RAINERI o Reineri o Renerio

RAINERI o Reineri o Renerio

Fonditori di campane che iniziarono la loro attività sulla fine del '500. Originari della Franciacorta, ebbero officina e abitazione in capo alla contrada di Rossovera, probabilmente là dove venne aperto recentemente lo spiazzo a N di piazza Rovetta. I documenti d'estimo dell'Archivio Storico Civico registrano un Bartolomeo qd. Viviano n. nel 1593 che nel 1640 aveva rifuso la campana maggiore che stava sul campanile di S. Francesco e portava incisa questa memoria: «Anno D.ni MDCXL (1640) / incante combusto vertice turris / liquefactis quatuor campanis / sedula fratrum cura eodem anno / fudit novas Barth. Reinerius», ricordando che l'anno 1640 s'incendiò il campanile e rovinò le quattro campane, le quali furono lo stesso anno rifuse appunto da Bartolomeo Raineri a cura dei Frati Conventuali. I documenti dell'Archivio Civico ci fanno conoscere il citato Bartolomeo qd. Viviano che nel 1661, già vecchio di 68 anni, teneva nell'Arco Vecchio «l'esercitio di far campane» insieme col figlio Viviano, il quale pure, nel 1687, vi continuava «In Rova Soiara l'essercitio di fondare et vender campane et mettali» col figlio Salvatore. Viviano nel 1680 fuse le campane della parrocchiale di Bagolino. I nomi di "Vivianus et Salvator fil. de Reneris civ. Brix", si trovano scolpiti su molte campane dell'alta Italia fra il 1680 e il 1700, campane decorate con ornamentazioni floreali e dallo schietto timbro argentino che denotava la bontà del metallo ma anche l'arte dei fonditori. Fu forse fratello di Bartolomeo quel Vincenzo Raineri che nel 1666 aveva fuso la campana della chiesa di Forno d'Ono e nel 1671 rifondeva la seconda campana della chiesa di S. Francesco in Brescia. Continuò probabilmente l'attività Salvatore che nel 1699 fondeva una campana per Pavone Mella. Nel 1704 i Raineri rifondevano l'antica campana di Bartolomeo Pisano della Torre del Popolo. La fonderia dei Raineri venne poi probabilmente rilevata assieme ai Maggi da Gaetano Soletti.