OSSERVATORIO Ornitologico del Garda

OSSERVATORIO Ornitologico del Garda

Stazione sperimentale di ornitologia promossa nel 1928 dal prof. Alessandro Ghigi, Direttore dell'Istituto di Zoologia della R. Università di Bologna, sotto gli auspici del Ministero dell'Economia Nazionale e col concorso della Federazione Nazionale Fascista dei Cacciatori Italiani, la. Commissione Venatoria Provinciale di Brescia. Ha sede nelle vicinanze di Salò. Incominciò a funzionare, primo in Italia, il 15 agosto 1929 e il 23 settembre venne presentato dal dott. Antonio Duse al Congresso per il progresso delle scienze riunito a Firenze. L'Istituto, di carattere scientifico, si prefisse come scopo di studiare molti importanti fenomeni biologici riguardanti gli uccelli con speciale riguardo alla «migrazione», in collaborazione con gli Osservatori istituiti allo stesso scopo in molte Nazioni dell'Europa centrale e settentrionale. La scelta della località per l'impianto dell'Osservatorio cadde sulla regione bresciana perché molto adatta per tali studi, essendo percorsa durante i periodi del passo da schiere innumerevoli di piccoli migratori, e perché l'arte dell'uccellagione è praticata con antica, tradizionale passione dalle popolazioni della regione prealpina: la qual cosa consente di aver facilmente a disposizione i mezzi d'aucupio e gli uomini adatti all'esperimento.


L'Osservatorio fu subito collegato a varie uccellande, famose nella Riviera del Garda scaglionate a varie altezze, nella direzione del meridiano. Le più alte furono a Capovalle (Ferrari), al Monte Spino (Visintini), le intermedie sul Colle di S. Bartolomeo (Castelli) che sovrasta Salò; le più basse sulle colline moreniche di S. Felice (Amadei), a Polpenazze (Bellini), a Ospitaletto Bs. (Serlini). Nel loro insieme formarono un gruppo naturale che diede alla Stazione un carattere di unità: in linea d'aria le più lontane distano circa 11 km. fra di loro. La rispettiva posizione delle uccellande a varie altezze in montagna, in collina e al piano, permise di catturare specie ornitiche molto svariate. Le uccellande corrispondenti erano invece dislocate nel Veneto, nel Trentino, in Lombardia e in Liguria e precisamente: Angeli, Tarcento (Udine) - Tabacchi, Pieve di Cadore (Belluno) - Da Corta id. (id) - Bertagnin, Calalzo (Belluno) - Passi, Treviso (Treviso) - Caccianiga, Treviso (Treviso) - Zanini, Thiene (Vicenza) - Gorlani, Legnago (Verona) - Torelli, Calliano (Trento) - Piatti, Desenzano (Brescia) Robbiani, Lonato (Brescia) - Franzini, Volta (Mantova) - Cantoni, Prevalle (Brescia) - Fanti, Castenedolo (Brescia) - De Michelis, Breno (Brescia) - Roncalli, Rocca del Colle (Bergamo) - Guffanti, Gaverina (Bergamo) Rusconi, Binago (Como) - Gasparotto, Cantello (Varese) - Roncari, Gemonio (Varese) - Bertuletti, Besozzo (Varese) Pittaluga, Genova (Prà) (Genova). Nel 1932 salirono a 32 sparse in Lombardia, Veneto, Trentino collegate per studiare il movimento migratorio dall'Isonzo al Ticino, dalla pianura Padana alla catena delle Alpi, dall'Adriatico al Tirreno. Nel solo periodo 15 agosto 1925-15 agosto 1932 vennero lanciati dall'Osservatorio e dai suoi corrispondenti circa 30.000 uccelli inanellati appartenenti a 72 specie diverse e in breve tempo si registrarono più di 1500 riprese, non poche delle quali verificatesi in Russia, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Marocco, Algeria, Tunisia. L'Osservatorio effettua giornalmente osservazioni sulle catture dei migratori registrandone le condizioni atmosferiche e servendosi dei dati meteorologici dell'Osservatorio di Salò posto nella zona delle uccellande e di una stazioncina di meteorologia che fu impiantata espressamente ad un'altitudine di 1100 metri sul livello del mare. Contemporaneamente si raccolgono con metodo le statistiche delle catture, tenendo distinte le specie, e dove è possibile, anche i sessi e qualsiasi fatto che abbia interesse per lo studio dei costumi dei pennuti e delle singole specie di essi. Una delle principali funzioni dell'Osservatorio è quella del «lancio di uccelli inanellati»: la maggior parte degli uccelli catturati, e cioè tutti quelli non lesionati, vengono muniti ad una zampa di un piccolo anello di alluminio sul quale è inciso: «Bologna», oppure «Univ. Bologna - Italia» ed un numero progressivo. Dopo l'inanellamento vengono subito rimessi in libertà e si attende di avere notizie della loro cattura in Italia od all'estero. Si potrà così, poco a poco, raccogliendo con pazienza e precisione molte notizie positive, formare la scienza dell'uccellatore che verrà a completare ed elevare l'arte dell'uccellatore che le nostre popolazioni hanno acquisito ed affinato attraverso un esercizio plurisecolare.