FAUSTINI Modesto
FAUSTINI Modesto
(Brescia, 21 maggio 1839 - Roma, 28 marzo 1891). Di Giuseppe e di Giovanna Porta . Orfano a cinque anni, a dieci entrava nell'Orfanotrofio di Brescia dove fu posto a imparare il mestiere del sarto, passando un anno dopo a quello di falegname che esercitò fino a 20 anni. Diventato nel 1855 direttore dell'Orfanotrofio don Eugenio Dallola, questi lo avviò all'arte affidandolo ad un insegnante di disegno. Nel 1861 il Faustini entrava all'Accademia di Brera, dove con gravissimi sacrifici seguì gli studi rimanendo dal 1864 al 1867 sotto la guida del professore Bertini che lo tenne come figlio. Per qualche tempo trovò ospitalità grazie al conte Girolamo di Zoppola; in seguito lavorò di notte per riviste illustrate e giornali di mode, allo scopo di procacciarsi di che vivere. Ottenne buoni successi esponendo a Milano nel 1867 una "Congiura" in costumi secenteschi che fu poi premiata con medaglia d'oro alla Mostra di Firenze nel 1868, ed esposta all'Ateneo di Brescia assieme ad un "S. Luigi". Finiti gli studi grazie al legato del conte Paolo Tosio e tornato a Brescia e sposatosi, dopo due anni, ottenuta un pensione biennale di duemila lire del legato Brozzoni, si recò a Roma dove affrontando lotte morali e sacrifici materiali, aprì a Villa Borghese uno studio al quale fecero capo numerosi artisti e studiosi d'arte. È stato scritto che egli "preparava il quadro con uno studio accurato del soggetto e di ogni particolare. E dopo questa elaborazione pertinace e sapiente, il quadro gli riusciva di una apparente facilità di fattura, e di una finezza aristocratica di forma e di colore, che è la sua nota personale. Così pure dallo studio amoroso degli antichi e dall'anima sua, che si apriva ad ogni elevato e puro sentimento, attinse l'inspirazione de' suoi quadri di soggetto sacro», come il" S. Francesco d'Assisi" commissionatogli da Costantino Tonta, premiato con medaglia d'oro all'Esposizione di Roma del 1875. Ad esso seguirono "Nozze pompeiane" nel 1877; L' "Arresto di Luisa Sanfelice" (premiato con medaglia d'oro nel 1878 e acquistato dalla Casa reale; nel 1880 "Janghen Var" ispirato a "Costantinopoli" del De Amicis che ebbe notevole successo nell'esposizione dello stesso anno. Fra gli affreschi notevoli quelli per il Santuario delle Grazie di Brescia, di cui preparò i cartoni ma dei quali ne gettò uno solo, "L'Annunciazione", mentre gli altri vennero eseguiti da Cesare Bertolotti e gli affreschi della Cappella di S. Giuseppe nella Basilica di Loreto. Nel 1886 vinse il concorso per gli affreschi della cappella Pacheco di Buenos Aires. Tra i suoi quadri: "L'Amore degli Angioli", Studio (Milano 1881), "Testa di moro" (1883), "Ritratto di signora" (1883), "Sogno di primavera e Sogno di autunno" esposto a Torino nel 1884, "Due figurine" e "Castelli in aria" (esposti a Venezia nel 1887), "Ritratto di re Umberto", le "Sante Cecilia, Caterina e Lucia" di cui la Promotrice delle Belle Arti di Torino ordinò l'incisione all'acquaforte, "La Vergine che protegge Cologne" per l'altare della Madonna nella parrocchia di Cologne, ecc. Un suo "ritratto di don Eugenio Dallola", suo benefattore, di proprietà Marini, veniva donato nel 1921 alla Pinacoteca Tosio Martinengo. Il governo italiano, da parte sua acquistò per la Galleria Nazionale, nove bozzetti che erano serviti per gli affreschi dei santuari di Loreto e di S. Maria delle Grazie a Brescia. Il pittore venne ricordato a distanza di pochi mesi dalla morte con una esposizione nell'agosto 1891. Venne ricordato con una lapide posta sulla nuova sede dell'Orfanotrofio in via dei Mille che dice: «L'ospizio degli orfani raccolse fanciullo e avviò ai manuali lavori Modesto Faustini cui naturale ingegno / intenso amore e studio indefesso / guadagnarono poi con opere egregie / onore e fama di pittore eccellente / lui reduce dall'America / repentino malore spense in Roma / addì, 20 marzo 1891 / Era nato in Brescia nel 1830. /