GAZZANE
GAZZANE (in dial. Gasàne)
Frazione di Roè Volciano sulla sinistra del Chiese prima dei Tormini e sui bordi della conca di Salò a NO di questa città e a 240 m. s.l.m. Nel 1200 è chiamata "Gazanus de Salodo"; nel 1383, "Gazanis de Vulzano"; nel 1609 è chiamata Gasane. Nel 1200 un Jacobus de Homis Gazanus era presente al patto per la Costituzione di una Società di sei Comuni lombardi. Il piccolo borgo visse pacifico fino a pochi anni fa. Con lo sviluppo industriale di Roè si animò politicamente e socialmente. Nei primi decenni del sec. XX venne considerato come uno dei centri socialisti della zona, contro il quale si scatenò nel 1923 la violenza fascista attraverso spedizioni punitive tra le quali tragica fu quella del 23 febbraio 1923 quando una cinquantina di fascisti provenienti da Gavardo e da Villanuova, invasero il circolo vinicolo di Gazzane bastonando i presenti, uccidendo un contadino, G.B. Inca, e ferendone altri nove, compreso il sindaco di Roè Battista Pellizzaro. Vi esiste la chiesa di S. Giovanni, con due cappellanie. Sull'architrave esterna si legge che venne costruita nel 1574 a spese di tutta la popolazione "Sumptibus et expensis totius vill. de Gazonis 1574". Nella chiesa notevole una cornice cinquecentesca. Sulla pala dell'altar maggiore (in basso è riprodotta la rocca di Vobarno, ora distrrutta): "Ex Voluntate Rizardini - VII 1349 -Ex Testa Joann..." ove la data 1349, per evidente errore di chi restaurò la pala, deve leggersi 1549. La chiesa, ridotta in cattive condizioni venne restaurata dal curato don G.B. Zuaboni intorno al 1910 che provvide alla volta e ad altri restauri e la provvide delle stazioni della via Crucis. Poco lontano dalla chiesa ad un crocicchio, su una stele sta una iscrizione che suona "1722 / die 5 Aug. / orate pro / interfectis /" ricorda le vittime di una vendetta rusticana. Vi impiantò una tipografia Bartolomeo Confalonieri che poi trasferì i suoi torchi a Treviso. Gazzane diede i natali all'infelice letterato e segretario della Repubblica di Genova, Jacopo Bonfadio, che lasciò una "Gazanì vici descriptio" e a tre distintissimi cappuccini: i Padri Paolo (1530-1590), Mattia (1534-1611) e Giovanni (1537) Bellintani.
GAZZANE (in dial Gasane, in lat. Gatianarum) Frazione di Preseglie a SO del paese (da cui dista Km 1,67), sul versante di sinistra della valle di Odolo, a m. 342 s.l.m. Dista da Brescia Km. 28,5. Il nome deriva probabilmente da Gasce, voce longobarda per bosco o riserva di caccia. Gazaniera nome personale nel sec. XIII. La dedica della chiesa a S. Michele fa pensare a influenze longobarde per cui potrebbe trattarsi di un "Gahagium regis". Religiosamente appartenne alla Pieve di Bione. Abitanti (Gazzanesi): 98 nel 1646, 100 nel 1656, 137 nel 1715, 160 nel 1859, 167 nel 1871, 232 nel 1876, 232 nel 1885, 290 nel 1883, 290 nel 1895, 295 nel 1900 e nel 1908, 350 nel 1915, 300 nel 1955, 333 nel 1961 e nel 1965, 342 nel 1971, 350 nel 1978. Benefico verso la parrocchia fu don Pietro Passera che alla sua morte nel 1808, lasciò beni per una somma di L. 3.840 per una scuola "di prima e seconda classe da affidarsi a un sacerdote il quale oltre ad istruire la gioventù nelle massime cristiane, nel leggere, scrivere ed aritmetica, doverà in tutti i giorni festivi celebrare la S. Messa a comando dei villici di Gazane". La scuola risulta funzionante al tempo di don Bartolomeo Zecchini che ne è il maestro. A questo legato si aggiunge nel 1844 un legato di Tononi Pietro per pagare una maestra per una scuola di fanciulle. Don Zecchini a sua volta, sacerdote colto e attivo, lasciava in morte, avvenuta il 17 marzo 1858, la casa annessa alla canonica per l'abitazione di un cappellano. La piccola borgata ebbe fino a qualche decennio fa caratteristiche eminentemente agricole. Promosse dai parroci locali vennero fondate una "Società mutua assicurazione contro la mortalità del bestiame", e, più per iniziativa di don Gildo Nabacino, una cooperativa caseificio, sistemata nelle cantine della canonica, che durò fino agli anni '70 e che cedette poi di fronte alla trasformazione industriale del paese. Da alcuni decenni infatti, sono sorte numerose officine. Degli inizi di questa trasformazione rimane il segno in una specie di torre, costruita verso il 1940 per fabbricare pallini di piombo per cartucce da fucile, rimasta ora inutilizzata. Non sappiamo quando venne eretta la prima chiesetta che doveva essere nello stesso luogo sul quale sorge l'attuale, forse con orientamento NS mentre l'attuale è orientata EO. Gazzane venne separata dalla Pieve di Bione con un decreto del 22 maggio 1671 firmato dal notaio di curia Francesco Benaglio. Antecedentemente con una donazione fatta nel 1663, Bartolomeo Tononi aveva acquistato per la sua famiglia un diritto di patronato che veniva esercitato alternativamente dalla vicinia e dalla fam. Tononi. In caso di vacanza della curazia la vicinia incaricava due membri per contattare un sacerdote che poi veniva confermato o dalla vicinia o dalla fam. Tononi. La separazione da Bione non fu pacifica. Ancora nel 1856-57 si trascinava una vertenza per gli obblighi dovuti alla chiesa matrice. A questi si intrecciavano quelli pretesi da Preseglie che nel 1712-1713 insisteva per avere da Gazzane un contributo per i restauri della parrocchiale. Il 14 settembre 1777 fu posta la prima pietra della nuova chiesa fatta dal vicario di Bione con i padrini dei comuni di Bione e Preseglie rappresentati il primo da Giulio Ricobelli e Bortolo Belini, ed il secondo da Franco Tonni Bazza e Giuseppe Nicolini, (curato era don Giuseppe Bissoli). La chiesa doveva essere costruita con una certa celerità se già nel 1779 veniva firmato un contratto per l'altare e il coro con Felice Marmorì di Bione e nel 1789 si provvedeva alla stabilitura esterna della chiesa. L'edificio, costruito su terreno argilloso come del resto tutto il paese, presentò ben presto segni di cedimento per cui seguirono a riprese vari interventi per consolidarne le strutture. I più importanti furono eseguiti nel 1886 da don Battista Guerra dopo che la chiesa era stata per sicurezza chiusa al culto. Nel 1917 don Carlo Fusi la fece decorare da Giovanni Beretta di Salò. A lavori ultimati fu consacrata da mons. Gaggia il 15 settembre 1919 come ricorda una lapide posta nel coro: "Per la munificenza del conte Ernesto Lombardo - per il concorso del popolo - questo tempio - venne restaurato l'anno 1917 - Sua Ecc. Mons. Giacinto Gaggia - Vescovo di Brescia - lo consacrò - il giorno 15 settembre 1919 - Parroco don Carlo Fusi da Bagolino". Gli ultimi restauri vennero compiuti nel 1964-1965 da don Stefano Schivalocchi, per opera della ditta Egidio Felter. Le opere di restauro di tinteggiatura vennero compiute dalla ditta Cattaneo di Brescia, e dai pittori Giovanni Biavini e G.B. Abati di Nozza. Sull'altare maggiore vi è una tela raffigurante la "Madonna col Bambino e S. Pietro e S. Michele arc." del pittore bionese Massimo Riccobelli. Ignoti, nel gennaio 1973, hanno tagliato la tela, trafugando la figura della Madonna col Bambino e deturpando quella di S. Pietro. Inoltre hanno trafugato una tela settecentesca raffigurante "l'adorazione dei Magi". L'organo era stato costruito da Francesco Marchesini nel 1845-1849 e restaurato da Gaetano Marchesini nel 1875 e da G. Nuvolazzi nel 1900. I ladri asportarono alcune canne e l'organo andò in rovina per cui nel 1964 venne completamente otturato perfino il vano in cui era collocato. Sul campanile, costruito alla stessa epoca della chiesa, rimasero fino al 1840 due campane, sostituite in quell'anno da altre tre nuove. Nel 1926 venne collocato un nuovo concerto di cinque campane. Nel 1964-1965 venne rinnovato il quadrante dell'orologio. Su quello sostituito vi era la scritta "Mea noscis -tua nescis". Tra i cappellani o curati si ricordano Carlo Leali (1662), Ferdinando Basino di Bione (1 nov. 1672), Bartolomeo Bartinoni (1696), Nicola Zanolini di Odolo (1699-1703). G.B. Nicolini di Ono (1703), G.B. Pedersini di Odolo (1709), Lodovico Glisenti (1727), Bortolomeo Corsini (1733), Giuseppe Bissoli (12 maggio 1775), Giacomo Sossi (19 febbr. 1779); Cristoforo Cassetti (26 giugno 1786); Pietro Cargnoni (7 luglio 1803); Bartolomeo Zecchini (23 gennaio 1840), Gerolamo Orsini (28 gennaio 1859), Eugenio Cassaghi (31 ago. 1881), G.B. Guerra (26 maggio 1883), Pietro Vittici (1 ago. 1904), Carlo Fusi (10 giugno 1913), Ermenegildo Nabacino (22 nov. 1921-rin. 30 giugno 1936), Antonio Morettini (27 luglio 1936 - rin. 4 maggio 1944), Giuseppe Girelli di Barghe (7 giugno 1944 - rin. 30 apr. 1954), Stefano Schivalocchi di Bagolino (1 maggio 1954 - rin. 30 aprile 1968), Giulio Gatteri (15 giugno 1968). Il titolo di parroco venne attribuito la prima volta a don Pietro Cargnoni nel 1805.
