DOMENEGHINI Lino Vitale

DOMENEGHINI Lino Vitale

(Carcina, 15 marzo 1899 - Torino, 18 maggio 1931). Studente a Cremona, partecipò a dimostrazioni interventiste. Giovanissimo, nel 1916 si arruolava volontario in guerra e destinato ad un reggimento di fanteria a Lodi, da dove fuggiva per correre in prima linea. Dopo aver frequentato un corso ufficiali combattè al Monte Cucco, nel Kobilek a Zagora, dove, ferito, si guadagnava una medaglia d'argento. Catturato dagli austriaci al passo di Zagradan, nell'ottobre 1917 tentò di fuggire, ma venne preso ed internato in una fortezza del Baltico. Anche da qui tentò di nuovo di fuggire, riuscendovi al terzo tentativo. Raggiunta l'Italia nel 1919 fu nominato comandante di un campo di prigionia che abbandonava per partire, nella primavera, volontario in Libia. Dopo alcuni mesi veniva nominato Segretario capo del Tribunale di Tripoli.


Rimpatriato agli inizi del 1922, si buttò decisamente nell'attività fascista. Fu comandante delle squadre d'azione del Bresciano, della Coorte della Milizia della Bassa Bresciana e infine della "Disperata". Diresse azioni squadristiche contro il circolo di Fiumicello. In breve divenne collaboratore diretto di Augusto Turati. Nel 1923 diresse i sindacati dei lavoratori agricoli fascisti del Bresciano. Il 23 aprile 1923 venne fatto segno ad un attentato. Il 20 febbraio 1924 subì in Corte d'assise un processo per omicidio, dal quale venne assolto, fra viva sorpresa, per legittima difesa. Venne poi denunciato per violazione di domicilio, lesioni personali a danno dell'on. Viotto, per violenza privata, lesioni e minacce, duello, ecc.


Nel 1925 fu funzionario del Sindacato provinciale agricoltori fascisti e nel 1927 Ispettore della Federazione provinciale bresciana delle corporazioni sindacali. Nello stesso anno veniva nominato Segretario generale dell'Ufficio provinciale del Sindacato fascista di Grosseto e, nell'aprile 1928, commissario straordinario dell'ufficio provinciale di Parma. Nel 1929 divenne ispettore nazionale de Sindacati industria. Nello stesso anno fu a Trieste Segretario del Sindacato dell'industria, commercio e agricoltura. Il 7 settembre veniva fatto segno, in corso Vittorio Emanuele a Trieste, ad un attentato e venne ferito leggermente da quattro colpi di rivoltella. Nello stesso 1929 veniva eletto deputato al Parlamento. Aveva tentato anche il teatro e nel 1927 aveva scritto un testo teatrale "Morire per vivere" rappresentato dal Teatro sperimentale "La Perseveranza".