MARTINENGO di VILLACHIARA Tito Prospero

MARTINENGO di VILLACHIARA Tito Prospero

(Brescia, ? - 6 ottobre 1594). Di Paolo Emilio e di Laura Gonzaga, figlia del marchese Massimiliano. Il 20 marzo 1542 entrò fra i Benedettini Cassinesi del monastero di S. Eufemia col nome di Don Tito Prospero e, come scrive Paolo Guerrini, fu conoscitore di lingue antiche di greco, latino, ebraico. Divenne famoso per la sua grande cultura nelle lettere greche e latine, per la erudizione larghissima e la esimia pietà. Le numerose sue opere, scrive Paolo Guerrini, «lo collocano degnamente fra i più grandi ingegni che onorarono le lettere classiche nel cinquecento; la sua vita e la sua opera potrebbero prestare argomento per una larga visione degli studi umanistici di tendenza cattolica nel tramonto dell'umanesimo». Chiamato a Roma dal Collegio cardinalizio per purgare le edizioni dei SS. Padri si dedicò, prima di ogni altra alle opere di S. Girolamo che furono poi stampate da Paolo Manuzio. Si dedicò poi alle opere di S. Giovanni Crisostomo, di Teofrasto e infine alla revisione della Bibbia Greca. Fu molto stimato dai papi del suo tempo e specialmente da Pio IV e da Pio V. Nel 1582 pubblicò in Roma anche un volume di "Poemetti" in versi greci e latini. Ormai in avanzata età volle tornare a Brescia nel suo monastero di cui fu priore e dove continuò i suoi studi prediletti. Postillò tra l'altro con fitte note testi greci come l'Odissea e Pindaro. Si segnalò per composizioni in greco tanto da meritarsi l'appellativo di Pindaro secondo e Omero secondo.


Tra le sue pubblicazioni: "Poesis Christiana" (Patavii, apud Gratiosum Percacinum, 1565, in 4°); "Theocodia, sive Parthenodia" (Romae, apud Franciscum Zanettum, 1583, in 4°). E di nuovo, per lo stesso, nel 1589 e 1598 con l'aggiunta di una vita di S. Eufemia. "Poematia diversa tum Graeca, tum latina" (Romae, apud Franciscum Zanettum, 1582, in 4°. E di nuovo, ivi, 1590, in 4°); "Ad Xistum V Pontificem Maximum Carmen Heroicum graece et latine" (Romae apud Frane. Zanettum 1587, in 4°); "Pia quaedam Poemata, ac Theologica quibus accedunt nonnulli quorundam illustrium Monachorum Casinensiam Hymni" (Romae, apud Fran. Zanettum 1590. in 4°); "Due epigrammi latini ed uno greco colla versione latina" "Farrigo Carminum Davidis Podavini in S. Sindonem Christi Domini Taurini asservatam" (Brixiae, apud Vincentium de Sabbio, 1584, in 4°). Ha pure un Epigramma greco colla traduzione latina assieme alla vita di S. Pelagia di Lucillo Martinengo e un Epigramma latino a seguito alle quattro Canzoni dello stesso Lucillo; "Le Bellezze dell'uomo conoscitor, di se stesso. Discorsi cavati, dalle Opere di Platone". Il Cozzando e l'Arsellini registrano quest'opera come stampata, ma non adducono nè il nome dello stampatore, e nemmeno il luogo e l'anno della stampa. Il ms. esiste nella Biblioteca Queriniana; "Hymnus graeco Latinus de s. Barbara" ms. esistente appresso di Arnoldo Wione; "Carmina". Esistevano mss. nella libreria del Collegio Gregoriano di Roma nella Se. R. II. 24. I seguenti poi esistevano nella libreria di S. Eufemia di Brescia: "Note sopra Poeti Greci"; "Tre Odi Greche Pindariche"; "Castigationes in Theophulacti latinam versionem congestae ex Graeci exemplaris collatione"; "Osservazioni sopra vari modi di dire della lingua italiana"; "Osservazioni varie sopra la lingua greca"; "Vari Autori Greci, specialmente Poeti, da lui postillati fra i quali "Odissea" di Omero, un Pindaro, e un libro "Lettere" degli Apostoli.