BOTTICINO Mattina

BOTTICINO Mattina

Grossa borgata che torma con Botticino Sera il comune di Botticino. Conta circa 2490 ab., è a 160 s.m., a Km. 10,6 da Brescia. L'abitato si estende attorno al monte Paina che fornisce la pregiata pietra. E' composto dalle contrade Cave, Piazza S.Nicola. Alla periferia vi sono le frazioni di Calango e Gazzolo sui dossi e sott'Acqua e Molinetto in piano. E' parrocchia autonoma nella vicaria di Rezzato e nella Zona Suburbana (XVI). La località assunse sempre più importanza con la bonifica benedettina del territorio che ebbe il suo epicentro intorno alla cappella di S.Faustino dipendente dal Monastero di S.Faustino Maggiore e con lo sfruttamento in epoca rinascimentale delle cave del monte Paina. Fin dalla metà del sec. XIII Botticino Mattina ha già una sua fisionomia di comunità autonoma con una sua vicinia indipendente da quella di Botticino sera. Nel '600 Botticino Mattina è già ben noto per le pietre di costruzione di qualunque grandezza oltre che pietre per calcine e marmi pregiati tratti dalla montagna che veniva designata come il Monte di Botticino.


La chiesa di S.Faustino al Monte è la più antica; venne costruita nel sec. XII o XIII, forse dai monaci benedettini, su un piccolo poggio della collina Castello. Nel sec. XVI, da chiesa parrocchiale venne ridotta a chiesa sussidiaria. Essendo "in stato deplorevole" venne restaurata per ordine di S.Carlo Borromeo. Ha un pregevole altare marmoreo, mentre le pareti sono abbellite da preziosi affreschi. La pala dell'altare è stata tolta e donata al Comune dalla nob. famiglia Cazzago, ed ora, dopo un accurato restauro, è collocata nell'aula del consiglio comunale. Questa chiesa fu sempre oggetto di molta devozione da parte del popolo, e fu anche sede di alcuni eremiti, fino all'inizio del sec. XIX. Già dalla visita del vescovo Bollani del 1566, sappiamo che ormai si celebrava soltanto quattro volte all'anno nella chiesa di S.Faustino al Monte, perchè la vita parrocchiale si svolgeva "all'Oratorio di S.Michele in cimitero".


Essendo la popolazione nel 1566 di circa 700 anime, si pensò di costruire una nuova chiesa parrocchiale, vicina all'oratorio di S.Michele, dedicandola ai Santi Pietro e Paolo. Nel 1578 questa chiesa è segnalata col titolo di parrochiale. Questa chiesa è stata trasformata in cinema-teatro: rimane ancora il portale marmoreo, e alcuni affreschi, in alto, sul palcoscenico. Aveva tre altari, uno dei quali attribuito al Callegari.


La chiesa di S.Nicola da Tolentino. Venne costruita nel 1630 in seguito alla epidemia della peste, per iniziativa del parroco don Federico Musesti (1622-1653) come voto pubblico a S.Nicola, affinchè proteggesse la popolazione dal terribile flagello. La devozione a S.Nicola era stata portata dagli Eremitani Agostiniani, di S.Barnaba, che avevano a Botticino M. "una casa di villeggiatura", 60 pio di terra e un casamento contiguo alla chiesa di S.Nicola, che divenne anch'essa di loro proprietà. Nel 1660 i monaci permutarono i loro beni con il capitano Giacomo Negroboni, il cui palazzo è oggi sede del municipio. Dopo vari passaggi di proprietà (Bevilacqua, Congrega apostolica) il rag. M.Balduzzi, lasciò in eredità la chiesa alla parrocchia, che nel 1965-1966 provvide al necessario restauro, con le offerte del popolo. La pala dell'altare maggiore raffigura S.Nicola ed è opera di "Petrus Sigismundus 1619". Vi sono altri due dipinti ad olio su tela "una Madre delle consolazioni", del sec. XV o XIV, e una buona copia del S.Antonio del Moretto. In una casa vicina, vi è una sala frescata da Lattanzio Gambara: gli affreschi sono a soggetti mitologici (proprietà fratelli Giossi). Una chiesa di S.Michele in cimitero esisteva fin dal medioevo; accanto ad essa venne costruita la chiesa dei S.S.Pietro e Paolo.


La prima pietra della Chiesa parrocchiale dei Santi progetto fu affidato all'architetto Giovanni Battista Marchetti e in seguito portato avanti dal figlio Abate Antonio Marchetti. In un primo tempo la pianta del tempio era a croce greca, cioè a quattro bracci; in seguito venne modificata, onde avere una chiesa con una navata unica e grandiosa, tipica proprio dell'architettura barocca. In pratica i Marchetti risolsero lo spazio in due vani quadrati attigui, con una soluzione analoga a quella adottata dal padre Giovan Battista a Villa Cogozzo. Solo che qui l'elissoide è mutato in quadrato mentre gli altari laterali, ciascuno dentro il proprio arco, vengono da un altro arco più alto che raggiunge la grande vela a spicchi. Nel giugno-luglio del 1745 fu "messa la pianta della chiesa" dall"Ill. Gio. Batta Marchetti e suo figlio". I lavori della costruzione durarono oltre trent'anni: nel 1772 sembra che la chiesa fosse aperta ai fedeli, sebbene non ancora ultimata. Il rito della Benedizione comunque avvenne il 28 ottobre 1776. La chiesa venne dotata di cinque splendidi altari, con solenni "soase", ricchi di preziosi marmi intarsiati, opere di artisti di Rezzato. La pala dell'altare maggiore è opera di Felice Campi (1797), che nello stesso anno restaurò anche due pale; quella della "Deposizione dalla croce" e quella del "trionfo di S.Michele sul demonio" (ambedue opere di scuola bresciana del sec. XVI) La pala raffigurante "S.Pietro liberato dal carcere" è firmata da Giulio Motta, nell'anno 1828. Gli affreschi della abside della chiesa sono attribuiti a Pietro Scalvini. Gli altri sono datati 1772 e forse sono di Carlo Rosini. L'affresco della "Annunciazione", sopra la bussola, è opera della scuola Morgari di Torino e così pure i due medaglioni in bassorilievo, realizzati durante i lavori di restauro interno del 1931-1932. Nella chiesa inoltre vi è uno stupendo organo del sec. XVIII, opera di Antonio di Venezia. Nel 1932 la chiesa venne consacrata da mons. Toccabelli, vescovo di Alatri, essendo parroco don Pietro Tiboni. Nel 1965 venne posto il pavimento nuovo in marmo. Nel 1972, per iniziativa del parroco don Marini la chiesa è stata completamente restaurata esternamente, con rifacimento del tetto, della facciata, ecc. Accanto alla chiesa, si erge il monumentale campanile merlato, tutto in prismi di pietra viva, costruito su progetto degli architetti Conte Francesco Carini ed Arcioni. Venne realizzato a spese del popolo negli anni 1845-1898. Il concerto di cinque campane composto da "350 pesi di bronzo raffinato" venne fuso da Innocenzo Maggi nel 1845. Chiesa della B.V. M. del Rosario in Molvina. Costruita nel sec. XV, come dimostra la epigrafe che tradotta in italiano suona: "Mario Bornati cavaliere di S.Stefano, dedicò per voto alla sacra Concezione della Beata Maria Vergine, 1497". La chiesetta non ha opere pregevoli; e proprietà privata, ma aperta al pubblico per la saltuaria celebrazione della messa. Chiesa della "Annunciazione", nella frazione Sottacqua. Venne costruita all'inizio del sec. XVII e venne demolita alla fine del sec. XIX. Aveva un solo altare ed era l'Oratorio privato della nob. famiglia Cazzago. Nell'ex casa Bonardi vi è una vasta sala terrena dove esistono tracce di affreschi specie nei quattro spicchi di volta a crociera e nei quattro sgusci in cui si notano ritratti (probabilmente di committenti) e animali marini e mostri mentre nel riquadro rettangolare centrale vi è una composizione allegorica con molte figure, come scrive Begni Redona "assai pregevole e ancora viva di ricordi romaniniani nei biondi delle capigliature femminili e negli stupendi ritratti barbuti di una tranquilla scultorietà". Tali dipinti richiamano quelli di Lattanzio Gambara del periodo di Cadignano.


Parroci: Fr. Battista de Chizolis (1532); Prisciano de Nicolinis (rinuncia 1565); Iacobo de Machaferis di Nuvolento (9 aprile 1565-1575); Bernardo Bonasoli (o Bonesoli) di Villafranca (2 febbraio 1576-1590); Bortolino Cagni di Gabbiano (6 aprile 1591-1596); Alberto Chiodi di Sopraponte (10 gennaio 1596 - 14 ottobre 1621); Federico Musesti di Vallio (5 giugno 1622 - 1654); Girolamo Colpano della "terra S.Eufemia" (23 luglio 1654 - 1704); Angelo Chiodi di Sopraponte (5 marzo 1704 - 22 febbraio 1714); Antonio Bettoni di Brescia (8 marzo 1714 - 11 agosto 1749); Giuliano Rigotti (7 ottobre 1749 - 1 luglio 1768); Pietro Negroni (23 luglio 1768 - 5 maggio 1779); Giovanni Zanardi di Nuvolera (23 luglio 1779 - 29 giugno 1795); Gio . Battista Martinelli di Bione (3 agosto 1795 - 31 dicembre 1822); Giuseppe Maria Colosio di Botticino S. (5 maggio 1823 - 1836); Giovanni Lonati di S.Gallo (12 aprile 1837 - 1874); Felice Magri di Bogliaco (1 maggio 1874 - 8 marzo 1877); Angelo Valentini di Cesovo (28 maggio 1877 - 10 settembre 1878); Luigi Ardigoni di Chiari (13 febbraio 1879 - 30 aprile 1925); Pietro Tiboni di Villanuova s/c (22 maggio 1925 - 1945); Giuseppe Parisio di Chiari (settembre 1945 - 18 gennaio 1967); Francesco Marini (7 maggio 1967).