GRIFFI
GRIFFI
Potente famiglia camuna cresciuta in prestigio fin dal sec. XIV ma già presente e in vista a Brescia dal sec. XII. Circa la loro origine (ritenuta come leggendaria che siano arrivati in Valcamonica con i Galli Senoni), mentre il Guerrini propende a farli derivare dai Martinengo, il Sina, invece, li suppone discendenti dall'antica famiglia dei Lavellongo o da qualche ramo cadetto dei Conti di Lecco. Tra i conti di Lecco, che ebbero molti possedimenti in Valcamonica, ricorre il nome di Uberto presente anche tra i Griffi. Il Sina poi rileva che il Milius, Milo, ritorna spesso tra i Lavellongo. Un Milius de Griffus è presente coi maggiori bresciani al giuramento di Lodi della Lega Lombarda il 22 maggio 1167, non solo, ma rappresenterà Brescia in Piacenza il 13 novembre 1188 nella pacificazione fra le città emiliane: Bologna, Modena e Reggio da una parte, Piacenza, Parma e Cremona dall'altra. I suoi discendenti crebbero in importanza in Brescia e diedero il loro nome ad una fazione guelfa attiva in Brescia nel Sec. XII, che raggruppò anche altre famiglie: quelle degli Ugoni, dei Confalonieri ecc. Jacopo Griffi fu presente al convegno di Milano indetto da Enrico VII nel 1311 a giurare pace per la parte dei Torriani. Ebbero poi l'investitura del feudo di Monticelli d'Oglio, passato poi nel '400 ai Provaglio, e di Drugolo passato ai Vimercati. Ma la famiglia ebbe potenza e diramazioni soprattutto in Valcamonica, dove ebbero case in Edolo, Braone, Breno e Losine e furono antagonisti decisi, insieme con i Ronchi, della fazione federiciana e dei ghibellini in genere. Nel 1193 venivano investiti dal vescovo di Brescia di un vasto feudo. Ma già nel 1173 si incontra un Ubertus od Obertus de Breno, e nel 1182 sono ricordati Uberto figlio di Bicardo o Bizardo, e un figlio di questo Uberto di nome Alberto. Questi due appartengono, secondo il Sina, senza dubbio alla famiglia Griffi, o meglio da questi due discendono i Griffi di Losine. Di più, costoro sono del partito guelfo e guelfa era pure la famiglia di Guiscardo, dal quale discendono i Konchi di Breno; essendo costoro sostenitori della città di Brescia, sempre guelfa, in valle Camonica contro i Federici ed i Dellatorre di Cemmo, per questo il vescovo e i capi del comune di Brescia, si interessarono perché avessero a far la pace fra loro. Il Lechi pensa anche che il Vescovo Giovanni, che concluse la pace di Losine del 10 novembre 1182, non sia altro che un Griffi. Il Sina poi individua nella famiglia Lavellongo, poi Griffi, quei famosi Uberti che nell'accordo i Darfo del 1200 si schierarono con quelli di Darfo contro i Federici e crede di poter individuare quell'Aldobrandus (Aliprando) investito di molti beni nei pievatici di Cemmo e di Edolo. E in effetti i Griffi comanderanno, con i loro consorti nella valle sopra Cividate fino a quando non verranno contrastati dai Federici. Potenti furono in Losine dove in pieno sec. XIII si distingue quel Griffo de Griffi detto Grifolino, che si distinse negli avvenimenti di Brescia nel 1236 come rettore della Lega lombarda e nel 1257 come sostenitore e poi come avversario di Ezzelino da Romano. Sempre molto in auge nella parte guelfa, vediamo, dei Griffi, un Miletto nominato capitano del popolo in Bologna nel 1292 e l'anno dopo Ottone suscitare il popolo di Brescia in favore di Tebaldo Brusato. Il Lechi scrive che molto facilmente sarà dei Griffi quell'Albertino de Losine, feudatrio del vescovo, segnato fra i banditi dal vescovo Tommaso Visconti perché ribelli a riconoscere le investiture e a pagare i livelli nel 1389. I Griffi si opposero poi con altre famiglie a Bernabò Visconti, suscitando contro di lui anche la Valcamonica e tenendo segreti rapporti con Consignorio della Scala. Nel 1407 si accostarono a Pandolfo Malatesta, che nel 1414 nominava "gratos et acceptos homines" Comino e Boccaccino `Griffi de Luseno' quali custodi e feudatari dei castelli e terre di Volpino, Rogno e altre località. Per la fedeltà dimostrata a Venezia i Griffi ebbero dopo il 1427 ampie ricompense. Giovanni q. Graziolo di Losine, certamente dei Griffi, ebbe in compenso la casa di Lorenzo da Vezza (un Federici) ribelle, e i beni in Losine di un altro traditore Antonio Federici, sempre del gruppo di Edolo-Mu. Nel 1434 vinsero, assieme a Graziadio, signore di Losine, la gara della riscossione sul ponte dell'Ogliolo a Edolo, che era stata messa all'asta, e si stabilirono a Edolo costruendo una bella casa, di cui oggi in via C. Battisti rimane un interessantissimo portale e due belle finestre. I Federici che avevano goduto l'antico pedaggio intentarono una causa che durò fino alla fine del '600, quando il ramo dei Griffi si estinse. In seguito i Griffi conducono una vita piuttosto modesta. A Brescia non entrò nel numero delle famiglie patrizie e si estinse del tutto dopo il secolo XVI. Anche il ramo camuno de Luseno, che pur aveva avuto nel sec. XIV investiture di beni a Ghedi e Coccaglio, andò declinando. La sua presenza è rilevante in Losine e in Braone. Da essa erano discese altre famiglie come quella dei Magoni feudatari di Malonno. Alcuni Griffi si distinsero anche altrove come Nilino che fu podestà i Modena nel 1462-63. In un piatto trecentesco di proprietà di Bino Rizzardo di Braone, è riprodotto l'emblema della potente famiglia che consiste: "D'azzurro al grifone d'oro, rampante". Nel sec. XV un ramo è presente anche in Salò con Antonio, benefattore del duomo di Salò, di cui il Panazza vede un ritratto nella pala di S. Antonio da Padova nel duomo stesso. La casa dei Griffi in contrada Cornaselli acquistata all'incanto nel 1456 da Bartolomeo Griffi, padre di Antonio, è forse la stessa che il Comune, il 9 luglio 1463 prese in affitto per adattarla a casa del podestà mandato, da Brescia in Riviera per amministrarvi la giustizia. I Griffi ebbero inoltre altre proprietà e beneficarono diverse istituzioni fra cui la scuola della B.V. nella Pieve, il monastero di S. Bernardino ecc.