OPERA Pia Giuseppe Tebaldini

OPERA Pia Giuseppe Tebaldini

Istituita grazie al testamento redatto in data 14 dicembre 1887 da Giuseppe Tebaldini qd. Antonio (morto poi l'11 dic. 1888), il quale nominò eredi universali gli istituti dei sordomuti e dei ciechi esistenti in Genova coll'onere di alcuni legati e coll'obbligo di mantenere gratuitamente i sordomuti e ciechi dalla nascita, maschi e femmine, poveri, della provincia di Brescia e specialmente dei comuni di Puegnago, Portese, Manerba, Desenzano, Mocasina e Saiano (Franciacorta) fino a che abbiano avuta una completa educazione ed istruzione e nelle quantità relative alle rendite di sua sostanza, disposta col succitato testamento. Nel caso che detti istituti, nominati eredi, o l'uno o l'altro di essi non volessero o non potessero accettare tutti gli oneri di cui al detto testamento, lo annullava e nominava erede in loro vece l'avv. Giuseppe Tovini coll'obbligo di soddisfare gli altri legati, lasciandolo poi libero di usare e disporre del rimanente della sua sostanza come gli piacesse e come di cosa sua propria. Nominava esecutore testamentario il sig. Giacomo Ragnoli di Brescia con facoltà di mettersi in possesso di tutta la sostanza subito dopo la sua morte e di amministrarla fino a che non fosse assicurata l'esecuzione del suo testamento. In seguito all'accettazione dell'eredità (D.R. 7 luglio 1889) da parte degli istituti genovesi, nacquero alcune divergenze tra gli Istituti stessi e la Provincia di Brescia, ma grazie all'intervento dell'avv. Giuseppe Tovini si poté stipulare una convenzione tra lo stesso, la Provincia di Brescia e gli Istituti dei sordomuti e dei ciechi di Genova. Con questa convenzione, approvata con R.D. del 28 giugno 1892, la Provincia di Brescia conseguiva un patrimonio di Lire 25 mila mentre il 30 luglio 1896 il Consiglio Provinciale approvava il regolamento che correggeva la destinazione dei frutti ai ciechi e sordomuti dalla nascita, semplicemente ai sordomuti e ai ciechi senza limitazione. I ciechi venivano ricoverati all'Istituto Mandolfo di Milano, i sordomuti nel Pio Istituto Pavoni e le sordomute nell'Istituto delle Suore Canossiane di Brescia.