ELETTROSIDERURGIA

ELETTROSIDERURGIA

Il primo ad applicare in provincia di Brescia l'elettricità alla lavorazione del ferro fu l'ing. Ernesto Stassano (v.) che nel 1893 introdusse a Corna di Darfo il forno elettrico. Succeduto allo Stassano Antonio Rusconi di Breno, nel 1899 lo stabilimento passava alla Società Elettrosiderurgica Camuna sorta per sfruttare il brevetto Stassano. A sua volta la Società Elettrosiderurgica vendeva nel 1902 gli stabilimenti alla Soc. An. Ferriere di Voltri dei fratelli Tassara che li potenziarono con nuovi impianti Keller, con centrali. Nel 1930 la Società Ferriere Voltri veniva incorporata nell'ILVA (v.) che continuò lo sviluppo degli impianti con nuove fonti di energia e con sempre più moderni impianti. Verso il 1922 il settore elettrosiderurgico si arricchisce di nuovi stabilimenti quali la Siderurgica Togni, le Acciaierie Danieli, le Officine Riunite Italiane (O.R.I.) in città. Le Acciaierie Danieli, che erano state in efficienza fin dalla prima guerra mondiale, furono assorbite dalla Togni, il cui titolare Giulio Togni aveva già lavorato presso la Danieli. A Sellero aveva vita la Elettrosiderurgica di Valcamonica, fondata da Giovanni Murachelli, che fino al 1915 era stato con Gregorini di Lovere. Lo stabilimento avrà un nuovo sviluppo nel 1933 per l'intervento dell'avv. Maffeo Gheza di Breno, che fu tra i promotori della Società Elettrica di Valcamonica, e in seguito della Monteselva (1937), per la lavorazione di acciai speciali. Da allora in poi l'elettrosiderurgia ebbe sempre più vasti e intensi sviluppi.