CASTO

CASTO (in dial. Cast - in lat. Casti)

Centro agricolo e industriale situato nell'alta valle del torrente Nozza, sulla sinistra dello stesso. E' attraversato dalla strada che collega la Valsabbia alla Valtrompia. Comprende ad O ad E centri come Alone e Malpaga, e a N sul pendio della Corna di Savale, Auro, Briale e Famea, gravitanti questi sulla frazione di Comero. Si trova a 39 Km. da Brescia a 416 m.s.m. Ha una superficie comunale di 21,41 Kmq. Abitanti (castesi): 1079 nel 1861, 1057 nel 1871, 1116 nel 1881, 1133 nel 1901, 1136 nel 1911, 1133 nel 1921, 1168 nel 1936, 1279 nel 1951, 1352 nel 1961, 1519 nel 1971 (famiglie 374, maschi 784, femm. 735, pop. presente 1455, add. all'agric. 56, altre attività 561). "Casticus" è cognome indigeno che figura in una lapide romana. Ma potrebbe derivare anche da castenus, come Frasso sta a Frassino, Carpi a carpinus. Alla confluenza di due torrenti, che discendono da Alone e da Comero vi si stabilirono delle officine siderurgiche, con casupole di legno. Proprio a protezione di queste case dagli incendi venne invocato S.Antonio ab. al quale venne dedicata la chiesa. Il paese era già conosciuto nel medioevo per la lavorazione del panno e della seta. Nel 1385 entrò a far parte della Quadra della Valsabbia pur dipendendo ancora dal Referendario di Salò. Ecclesiasticamente fu dapprima curazia della pieve di Mura, con parroco amovibile, nominato, pagato e licenziato dai comizi dei capi-famiglia, e che conservò a lungo il titolo di curato. Il Faino sostiene che "in vico Patelio", esisteva l'oratorio di S.Giovanni Battista officiato dai Disciplini. Il titolo fa sospettare al Guerrini che vi sia esistito il primo battistero alla pieve di Mura. Vi esistono case cinquecentesche. La chiesa parrocchiale dedicata a S.Antonio contiene altari attribuiti ai Pialorsi (sec. XVIII). Di Casto furono i patrioti G.B.Passerini, Luigi Passerini, Benedetto Dolcetti ecc. Notevole diffusione hanno i prati, pascoli e boschi. La tradizionale lavorazione dei metalli trova ora la sua più significativa espressione in ferriere e in fonderie per materiali ferrosi e non ferrosi (ottomani). Iniziative imprenditoriali si sono trapiantate (come ad es. ad opera dei Bianchi) da Lumezzane. Vi operano anche alcuni maglifici e un'azienda per la lavorazione di materie plastiche. Parte della manodopera locale ha trovato impiego anche a Odolo e Vestone.


Parroci: Francesco Cantini, fiorentino (1566), Giovanni Pulii (1569), Lorenzo Pasini (1572), Giuseppe Mantelletti (1673), Fra Lodovico Bolognese (1575), Stefano Cermati (1576), Fra Camillo di Lodi (1578), Lodovico Tanini, Giov. Maria Gnecchi (1580), G.B.Cominelli (1582), Comino Prandi (1586), Sandrini (1592), Giovanni Betta (1597), Giulio Greco(1598), Pietro Urbano (1607), Giulio Greco (1610). Giov. Mario Godarolo (1615), G. B. Carlino (1636), Ilario Nicolini (1637), Fra Eleuterio Fini di Crema (1638) Alvaro Pires, portoghese (1638), Benedetto Girelli (1653) Girolamo Romano (1680), Angelo Silvestri (1700), Bartolomeo Bertoletti (1721), Giov. Antonio Rivalli (febbraio 1733), Gian Giacomo Freddi (1740), Domenico Zanelli (1745), Gavazzoli (1752) Bortolo Mabbini (1754 - 1756). Giacinto Pilotelli (1756 1758), Speranzi (1760), G.B.Brozzoni (1760 1766), Pellegrini (1766), Bartolomeo Pace (1774 1779, Antonio Cottelli (sett. 1779), G.B. Martinelli (nov. 1791), Giacomo Ghidoni (18 luglio 1796), .B.Docetti (1837), .B.Zanetti (1.839), Domenico Putti, economo (1871),Gaetano Clementi (1872) Bortolo Ognibene, economo (1874), Pietro Bianchi (1875), Gervaso Soardi (1875), Giacinto Arici (1893), Annibale Materossi di Bagnolo M. (1905) Andrea Stefini di Pilzone (1914), Pietro Dusi di Preseglie (febbraio 1914), Francesco Podavini (1939 - 31 agosto 1957), Giuseppe Maffezzoni (31 dicembre 1957 - 15 agosto 1964), Ottorino Gabusi (11 ottobre 1966).


Podestà: Valloggia cav. Eugenio, Freddi Faustino. Sindaci: Ariosto Egidio, Silvestri Cav. Luigi; Freddi Faustino, Garnelli Stefano, Simoni Emanuele.