FERLINDA

FERLINDA

Metà del sec. X. "Comitissa" di stirpe longobarda, figlia di Bertazio signore di Beolco, moglie del conte Attone o Azzone di Lecco, ricca di molti possedimenti fondiari nel territorio bergamasco, nel bresciano e nel veronese, sui laghi di Como, di Lecco e di Garda. Nel 975 dichiarava di essere longobarda, ma di professare la legge salica per il marito, che discendeva dal marchese carolingio Corrado di Almenno. Sopravvissuta al marito conte Attone, morto in Almenno S. Salvatore il 20 luglio 975, e all'unico figlio conte Guido premorto al padre, la contessa elargì tutti i suoi beni a istituti ecclesiastici, come già aveva fatto in memoria del figlio Guido. Un atto del mese di luglio 973, stipulato in Verona, riporta una sua donazione di molti fondi sul veronese e in Gargnano del Garda (in vico Gargniano in comitatu brixiensi) al Capitolo della Cattedrale di Verona; e una simile destinazione ebbero forse i suoi beni di Palosco, Rudiano, Gusnago, della Brianza e dalla Valsassina, di Almenno e di tanti altri luoghi, noti ed ignoti, dove si stendeva la signoria della sua casa. Questa contessa Ferlinda è l'unica che emerge da tutti i documenti del "Codice diplomatico lombardo" . Vedova senza figli superstiti, è inclinata a beneficiare la Chiesa e i monasteri; non è un'ipotesi azzardata, annota il Guerrini, sebbene gratuita, l'identificarla con l'omonima contessa che ha donato al vescovato di Brescia la ricca corte di Bagnolo. La donazione andrebbe quindi collocata nell'ultimo quarto del secolo X, e probabilmente nel pontificato del vescovo Goffredo di Canossa (970-995) prozio della celebre contessa Matilde e uno dei creatori della potenza temporale del vescovato di Brescia.