PANCIERA di Zoppola Giuseppe

PANCIERA di Zoppola Giuseppe

(Padova, 12 settembre 1858 - Roma, 19 agosto 1931). Di Andrea e della contessa Lucrezia Salvadego Molin. A Brescia dal 1859, vi frequentò le scuole pubbliche, segnalandosi fra i migliori allievi del Liceo "Arnaldo" (II premio nel 1874). Laureatosi in legge all'università di Padova, completò per due anni gli studi in Inghilterra, dove, a Londra, strinse amicizia con alcune personalità fra cui il celebre scrittore Smiles, che poi egli ospitò nell'aprile 1887 a Nigoline. Si dedicò più tardi anche alla pittura sotto la direzione di Filippo Carcano. Promosse numerose iniziative di progresso civile e sociale specie nei propri possedimenti. Nel 1906 rilevò dalla «Società Bresciana» energia elettrica non solo per illuminare la villa di Nigoline, ma anche sufficiente per provvedere alla illuminazione pubblica e privata dei comuni di Adro e di Erbusco. A Motella promosse l'asilo infantile, un piccolo calzificio e il dopolavoro; a Nigoline donò il campo sportivo. Si dedicò inoltre a molti viaggi che continuò poi dal 1890 quando ebbe a sposare la rumena Lucia Greciano conosciuta a Firenze. Durante i numerosi soggiorni con lei "greco-scismatica" in Romania e nell'Est, venne conquistato da una spiritualità viva, sofferta, quasi contemplativa, un po' di tipo orientale e d'altra parte di dottrine avanzate confinanti o sconfinanti con il modernismo. Fu anche collaboratore della rivista "Rinnovamento" di Milano. Ritornato alla fede dopo un periodo di smarrimento, Giuseppe Zoppola divenne un caro fedelissimo amico di mons. Bonomelli, di p. Semeria, di Fogazzaro, di Gallarati Scotti, dedicandosi quasi completamente ad un vero apostolato della penna attraverso una apologetica tutta sua, diretta soprattutto agli increduli, ai dubbiosi, preconizzante il futuro e specie l'unità della Chiesa. Scrisse un buon numero di opuscoli di argomento religioso, filosofico e vario, professando idee coraggiose anche in campo sociale. Intorno a lui gravitò tutto un mondo di intellettuali e di giovani sensibili ai problemi religiosi e del pensiero contemporaneo, costituendo un altro cenacolo un poco più raccolto e quasi segreto, ma socialmente e religiosamente impegnato. Condusse vivaci polemiche e, dopo essere stato seguace di mons. Bonomelli, si andò orientando verso una specie di corporativismo o, come egli lo chiamò, un sindacalismo nazionale, e poi verso il fascismo. Il suo gesto non ebbe alcuna influenza sul movimento cattolico e lo portò anzi all'isolamento. Fu cavaliere d'ordine e di devozione del S.O. di Malta.


Pubblicò per lo più sotto il nome di Giuseppe Zoppola: "Al di là della Manica" (1883); "Socialismo contro socialismo" (1901); "La verità" (4 vol., Milano, 1903-4); "Contro il divorzio" (opuscolo inviato a tutti i deputati e fatto distribuire gratis in 5000 complessi nelle principali città del regno per combattere il progetto di legge sul divorzio, presentato alla Camera sotto il ministero Giolitti-Zanardelli, 1902); "Intorno al Modernismo" (1903); "Lo spirito della solitudine" (1906 e ristampa 1910); "Ma profession de foi" (1912); "Le assemblee degli uomini e un'assemblea di bestie" (1910); "Il pensiero religioso" (1911); "Lettre ouverte a M. O. Tzitz" (chiusa di una polemica, avuta con lo Tzitz a proposito di "Ma profession de foi", 1913); "A vapore" (scene dialogate) (1914); "Le bestie che parlano come gli uomini" (1916); "La lettera uccide; ma lo Spirito vivifica" (1916); "Dell'origine e della diffusione del peccato" (1913); "Imperialismo spirituale e imperialismo materiale" (1928); "Ebrei che si danno la zappa sui piedi" (1930). Ha pubblicato inoltre numerosi articoli in giornali e riviste. Ha lasciato inediti un romanzo ("Tra diari e ricordi"), un lavoro dal titolo: "La guerra considerata alla luce dell'Evangelo" e altri lavori ancora. Il 16 febbraio 1890 aveva sposato la rumena Lucia Greciano (n. a Pariul Olodolni l'11 luglio 1867). Da lei ebbe Andrea Mario e Maria Lucrezia detta Myriam (n. a Brescia il 28 giugno 1899 - morta nel 1983, sposata a Gianni Pareto Spinola di Genova, dal quale ebbe due figli: Raffaele e Ileana).