AGITAZIONI Sociali a Brescia

AGITAZIONI Sociali a Brescia

Brescia non fu mai ricca di agitazioni sociali, sia per ragioni storiche, sia per il carattere eminentemente pratico e concreto dei suoi abitanti. Fra le agitazioni più rilevanti bisogna elencare quelle patarine nel sec. XII e, soprattutto, il moto della borghesia bresciana del 1644 (v.Borghesia). Ma le agitazioni più vivaci furono quelle che videro protagoniste le popolazioni della Valtrompia dal 1770 al 1790, come reazione alla politica assenteistica del governo veneto e alla insensibilità delle autorità bresciane verso i loro gravi problemi economico-sociali. Fenomeni del genere avvennero nel, 1796 e 1797, da parte della popolazione Valsabbina contro il governo provvisorio giacobino, con saccheggi dei mercati di Salò e Desenzano. Le prime agitazioni di carattere sociale nel periodo dell'unità d'Italia si verificano fin dal 1863 ed hanno il loro epicentro nella Bassa orientale e promotori ex garibaldini, mazziniani, agitatori del partito d'azione. Ma i più autentici movimenti spontanei di piazza sono quelli del maggio 1878 a Bagolino e a Verolavecchia e in altri centri. Ad essi partecipano disoccupati e poveri (150 a Bagolino, 100 a Verolavecchia) e preludono agli scioperi contadini del 1880, poi incanalati in una azione sempre più efficace ed ordinata dalla Camera del lavoro e dalle Leghe Bianche cattoliche. Agitazioni vere e proprie si verificano nel 1927 in occasione della soppressione di alcuni Comuni e più tardi durante la I guerra mondiale e nel periodo immediatamente seguente.