OPERA Pia di S. Dorotea

OPERA Pia di S. Dorotea

Fu fondata nel 1815 a Calcinate dal conte don Luca Passi di Bergamo coadiuvato dal fratello don Marco, entrambi predicatori apostolici. Si diffuse rapidamente oltre che in Italia in Svizzera (1817), Francia, Irlanda. Naturalmente l'opera si prefisse come oggetto di facilitare la correzione fraterna delle fanciulle, e prestare così una mano alla cristiana loro educazione, cercando di avviarle al bene per seguire l'invito di Gesù Cristo: "Chi si prenderà cura di un fanciullo in mio nome è come se prendesse cura di me stesso". Il mezzo che adopera è: un'amorevole sorveglianza esercitata da persone dello stesso sesso sopra alcune fanciulle rispettivamente assegnate, alle quali di consenso coi loro genitori porgono, secondo il bisogno delle stesse e l'occasione che loro se ne presenta, alcuni pii suggerimenti ed avvisi. La sua organizzazione consiste: "nell'esservi una Superiora, la quale ha sotto di sè alcuni drappelli composti ognuno di una Sorvegliatrice, due Assistenti e alcune fanciulle assegnate particolarmente a ciascheduna delle due Assistenti". A Brescia fu trapiantata nel 1828 accolta con gran favore dal vescovo mons. Gabrio Maria Nava e da un gruppo di pie signore (Alessandra Gambara, prima presidente, Elena Girelli, Torri, Tagliaferri, Lana) e specialmente dalla maestra Marina Marini che ne fu la prima cancelliera. Inoltre trovò un appoggio di rilievo nell'ab. Antonio Fontana (1784-1865), professore nelle scuole pubbliche e direttore del Liceo che redasse anche il Manuale della Pia Opera di S. Dorotea. Ebbe la prima sede in S. Maria della Passione (nell'attuale via Tosio) e poi in ciascuna delle parrocchie cittadine nonostante le persecuzioni della Massoneria. L'Addolorata, S. Angela Merici e S. Dorotea furono invocate come protettrici dell'Opera. L'organizzazione dipendeva dal parroco e da una pia persona della parrocchia e raggruppava, attraverso diverse vie, le ragazze migliori della parrocchia. Don Luca Passi rivolse la sua attività particolarmente su Brescia con l'intenzione di porvi il quartiere generale dell'Opera per la Lombardia e compì ogni sforzo per erigere una casa del suo Istituto religioso delle Suore Maestre di S. Dorotea cui appoggiare l'Opera. La casa fu successivamente aperta nell'ex monastero di S. Spirito (oggi Istituto Magistrale, V. Gambara) il 2 novembre 1842, sotto la direzione della stessa Marini. Nel frattempo l'Opera si era diffusa, specie per l'attività della segretaria Marini, in tutto il Bresciano. In Valcamonica l'Opera Pia S. Dorotea venne ampiamente divulgata dalla B. Annunciata Cocchetti che dopo aver fondato la prima casa a Cemmo nel 1835, la portò a Braone (novembre 1842), Nadro, Pescarzo di Cemmo, Ono S. Pietro, Ceto, Grevo (1853), Niardo.