CALCA Gerolamo
CALCA Gerolamo
(Rovato, 3 febbraio 1878 - 29 maggio 1957). Studiò a Brera con il Tallone che ebbe di lui molta stima. Si ritirò poi a Rovato dove fu instancabile "lavoratore" del pennello. Disinteressato fino all'inverosimile preferì vivere povero e, spesse volte, incompreso e triste anziché arrendersi al facile mercato. Frequentò le famiglie nobili della Franciacorta (Cavalieri, Maggi) e i Bettoni di Bogliaco. Numerose le sue opere. In una esposizione tenuta presso la Scuola F.Richino di Rovato nell'ottobre 1958 vennero esposte ben 104 tele e 24 disegni ed acquerelli di proprietà di famiglie private. Il Panazzo lo giudica "vero artista, anzi (...) uno dei maggiori artisti della prima metà del nostro secolo e dei meno noti". Personalissimo il suo stile per cui, sempre secondo il Panazza, "se (...) i suoi lavori giovanili, come il "Ritratto del bidello di Brera", del 1890-'95 (propr. ing. Conti) o "La natura morta" firmata e datata 1899 (propr. ing. Conti) mostrano evidenti l'influsso del Tallone, il suo maestro all'Accademia di Brera, nonostante una maggior costruzione plastica ad opera della luce e una più fresca intonazione cromatica rispetto al suo maestro, ecco che fra le prime opere è anche quel "Ritratto del cognato" che nel modellato nervoso e ben costruito, nella luce che dà il "senso della materia" nello squisito accordo di grigi non ha nulla a che fare con lo sfumato, con le tonalità profonde e morbide, con quel che di misterioso e di stanco caratteristico degli ultimi epigoni del Cremona o del Ranzoni, ed invece si collega stranamente alle opere dei macchiaioli toscani." Di un momento successivo sono il ritrattino in rosso della figlia Fulvia (proprietà famiglia Calca), le "Cucitrici" (propr. dei nipoti), il "Ritratto della signora Cavalleri" del 1911 circa, che può quasi esser preso a simbolo di un gusto e di un'epoca. Il colore diviene più sfrangiato, ma le figure e le scene non perdono la loro consistenza; accanto alle note profonde alle tinte smorzate dei lombardi, ecco la vivacità di certi bianchi, di certi rossi che richiamano a volte il Mancini; la pennellata è acuta, spigliata. L'influenza del liberty e del floreale è visibile nei ritratti della signora Conti (1911-'13 circa ) e della signora Caravaggi (1913) nei quali la tavolozza si schiarisce intensa è la ricerca dei caratteri. Il Calca fu ritrattista di notevoli capacità, come dimostrano i ritratti dell'avv. Cavalleri (1925 circa), del dott. Fanzar, della signora Avanzini, dell'avv. Caravaggi (definito dal Panazza "non indegno dei nostri maggiori pittori del Rinascimento". Intorno al 1929 vennero eseguiti a lui aue paesaggi raffiguranti la zona di Galippoli: particolarmente suggestiva è la "marina". Verso il 1936-37 il pittore andò chiarendo sempre più la sua tavolozza che tale rimarrà fino alla sua morte: è l'epoca dei paesaggi, delle scene di vita rovatese. dei dipinti con gallinelle. Queste fusioni di colori sono rilevabili soprattutto nelle ultimissime opere. Un pittore così dotato non poteva non essere uno squisito disegnatore: ne fanno testimonianza vari schizzi a matita e a penna, alcuni con qualche ricordo del Piccio, ma con un segno più lineare e pungente in luogo della sfumata levità pungente del grande lombardo; in qualche altro con un fare alla Previtali; ma tutti condotti con spontaneità e con estro. Fu anche artista sacro come nella chiesa di Villa di Chiavemo e nella prepositurale di Rovato alla quale dedicò l'ultima sua opera, un S.Paolo per la vetrata. Numerose anche le tele a soggetto religioso. Suoi affreschi del 1939 sono nelle scuole di Rovato. CALCAGNA Roggia alla deriva dal Mella che percorre il territorio di Corticelle e Cignano. Fu progettata e fatta costruire dall'umanista Lorenzo Calcagno nel sec. XIV.