LABIRINTO
LABIRINTO
Il labirinto della periferia di Brescia venne costruito dal conte G.B. Suardi, verso il 1744, assieme alla villa (v. Suardi o Soardi, Palazzo Soardi poi Merli). In luogo nel 1903 venne trovato un frammento di lapide romana alto al massimo cm. 85, largo 74,5 e spesso 16. Esso è in pietra di Botticino ed è levigato anteriormente, sbozzato nel contorno dello spessore e quasi grezzo nella parte posteriore. Le lettere della breve iscrizione posta in fronte (MARCELLVS / SP. F. BITVLLAE / SORORI) sono alte cm. 8 nella prima linea, 7 nella seconda e nella terza. Si tratta evidentemente di una stele posta sulla tomba della sorella Bitulla da un ignoto Marcello figlio di Spurio, anzi, se si potesse dimostrare che l'ipogeo venuto alla luce presso il Labirinto sottostava al punto preciso dove cinquant'anni fa fu rinvenuta la lapide, si potrebbe ragionevolmente ritenere che in esso si trovasse sepolta proprio questa ignota giovane romana. Il rinvenimento, nel luglio 1954 in luogo di una tomba con pareti in cotto contenente vasetti "lacrimatoi" e alcune monete, ha fatto avanzare, a Giuseppe Bonafini, l'ipotesi che si tratti forse della tomba della stessa Bitulla. Probabilmente quando fu costruito il palazzo venne trovata una bella protome marmorea di un uomo imberbe, il quale, in un atteggiamento molto comune nelle sculture romane, stringe le pieghe della toga con la mano destra sollevata verso la spalla sinistra. In seguito, riferisce il Bonafini i buoni villici dei dintorni ricamarono intorno all'ignoto personaggio romano una curiosa leggenda che persiste anche ai nostri giorni. Si tratterebbe del ritratto di una infelice donzella, che dopo tristi vicende fu immurata viva nei sotterranei del palazzo! ... In realtà asserisce ancora il Bonafini, è la parte superiore di un'altra stele romana che doveva ornare una tomba della vicina necropoli. I ritrovamenti accennati testimoniano come la località fosse nota e abitata fin dai tempi romani.