LEUTELMONTE

LEUTELMONTE

Figura leggendaria inventata da Giovanni Maria Biemmi e introdotta nella sua "Istoria di Ardiccio degli Aimoni e di Alghisio Gambara" del 1759 e accettata da storici come Lupi, Gradenigo, Doneda, Guadagnini, Brunati, Odorici ecc. finchè il tedesco T. Wurstenfeld ne dimostrò la falsità. Il Biemmi lo fece nascere a Esine. Raggiunta fama di grande guerriero in Germania, venne creato capitano generale, ma si coperse presto di delitti e violenze e, sfuggito al capestro, tornò in Italia in terra bresciana dove divenne "capo di ladri e di assassini". Messi assieme un migliaio di uomini, saccheggiava villaggi in tutta la provincia con l'appoggio di Girardo di Mazzucco. Nel 1109 e nel maggio dello stesso a Scovolo ha al suo comando già circa 7 mila uomini che crescono presto a diecimila dopo aver sconfitto un primo contingente mandato contro di lui dai due consoli bresciani di Brescia, Brigaguerra e Cicamina. Una nuova sconfitta infligge poco dopo a Maguzzano anche al grosso dell'esercito bresciano comandato da Sillano, fratello del console Cicamina. L'11 giugno dello stesso 1109, con abilità strategica straordinaria Leutelmonte sconfigge un secondo esercito mandato da Brescia al comando degli stessi due consoli. Leutelmonte rimane in tal modo padrone di tutto il territorio bresciano e le sue truppe che ora hanno raggiunto i 25.000 uomini si danno al saccheggio e alla devastazione di intere borgate quali: S. Eufemia, Roncadelle, Cortenedolo, Leno, Calvisano, Calcinato, Gavardo, Bedizzole, Lonato, Desenzano; donne e bambini vengono massacrati, i conventi stessi devastati e a Mazzano il monastero delle vergini viene raso al suolo. Intanto Brescia, temendo addirittura un' assedio, corre ai ripari eleggendo priore dei consoli per la quarta volta Ardiccio degli Aimoni, affidandogli il comando del nuovo esercito che andava frattanto formandosi con l'aiuto di tutta la provincia, Valcamonica compresa, le cui truppe sono al comando di Guglielmo da Edolo. Il primo successo dei bresciani dovuto a Oldofredo che riesce a liberare Manerbio dall'assedio di Marzucco il quale per altro prende la fuga ancor prima della battaglia. Giraldo che ha circondato un colle difeso da Guglielmo da Edolo viene sgominato da Ardiccio e a stento riesce a fuggire portando la notizia del disastro a Leutelmonte che è accampato col grosso dell'esercito a Nuvolento. Nel frattempo Oldofredo ottiene un'altra vittoria il 26 luglio presso Pontoglio, contro Alboino degli Alboini di Lozio temuto capo di ribelli nella provincia bergamasca e due giorni dopo si riunisce all'esercito bresciano che intanto marcia verso Desenzano ove ora si è trasferito Leutelmonte. Fermatosi a Lonato, Ardiccio divide l'esercito in due parti, una delle quali al comando del famoso guerriero Alghisio Gambara, in attesa di attaccare la mattina successiva l'esercito di Leutelmonte, senonchè costui durante la notte con ardita manovra tra i due eserciti bresciani si è diretto a Brescia. Grande è la sorpresa di Ardiccio, ma altrettanto grande è la rapidità con la quale si mette in marcia e raggiunge Brescia attaccando il giorno dopo i ribelli di Leutelmonte, impegnando una battaglia sanguinosa «una delle più memorabili che si leggano in tutta l'istoria antica e moderna» dice il testo e nella quale Leutelmonte riscatta il suo triste passato morendo da eroe ove più folta era la mischia il primo agosto 1109. Questo il Leutelmonte inventato da Giammaria Biemmi la cui storia venne confutata dal tedesco Wurstenfeld. Se ne appropriò poi Lorenzo Ercoliani che al personaggio dedicò un romanzo intitolato appunto "Leutelmonte", stampato nel 1844 e preceduto da altro romanzo "I Valvassori bresciani" del 1842. L'autore trasforma lo scellerato personaggio del Biemmi in un eroe colmo di nobili sentimenti, lo dichiara di umili origini, anzi, al cap. XXIX de «I valvassori» scrive : «di origine oscura»: «Natus in Eseno de illustri genere». Leutelmonte è raffigurato in un ritratto secentesco esistente nella sede municipale di Esine. Essendo la storia del Biemmi del 1759 c'è da pensare che sia stato dato in seguito il nome di Leutelmonte ad altro guerriero.