ZANCA Bartolomeo

ZANCA Bartolomeo

Sec. XVI. Di S. Gervasio Bresciano. È a Roma «mercator artis albae» abilitato dagli Statuti a vendere «diverse specie di robbe necessarie all'uso continuo, e mantenimento del Popolo, come Legumi, Paste, Vasi di terra, Filo, Seta, Carta e altre cose simili», cioè padrone di un bazar. Sentendosi vicino alla morte, dopo aver disposto la sua anima all'incontro con Dio, Bartolomeo Zanca si occupava delle sue cose, lasciando cinque scudi di moneta alla Compagnia di San Faustino e Giovita dei bresciani, per la celebrazione delle Messe gregoriane nella basilica di San Lorenzo fuori dalle Mura. Lasciava ancora tre scudi alla Compagnia del Corpus Domini della chiesa di San Giacomo a Scossacavalli presso il Vaticano, con censo sui suoi beni, 140 da un certo muratore di nome Mario, abitante a Rignano, 21 da Tommaso Ciaffoni e tre da un certo muratore di nome Tommaso. Tra i suoi beni, il mercante contava otto botti di vino.