietro Fenotti di anni 71 contitolare della acciaieria «Afim». Tenuto segregato sul Gargano, venne liberato a Contursi Terme (Salerno) dopo 86 giorni senza il pagamento del riscatto. Nel novembre 1991 viene rapita a Centenaro di Lonato Roberta Ghidini, figlia di un imprenditore lumezzanese. I sequestratori la caricano su un'auto e fuggono al sud lasciando tracce del loro passaggio. Subito inizia il "pressing" delle forze dell'ordine. Un mese dopo la giovane viene lasciata libera in Calabria, nei pressi di Roccella Jonica. La banda di Vittorio Ierinò, boss del sequestro, cade nella rete degli inquirenti. Vengono tutti presi e condannati. Marco Camozzi, 25enne imprenditore viene rapito a Lumezzane la sera del 30 gennaio 1996 e rilasciato il giorno successivo in Valsabbia. La banda dei sequestratori viene arrestata. Ma, questa volta, anche il rapito finisce indagato per simulazione di reato e tentata estorsione. L'inchiesta sul caso è ancora aperta. Ultimo rapimento (17.6.1997) quello dell'industriale di Manerbio Giuseppe Soffiantini. Quattro invece i tentativi di sequestro andati a vuoto sempre nel Bresciano. Si tratta di quelli di Mauro Stefana (15 aprile '75), di Natale Bonomi (14 febbraio '76), del geometra Mario Fratus (28 aprile '78) e di Valentino Morandi (6 febbraio 1981).