ISMONDO

ISMONDO

Sec. VIII. Secondo la spuria "Historiola" di Rodolfo Notaio, sarebbe stato il rappresentante in Brescia di Carlo Magno. Le sue iniquità e la feroce tirannide provocarono una congiura alla quale parteciparono Guidone, sacerdote della basilica di S. Giorgio, Gerardo, pure sacerdote della basilica di S. Agata, prete Oddone, custode della basilica di S. Faustino e Giovita, Uboldo, sacerdote della chiesa di S. Eufemia, Arduino sacerdote della Pieve di S. Maria in Cappino, prete Gualdrico, custode dell'Oratorio di S. Martino e donna Gilberga. Gilberga, donna di particolare audacia, avrebbe dovuto, in occasione della funzione di Natale in S. Pietro de Dom, correre incontro a Ismondo, gettarglisi ai piedi e tenergli stretto le gambe tentando di buttarlo per terra, così da facilitare l'uccisione del tiranno. Senonchè Gilberga, per accaparrare alla congiura nuovi adepti, ne parlò con il causidico Gariberte e col giudice Flaberto che ne riferirono ad Ismondo. Questi fece arrestare Gilberga, la quale, nonostante la facesse sottoporre a inaudite sevizie, non rivelò il nome dei congiurati e morì portando con sè tale segreto. Venne invece arrestato Gualderico che tradì parecchi altri congiurati, che venero decapitati in Piazza Vecchia. Alcuni poterono salvarsi con la fuga ed ebbero confiscati tutti i beni.