MAGRASSI Giovanni Artemio

MAGRASSI Giovanni Artemio

(S. Damiano al Colle, Pavia, 23 febbr. 1873 - Brescia, 20 giugno 1953). Di Pietro e di Margherita Bersani. Venne a Brescia con la famiglia nell'aprile 1882 e vi compì gli studi medi fra difficoltà economiche e disgrazie familiari; conseguita nel luglio 1891 la licenza liceale riuscì a vincere una borsa di studio del Collegio delle Provincie di Torino. Frequentò la facoltà di medicina di Torino, dove fu uno degli alunni prediletti del Forlanini,direttore della cattedra di semeiotica. Laureatosi nell'agosto 1897, seguì il corso superiore d'igiene del prof. Luigi Pagliani. Ritornato a Brescia, alla fine del 1898 entrò come assistente nel reparto chirurgico dell'Ospedale civile, collaborando subito attivamente alla Società Bresciana d'Igiene e poco dopo alla Associazione Medica chirurgica Bresciana, di cui fu animatore instancabile e vice presidente. Fu subito uno degli animatori dell'ambiente medico bresciano e dei problemi pubblici di igiene, di profilassi, di lotta contro la malaria, la pellagra, la tubercolosi, l'alcoolismo, il cancro, scrivendone anche su "La Provincia di Brescia" e poi sul "Popolo di Brescia" dove tenne rubriche mediche e di igiene. Cooperò in ogni maniera al miglioramento delle condizioni igienico sanitarie di Brescia e Provincia. Entrato in Consiglio comunale fu assessore nella giunta. Uno dei settori dell'igiene sanitaria sociale a cui Artemio Magrassi dedicò la sua particolare attenzione e la sua appassionata attività, come pubblico amministratore, fu quello dell'infanzia e delle madri operaie, che ebbe la sua prima ed importante realizzazione nella nostra città con l'istituzione della «Goccia di latte», che assicurò nelle dure giornate belliche del 1915-18, nel dopoguerra ed anche in seguito il rifornimento gratuito di latte pastorizzato a tutti i bambini lattanti bisognosi ed alimentazione congrua a tutte le madri povere. Intensa l'opera di lotta contro la tubercolosi, sia attraverso l'istituzione del Dispensario antitubercolare (nel 1908) sia nella cura della tubercolosi ossea e articolare per curare la quale nel maggio 1915 attrezzava a Desenzano un apposito stabilimento sanitario che, dopo la I guerra mondiale, diverrà nel febbraio 1919 la "Villa del Sole". Essa fu la prima clinica del genere in Italia, in consonanza con gli orientamenti terapeutici, preconizzati dal Codivilla, dal Bernharth e dal Rollier, i quali limitando al massimo gli interventi chirurgici, particolarmente demolitori, puntavano per la guarigione sul miglioramento delle condizioni generali dell'organismo, da ottenersi con il sole, l'aria salubre, la buona alimentazione, la tranquillità dell'anima e del corpo. Per tale iniziativa ebbe nell'ottobre 1921 la medaglia d'oro all'Esposizione di climatologia e di idrologia di Parma. Fu tra i più attivi promotori dal 1919 in poi delle colonie elioterapiche. Nel 1920 ritornò di nuovo in Consiglio Comunale nella lista liberale. Orientatosi verso il fascismo fu ispettore dei sindacati intellettuali, presidente della Confederazione fascista professionisti e artisti, nel consiglio prima e poi presidente del consiglio direttivo del "Popolo di Brescia", membro del direttorio della sezione rionale Sorlini. Fu chirurgo primario degli Ospedali Civili, dell'Ospedale dei bambini, presidente delle Opere Pie raggruppate e direttore dell'Istituto Rachitici. Nel 1928 fu con il prof. Olindo Alberti e il dott. Pancotto uno dei promotori della Lega contro il cancro della quale fu presidente. Fu inoltre (1926) presidente della Casa d'Industria, membro della Commissione igienico-sanitaria (1925-1930), membro della Congregazione di Carità. Fu tra i sostenitori del Consorzio provinciale antitubercolare e dei sanatori fondato nel Bresciano. Fu presidente della Casa di Salute "Moro", e della "Poliambulanza" e presidente del Sindacato Istituti privati di cure. Fu inoltre consigliere della O.P. Croce Bianca, del Comitato della Croce Rossa, dell'"Amico del Popolo", della Società Dante Alighieri, dell'Istituto femminile di famiglia, ispettore dell'O.N.M.I. e membro di parecchi consigli di amministrazione di enti pubblici. Inoltre fu vicepresidente dell'Ordine dei medici. Il 24 febbraio 1907 era stato eletto socio dell'Ateneo di Brescia, nel giugno 1925, commendatore ecc. "Se non fu, come ha scritto Gaetano Dossena, uomo di laboratorio e non potè dedicarsi a ricerche sperimentali, fu acuto ed attento osservatore al letto dell'ammalato, abile operatore, innovatore felice, talvolta geniale, di metodi operatori e, sebbene la sua attività si sia esplicata tutta nel campo pratico, fu sempre appassionato allo studio e seguì con amore lo sviluppo scientifico, dandoci conferma di ciò nelle sue acute discussioni in riunioni e congressi scientifici, e negli scritti medici in cui rivela cultura non comune, grande equilibrio e grande esperienza clinica. In lui era rapido e sicuro l'intuito clinico, facoltà questa concessa solo alle forti intelligenze, e ciò gli dava la capacità di assurgere ad una rapida sintesi, mediante i fatti rilevati dai suoi sensi perfezionati dal quotidiano esercizio professionale". Il Concorso "Zina Prinetti Magrassi", istituito dal 1951 presso l'Ateneo dal Socio effettivo Artemio Magrassi a ricordo della ricchezza spirituale della consorte Zina Prinetti. Il premio, annuale, consiste in una medaglia d'oro e due d'argento da assegnare ai vincitori di una libera gara di composizione italiana indetta tra gli alunni dell'ultimo anno delle scuole secondarie superiori bresciane. Lasciò numerosi studi su vari argomenti specialmente chirurgici e, quasi come testamento, il volume "Brescia sanitaria 1850-1950" (Brescia, F. Apollonio 1950) che, in appendice, riporta la sua bibliografia completa e che registra, oltre a relazioni scientifiche su casi di malattie e chirurgici da lui affrontati, anche precise messe a punto sull'educazione dei fanciulli deficienti, sull'educazione fisica della donna, sull'insegnamento dell'igiene nelle scuole, sull'assistenza agli invalidi, sulla tubercolosi nei rapporti con la questione sociale ecc., riservando notevole spazio a problemi dell'igiene e della prevenzione di malattie "sociali".