PAOLO I, Santo

PAOLO I, Santo

Per il Savio «secondo tutte le probabilità, il santo fu fratello germano di San Gaudenzio, cioé fu quel medesimo Paolo diacono a cui S. Gaudenzio rivolse una delle sue lettere chiamandolo fratello non meno per spirito che per la carne». Paolo I sarebbe dunque legato da strettissimi vincoli al suo grande predecessore; è certo comunque che egli non si identifica con quel chierico africano, notaio e biografo di sant'Ambrogio, chiamato Paolino. Tale diminutivo onomastico è stato applicato anche al presule bresciano ma deve considerarsi un arbitrio degli amanuensi, anche se nel decreto del comune di Brescia del 1497 dove si accenna al ritrovamento delle sue reliquie in S. Eusebio venne chiamato Paolino e non Paolo. Quanto ai limiti cronologici di questo pontificato diocesano si rinnova ancora una volta una non infrequente discordanza: prevale tuttavia fra gli storiografi la tendenza ad indicare i limiti dell'episcopato di San Paolo I negli anni che corrono tra il primo ed il secondo decennio del secolo V. Il nome del santo ricorre in nove dei più vetusti cataloghi manoscritti risalenti ai secoli XI-XV e in cinque ordini Titanici, il più antico dei quali è quello del codice Vaticano 334 che si riferisce al secolo X. In quasi tutti questi documenti compare il nome Paolo: l'alterazione diminutiva s'incontra soltanto nelle litanie del codice Vaticano ora menzionato e nel calendario monastico del secolo XIII di S. Eufemia della Fonte. Venne a lui attribuita (o a Paolo II) la fondazione della chiesa di S. Eusebio sulle pendici dei Ronchi.


S. Paolo I è sepolto in una delle primitive basiliche cittadine: S. Fiorano, S. Salvatore o S. Andrea; in quest'ultima - seconde il Brunati - avrebbe officiato. Appare probabile che dal luogo della sua prima inumazione il corpo sia stato successivamente traslato in S. Eusebio: sotto l'altare maggiore del tempio le reliquie sono infatti state ritrovate nel 1497. Il 3 marzo 1498 vengono solennemente trasferite ad un altare proprio, posto in S. Pietro in Oliveto. Nella chiesa riposano già i resti di Paolo II, Cipriano e Adeodato ritrovativi nel 1453. Alle ossa dei quattro pontefici tocca allora un destino comune fino all'ultimo trasferimento in S. Agata. Paolo I, ignorato dal Martirologio Romano, è ricordato da quello diocesano; una prima volta il 3 marzo, nella memoria della traslazione; una seconda il 4 marzo, nella festa liturgica. Non sono a lui attribuibili, come hanno scritto il Rossi, il Faino ed altri, ma ad un chierico africano chiamato pure Paolino sopracitato la "Vita S. Ambrosii", il "Libellum Zozimo Papae in gratiarum actionem ob Pelagium" e "De Benedictionibus Patriarcarum".