MICHELI Zanetto

MICHELI Zanetto (Giovanni)

(Rò di Montichiari, 1489 c. - Brescia, tra il 1560 e il 1561). Di Giovanni I. Lo troviamo registrato a Brescia il 26 agosto del 1527 nelle Custodie Notturne della città come "Joannettus de li violettis" residente nella quadra II di S. Giovanni, la stessa zona cittadina nella quale abitavano gli Antegnati, il Lamberti, e Floriano Ferramola che tra un quadro e l'altro dipingeva assieme al Moretto le ante dell'organo del Duomo. I nuovi ritrovamenti documentari mettono in forse la presenza di una cultura liutaria a Montichiari; è possibile, invece, che Zanetto sia l'erede, non solo spirituale, dei liutai che operarono a Brescia tra la fine del 400 e i primi anni del 500 che sappiamo esistenti ma che non si è riusciti a individuare nominalmente. Il Lanfranco ce lo presenta come liutaio di vaglia, e al contrario di Jacobo della Corna, per Zanetto si nota l'assenza di documenti notarili estranei alla sua attività. In un atto notarile del 1537 che riguarda la sua attività liutaria si legge: "maestro Zanetto del fu Giovanni Michele di Montechiaro, maestro di violini e di viole promette di consegnare a Tomaso del fu maestro Giacomo degli Orzi detto Roncadello, suonatore, un insieme di cinque violoni per suonare, ovvero tre tenori, un soprano ed un basso, buoni ed apprezzabili, completi e verniciati con i loro accessori necessari, sicchè possano suonare e che siano di quella magnificenza quali sono quelli del signor Costanzo Fenaroli, del signor Urbano e di quelli dei Calini, entro la festa di Pasqua di Resurrezione del Signore prossima ventura" (M.o Zanettus q. Jo Michaelis de monteclaro m.o a violonis et violis... promette di consegnare... a Thome q. mr Jacobi de Urceis dicci ronchadello sonatori... unam copiam violonorum pro pulsando quinque videlizet tre tenores unum sopranum et unum bassus, bonos et laudabilis completos et invernigatos cum suis sulcimenti necessarijs taliter quam pulsari possint et quod sint illius magnitudinis que sunt illi d. Costantij Fenarolis mci d. Urbani et illorum de Calinis hinc ad festum Paschae resurrectionis domini proximae futurae...). Un documento di questo tipo è assai significativo sia per la conoscenza delle parti musicali in uso allora sia per poter valutare l'operato di Zanetto che pare ben inserito nel tessuto bresciano come costruttore di strumenti ad arco. L'atto è rogato in "burgo sancii Nazarij" il che indica come Zanetto si era già trasferito dalla quadra II alla quadra IV di S. Giovanni, in contrada S. Antonio (attuale via Cairoli) forse a causa del secondo matrimonio, con donna Margherita. La casa di Zanetto, seppure non esattamente individuata, doveva essere collocata nel lato S della via poichè il lato N faceva parte di un'altra quadra. Negli altri documenti lo troviamo testimone ad atti notarili e seppure questa forma di citazione non sia mai molto descrittiva, qualche volta è particolarmente significativa. Da un documento del 26 aprile 1560 in cui si trova la prima volta la dicitura "magistro a violinis" si apprende che con lui lavora il cognato del figlio, Battista d'Oneda. Anche a prescindere dal valore che potrebbe assumere nel contesto della presenza del violino a Brescia, questo documento, unito a quelli del 1540, 1551, 1559, testimonia la continua presenza liutaria dei Micheli in Brescia. Nel 1559 Zanetto acquista una casa poco distante da quella in cui abitava, forse in previsione delle nozze di Pellegrino. Dall'atto rogato dal notaio Anselmo Bosio veniamo a sapere che "maestro Johanetto figlio di fu maestro Jo Michaellis de Michelis maestro a liris" acquista da Jo Marco de Rebay (Rebalzi) abitante a Lodi la casa. Testimone di questo atto è Battista Galli sonatore. Sul registro della chiesa di S. Agata, denominato Liber Livellorum, si legge che Zanetto, avendo acquistato la casa, investiva il figlio Pellegrino che era tenuto a pagare il livello. Il Livi e con lui il Foffa fidandosi di quel registro contabile sostengono che Zanetto in quella data è ancora vivo. L'atto notarile rogato dal notaio Bernardino Capirola indica invece che Zanetto era già deceduto, infatti leggiamo "Magistro Peregrinum filius quondam magistri Joanetti ibi presentem..." , ciò permette di circoscrivere la morte di Zanetto tra il 26 aprile 1560 e il 12 agosto 1561. L'ultima testimonianza, post mortem, su Zanetto è la polizza d'estimo "de li heredi del quondam maestro Zanetto di Micheli maestro de violini in Brescia" nella quale si dichiara il possesso della casa, i debiti con Marco Rabalzi in Lodi e con il Reverendo Monsignor Cavallo. Gli eredi, dalla polizza del 1568 di Pellegrino risultano "dona Malgarita vedova mia madrega" e lo stesso Pellegrino. Nel Museo The Shrine to Music di Vermillon (Sud Dakota) troviamo, proveniente dalla Collezione Rawlins-Witten una viola con etichetta "Zanetto da Brescia 1549". Gli altri strumenti conosciuti portano, generalmente l'etichetta col doppio nome di "Pellegrino Zanetto" risultato della collaborazione tra padre e figlio.