ARTE

ARTE

L'arte bresciana ha le sue prime espressioni semplicissime ed eloquenti nelle incisioni rupestri della Valcamonica. Ma vere ed elaborate manifestazioni si hanno nell'epoca romana, che vede a Brescia il sorgere di un superbo centro monumentale che dal Capitolium dell'epoca romana, ricco di preziosi affreschi e mosaici pavimentali, si allarga (e sovrappone) con il tempio di Vespasiano (73 d.C.), il Foro, la Basilica (Curia), il teatro ecc. fino alle ville periferiche (sotto la basilica di S.Salvatore) e a quelle della provincia (Lago di Garda, Valtrompia, Marone ecc.). Più modesta la statuaria in pietra e marmo, ma ricca la scultura in bronzo (basta come documento incomparabile la statua della Vittoria), copiosa la presenza di ritratti imperiali in bronzo dorato, bassorilievi, mosaici, vetri, ceramiche, avori preziosi che arricchiscono il Museo romano. Queste ricchezze fanno ritenere Brescia come un centro di diffusione dell'arte romana oltre le Alpi. Testimonianze di arte cristiana esistono nei sarcofaghi del IV-V sec.; negli avanzi di S.Faustino ad Sanguinem, nei mosaici di S.Maria Maggiore (V-VI sec.). Notevoli i resti di arte barbarica soprattutto con l'avvento dei Longobardi (come gli avanzi dell'arce, della Chiesa di S.Stefano sul Cidneo, le tracce del battistero di S.Giovanni del sec. VII). A testimoniare la munificenza degli ultimi re longobardi (Ansa a Desiderio) resta la basilica di S.Salvatore (753). Tracce di sculture barbariche si trovano in diversi luoghi del Bresciano: Gussago, Idro, Ome, ecc. In parte l'arte bresciana del tempo risente l'influenza dell'arte bizantina e a sua volta influenza quella d'oltralpe. La seconda chiesa di S.Salvatore di tipo basilicale con begli affreschi, stucchi, ricchi capitelli ecc. indica una continuità dell'arte a Brescia che vede una riaffermazione anche nell'epoca carolingia. All'epoca comunale la città diventa, scrive il Panazza, "un fervido cantiere di costruzioni semplici e severe d'aspetto". Alle mura (con le porte Bruciata, Paganora ecc.) si alternano la torre della Pallata, la torre civica e il grandioso Broletto (fine sec. XII) che si appaia al Duomo vecchio (fine sec. XI) e cui fanno corona S.Maria in Solario, S.Faustino in Riposo, S.Marco, la absidi di s.Zeno e di S.Giorgio, i monasteri di S.Eufemia, di Provaglio, di S.Pietro in Mavino a Sirmione, e via via nel sec. XII S.Giacomo di Castenedolo, S.Salvatore di Capodiponte, S.Siro di Cemmo, la SS.Trinità di Esine, S.Andrea di Iseo, S.Zenone di Lonato, S.Pancrazio di Montichiari, S.Andrea di Maderno ecc. Nel sec. XIII mentre in architettura si accentua il ricorso ad elementi decorativi, nella scultura sono già presenti influenze venete, mentre nella pittura accanto alla corrente bizantineggiante e a quella tradizionale si afferma quella romanica. Scarsa invece la vena lombarda che si risveglierà nel 1400. Ma già assieme ad altri influssi si profilano orientamenti nuovi. Importanti testimonianze dei tempi sono la stauroteca, la croce di campo, la tomba di Berardo Maggi in Duomo vecchio. Nel 1400 nei restauri e nella costruzione di chiese, Brescia si rivela come il punto d'incontro di correnti stilistiche lombarde e venete e fino al 1460 - 1470 sono sempre più vivi i fermenti nuovi e vari. In pittura sono evidenti le influenze giottesche che si arricchiscono con altre esperienze nella seconda metà del sec. XV e nella prima metà del sec. XVI. Dipinti del Bembo e del Moretti, di Vivarini e Bellini e più tardi di Da Cemmo e Da Marone arricchiscono chiese e conventi della città e della provincia (da Bagolino, a Bienno, a Esine, e in altri centri anche piccolissimi). Il Rinascimento vede in città sorgere la piazza della Loggia, palazzi, chiese, conventi. La scultura lombarda ha il suo momento migliore nella chiesa dei Miracoli; la pittura trionfa attraverso maestri di grande prestigio dal Foppa, al Ferramola, al Da Cailina, al Civerchio, al Romanino, al Savoldo, al Moretto delle cui opere sono ricche chiese della città e della provincia. Epigono della scuola bresciana è il Gambara. Non mancano scultori e intarsiatori. Mentre il barocco bresciano è poverissimo, il Settecento vede una fioritura di monumenti architettonici veramente prodigiosa dal Duomo Nuovo, alle chiese della città e alle moltissime della provincia. Fervidi e festosi sono i decoratori bresciani (Scalvini, Savanni, ecc), mentre non mancano figure di pittori originali come il Ceruti (Pitocchetto). Il Neoclassicismo è fertile di palazzi e anche di chiese, mentre il movimento romantico dell'Ottocento vede numerosi ed apprezzati pittori. Varie le esperienze anche del secolo presente anche se sempre più deboli sono le vere espressioni d'arte.