MARTINENGO della PALLATA Lelio

MARTINENGO della PALLATA Lelio

(Brescia, 1571 - ..?..). Di Giulio. Seguì la carriera militare e partecipò in Istria alla guerra contro gli Uscocchi. Nel 1610 per una scaramuccia che ebbe al Dosso (oggi via Mazzini) venne relegato per qualche tempo a Zara e poi riscattato. Nel 1616 durante l'assedio di Forteza, salvò, con il suo reggimento, lo stesso capitano generale veneto Giustiniani. Nel 1621 «avendo concepito pessimo animo» contro certo servitore del nob. Francesco Provaglio, lo fece uccidere dai suoi bravi nel "tezzone" di Pavone Mella. In seguito a ciò il Martinengo assieme ad altre 18 persone venne il 29 novembre 1621 condannato al bando perpetuo, ed altri a diversi anni di galera. Essendogli stata concessa l'alternativa che, se si fosse presentato, la condanna sarebbe stata mutata nella relegazione per otto anni a Palma e nella costruzione, ivi, di una casa, il Martinengo si presentò e il 15 maggio 1623 venne liberato per voce comperata. Nel 1629 divenuto colonnello dell'esercito veneto arruolava a sue spese duemila fanti a difesa della città dagli imperiali e dai lanzichenecchi. Sposò la bergamasca Elena Furietti e ne ebbe tre maschi (Giulio, Francesco e Camillo) e 5 femmine.