MARPICATI Arturo
MARPICATI Arturo
(Ghedi, 9 nov. 1891 - Belluno, 11 agosto 1961). Di Bortolo e di Matilde Guerreschi. Di famiglia un tempo benestante poi ridotta in povertà (il padre era falegname ma appassionato di teatro e la madre lavandaia), compì le scuole elementari sotto la guida di un ottimo maestro, Luigi Bonardi, rivelandosi già appassionato di poesia. Fu poi in Seminario fino alla seconda liceale, con l'aiuto del parroco di Ghedi cui conservò sempre viva riconoscenza. Ne uscì nel momento in cui il professore di apologetica lasciava la tonaca. Frequentò, grazie ad alcuni benefattori, il Liceo "Arnaldo"; fu prefetto al Pensionato Scolastico, fino a quando non potè raggiungere Firenze, accoltovi dal padre scolopio Giuseppe Manni. Mantenendosi con lezioni a rampolli di famiglie illustri frequentò l'università dove fu allievo di professori come Mazzari, Rajna, Vitelli, Parodi e Salvemini, e avendo come condiscepoli Virgilio Bondois, Sergio Ortolani, Alfredo Schiaffini, Mario Engheben, Gianni Stuparich ecc. Scoppiata la guerra si arruolò come volontario nel LXIX Fanteria con Giosuè Borsi e Giuseppe Prezzolini. Combattè a Zagora, Oslavia, Magnaboschi, Klanerca, Pecinka, Tolmino, sul Grappa ecc. guadagnando una medaglia d'argento. Nel 1917 si laureò in lettere e filosofia. Fu poi tra i mitraglieri e nei mesi della smobilitazione fu direttore della "Gazzetta del mitragliere" (dal marzo al settembre 1919) e promotore fra i mitraglieri di attività sportive e filodrammatiche. In un primo momento collaborò anche a "La Fionda" . Nazionalista e seguace di Federzoni il 23 marzo 1919 aderì al Fascismo diventando fin dal 1918 collaboratore al "Popolo d'Italia". Nel marzo 1919 era già a Fiume ove teneva comizi pubblici e il 2 aprile veniva incaricato, dal Consiglio Nazionale della città, di portare un messaggio a D'Annunzio. Il 16 aprile parlò al Teatro Grande di Brescia sulla "Passione di Fiume" che venne stampata e diffusa in opuscoli dal Comando dei Mitraglieri. L' 1 giugno inaugurava la "cantina del soldato" e il 15 luglio assumeva il comando dell'ufficio Propaganda e stampa dei Mitraglieri assumendo la direzione della "Gazzetta del Mitragliere" che diresse fino al settembre 1919. Tenne inoltre numerose conferenze "antibolsceviche" nelle case del soldato e in teatri a Milano, Codogno, Piacenza, Firenze, Pisa, Bitonto e anche a Innsbruk. Congedato nel settembre 1919 raggiunse Fiume e fu vicino a D'Annunzio. Il 20 novembre 1920 Mussolini lo nominava suo corrispondente del "Popolo d'Italia". A lui il 22 dicembre D'Annunzio affidava un particolare messaggio da recapitare a Mussolini. Raggiunto di nuovo il comandante a Fiume, dopo il "Natale di sangue" assisteva alle trattative con il Governo, rimanendo a Fiume dopo la partenza di D'Annunzio, dove fu comandante della Legione del Carnaro, centurione della Milizia (agosto 1923). Fu professore di lettere italiane nell'Istituto Tecnico e nel nov. 1925 al Liceo Dante Alighieri di Fiume membro del Consiglio Scolastico regionale della Venezia Giulia. A Fiume fondò (con Marie Windmar) la rivista "Delta" (1923-1925) e vi diresse "La Vedetta d'Italia". Fu segretario federale del Carnaro e nel 1928 console della M.V.S.N. A Fiume nel 1922 aveva sposato la nobildonna Antonietta Lado dalla quale ebbe due figli. Nel 1928 si trasferì a Roma, dove venne nominato vice cancelliere dell'Accademia d'Italia, appena fondata, di cui nel 1929 divenne cancelliere con Tittoni, Marconi e D'Annunzio. Nel 1930 fu nominato direttore dell'Istituto Nazionale di Cultura fascista sotto la presidenza di Giovanni Gentile e dal 1930 al 1934 membro del Direttorio Nazionale fascista. Nel gennaio 1931 è posto a capo dell'Associazione Fascista della Scuola e nel dicembre 1931, fino al 1934, vice segretario del P.N.F. e membro del Gran Consiglio. In seguito fu membro del Consiglio Nazionale delle Corporazioni e console generale della M.V.S.N. Convinto sostenitore dell'ideologia fascista dimostrò tuttavia anche imparzialità e tolleranza. A lui Prezzolini attribuì il merito di aver lasciato correre apprezzamenti favorevoli espressi su Gobetti e su Gramsci nel suo volume "La cultura italiana". Nel luglio 1934 il Consiglio Superiore del Ministero della P.I. su proposta del Ministro gli conferiva all'unanimità, su relazione di Vittorio Rossi, la libera docenza in lingua e lettere italiane. Con tanti importanti impegni, viaggiò molto, ma trovò il tempo di tornare anche a Brescia, dove tenne tra l'altro discorsi per l'inaugurazione del sacrario dei caduti al Vantiniano, e il 10 settembre 1933, presente il principe Umberto di Savoia, quello per l'inaugurazione del monumento ai Lupi di Toscana. Tornò anche a Ghedi, particolarmente festeggiato e dove, nell'aprile 1932, gli veniva dedicato un campo sportivo. Il 23 marzo 1929 era nominato socio dell'Ateneo di Brescia. Continuò anche l'attività di scrittore e di pubblicista e tra l'altro ideò e diresse la collana "Panorami di vita fascista" edita da Mondadori. Fu nominato Consigliere di Stato nel 1938, carica che tenne fino alla morte. Nella guerra 1940-1943 fu tenente colonnello di Stato Maggiore presso la Quarta Armata ed ebbe modo, nel genetliaco del re Vittorio Emanuele III, di tenere un discorso di esaltazione dell'unità intorno alla Monarchia. Superato un periodo di emarginazione e di epurazione continuò a svolgere il ruolo di Consigliere di Stato riprendendo sempre più vasti contatti con il mondo culturale italiano.
Ha collaborato al "Popolo d'Italia", "Cittadino di Brescia" (1917), "Vedetta d'Italia", "Rivista del Popolo Italiano", "Corriere della Sera" , "Gerarchia", "Lettura", "Nuova Antologia", "Popolo di Brescia", "Brescia", "Giornale di Brescia".
Ha pubblicato:"Liriche di guerra. Prefazione di Giuseppe Prezzolini" (Firenze, Sansoni, 1918, 2° ed., Milano, Facchi, 1919, 3° ed., Bologna, Zanichelli, 1934). "Il volto del martire, liriche di guerra" (Milano, Facchi, 1919; ristampa riveduta Bologna, Zanichelli, 1935). "Angelo Emo. Profilo" (Firenze, Carnesecchi, 1919). "La proletaria, Saggi sulla psicologia delle masse combattenti" (Firenze, Bemporad, 1920, Bologna, Cappelli, 1933); "Saggi storico critici" (Fiume, Associazione Nazionale Dante Alighieri, 1921, ristampato in Saggi di letteratura). "Piccolo romanzo di una vela" (Milano, Alpes, 1922; Roma, Augusteo; 1931; Milano, Mondadori, 1934 e 1938; Roma, Bardi, 1955; Roma, tip. del Senato, 1958, col titolo Itinerario adriatico); "La passione di Fiume" (Brescia, F. Apollonio, 1919); "Engheben, Baccich, Noferi" (Piacenza, Porta, 1923, Collane "Artefici della Vittoria"); "Gaetano Giardino" (Ibidem, 1924, ib.); "La coda di Minosse" (Fiume, Delta Ali, 1925; Bologna, Cappelli, 1931, 1933; Milano, Ceschina, 1959 (col titolo Tribunale di guerra) tradotto in tedesco da Wilhelm Goldmann (Verlog, Lipsia, 1934). "Il partito fascista, origine, sviluppo, funzioni" (Milano, Mondadori, 1933, 1936, 1938); "Dante e il Foscolo"(Roma, Istituto Nazionale di Cultura fascista, 1939); "Orazio poeta dell'Impero" (Milano, O. Zucchi, 1936); "Quando fa sereno" (Milano, Mondadori, 1937, 1942); "Lettere inedite di Ugo Foscolo a Marzia Martinengo" con saggio sul Foscolo a Brescia, Firenze, Lemonnier, 1939 (ristampato, senza le lettere, nell'edizione nazionale delle opere del Foscolo, con il titolo "Ugo Foscolo a Brescia", Firenze, Lemonnier, 1958); "Uomini e fatti del mio tempo" (Torino, S.E.I., 1942); "Alcune poesie" (Firenze, Carnesecchi, 1952, fuori commercio); "Questi nostri occhi" (Torino, S.E.I. 1953, 1955); "Sole su le vecchie strade" (Torino, S.E.I., 1956, 1959); "... e allora non dimenticateci" (Torino, S.E.I., 1961, 1966). "Il dramma politico di Ugo Foscolo" (Milano, Alpes, 1927; Bologna, Zanichelli, 1934); "Fondamenti ideali e storici del fascismo" (Bologna, Cappelli, 1931); "Abbazia. Ozi e diporti sul Carnaro" (Bologna, Cappelli, 1931); "Ritratti e racconti di guerra" (Bologna, Cappelli, 1932, 1933, 1937); "Saggi di letteratura" (Firenze, Lemonnier, 1933; Firenze, Sansoni, 1934); "Nella vita del mio tempo" (Bologna, Zanichelli, 1934, 1935). "Passione politica in Giosuè Carducci" (Bologna, Zanichelli, 1935); "L'Accademia d'Italia" (Milano, Mondadori, 1937, nella Collezione "Panorami di vita fascista" edita sotto gli auspici del P.N.F. e diretta da Marpicati); "Opere del Regime" (Roma, 1934. "Quaderni dell'Istituto Nazionale fascista di cultura", Serie IV, 4, tradotto in francese, inglese, tedesco, spagnolo e arabo); "Il Partito Nazionale Fascista" (Milano, Mondadori, 1934, nella Collezione "Panorami di vita fascista"). Pubblicò vari opuscoli. Curò: "C. Parini. Il Giorno. Introduzione e note" (Palermo, 1926); Collana "Ires" diretta da G. Prezzolini.