ACQUALUNGA

ACQUALUNGA

Frazione del comune di Borgo s.Giacomo. Parrocchia dedicata a s.Maria Maddalena. Ha circa 610 abitanti. Facile la derivazione del nome da "aqua longa", per la presenza di un lungo fossato che raccoglie le acque nascenti o piovane del territorio di Borgo s.Giacomo e le incanala nell' Oglio, avviandole dietro l'altura su cui sorge la chiesa parrocchiale. Vi si trovarono frammenti di ossa di mammut. In una necropoli di epoca romana si trovarono numerose vestigia archeologiche: vasi, anfore, oggetti d'argento e di bronzo. Costituì probabilmente una stazione militare romana contro gli Insubri. Fu poi colonia saldamente fortificata, difesa da un vallum forse chiamato Galbianum - da Galba. Dopo aver giurato nel maggio 1427 fedeltà a Venezia, subì il 10 febbraio 1430 un'incursione dell'esercito visconteo. Durante la guerra di Ferrara, nell'agosto 1483, vi giunse il duca di Calabria, che fu accolto con timore. Già fin d'allora, accanto a povere catapecchie, Acqualunga aveva abitazioni civili notevoli e salde, appartenenti all'antica piazza fortificata. Acqualunga aveva due chiese, una dedicata a s.Maria e l'altra a s.Maria Maddalena, già ricordate nel 1410. La prima era già parrocchiale staccatasi dalla pieve di Quinzano. Ebbe poi nel sec. XV sopravvento la seconda che divenne la nuova chiesa parrocchiale. Nel 1700 vi furono compiute ampie bonifiche. Le memorie di Acqualunga sono legate alla famiglia bresciana degli Emigli (in dialetto "i mei"), ed a quella dei Fè d'Ostiani; quest'ultima di origine cremonese, fondata forse nel sec. XIV da un Bettoncello di Azzanello. Gli Emigli abitavano nel palazzo passato poi ai Gambara, Collalto e Della Volta, mentre i Fè avevano un grandioso palazzo - passato poi ai Vertua - che gode splendido panorama sul cremonese. Nella chiesa parrocchiale, detta dell'Arcadello, semplice ma abbellita da recenti restauri, vi sono un bello ed elegante altare maggiore, settecentesco, di marmo, e due altari laterali marmorei, secenteschi, con belle soase in legno intagliato. Quello a destra ha una pregevole statua della Madonna del Rosario del 1702 e quello a sinistra una tela di scuola morettiana raffigurante "Cristo che sparge sangue dal costato". Agli inizi di questo secolo ebbe un asilo infantile che fu tra i primi sorti in piccoli paesi del genere.