SALA (4)

SALA (de Salis) Cavalcano

Di nobile famiglia feudale. Vescovo di Brescia dal 1254 al 1263. Il Malvezzi lo dice di gran bontà e sufficientemente istruito in cose teologiche e nella S. Scrittura. Arciprete della cattedrale di Brescia, figura in documenti del 1234, 1237, 1240. In quest'anno, in qualità di delegato di Gregorio di Montelungo, legato pontificio, sentenziò che si dovessero indennizzare i Frati Predicatori (Domenicani) per il tempo che avevano ufficiato la chiesa di S. Faustino «ad sanguinem». Come vescovo è nominato la prima volta in un "Liber livellorum" sotto la data 1 ottobre 1254. Secondo il Malvezzi sarebbe stato eletto vescovo nel giugno precedente. Altri scrittori lo vogliono consacrato in Brescia nel 1251 durante una visita del papa. Il suo episcopato si apre con la momentanea affermazione della pars Ecclesiae e della parte guelfa contro Ezzelino da Romano per cui il popolo, il clero e il vescovo festeggiano la raggiunta concordia esterna ed interna con la fondazione della nuova chiesa e dell'annesso convento di S. Francesco. Ma la riconciliazione si dimostra effimera; dopo poche settimane è già guerra aperta tra Manfredi e Innocenzo IV. La morte di questi il 7 dicembre 1254 e il debole pontificato del suo successore rianimano la parte ghibellina per cui il vescovo Sala, obbedendo a un ordine trasmessogli dal pontefice il 20 giugno 1255, scomunica Ezzelino e tutti coloro che sono considerati suoi seguaci: tra questi Griffo dei Griffi, di Losine. In seguito a ciò si riaccendono in città contrasti, lotte, violenti tumulti e la parte ghibellina, più propensa a ricercare qualche forma di accordo con Ezzelino da Romano che a vedere i Bresciani uscir malconci da uno scontro armato con le milizie dello spietato condottiero, finisce per prevalere: nel 1257 rovescia il governo guelfo in carica, ne bandisce alcuni capi e fa proclamare il Griffi signore della città. Cavalcano, impegnato a creare in Lombardia un fronte politico contro Ezzelino, riesce a mantenere ferma la resistenza di Brescia contro Ezzelino, mentre il Griffi aderisce all'opera di pacificazione promossa dall'arcivescovo di Ravenna, legato pontificio, e condotta, tra il 1257 e il 1258, dal frate domenicano Eberardo. Proprio i Predicatori hanno una parte attiva nei tentativi di riconciliazione o di resistenza alle minacce dei ghibellini e perciò il vescovo affida all'Ordine la prelatura di alcune chiese della città e del territorio diocesano, soprattutto in quei luoghi dove l'impegno religioso è debole, l'ortodossia incerta, la fedeltà alla pars Ecclesiae poco sicura. Per una simile decisione gli giunge un rimprovero da parte del pontefice che, in una lettera del 27 febbraio 1257, gli muove l'accusa d'aver preso questi zelanti provvedimenti senza la preventiva licenza del priore dei Domenicani. Tuttavia di fronte alla minaccia di nuove ostili iniziative da parte di Ezzelino e di Oberto Pelavicino, nella primavera del 1258 si rompe la fragile tregua fra i ghibellini ed i guelfi bresciani; questi ultimi, ripreso il sopravvento, ammazzano, imprigionano, scacciano gli avversari. Griffo dei Griffi è bandito; tutti i poteri sono affidati a Cavalcano che, nel maggio, è creato "potestas et rector". Ma pochi mesi dopo, il 28 agosto, in uno scontro decisivo presso Torricella d'Ostiano, l'esercito guelfo nel quale oltre ai Bresciani combattono Milanesi, Mantovani e Ferraresi, è rovinosamente disfatto dalle forze di Ezzelino e di Oberto Pelavicino. Nel settembre seguente Ezzelino s'impadronisce di Brescia, avendo come prima e principale sua cura quella d'infierire, con ogni diligenza e con raffinata crudeltà, contro coloro che gli si oppongono. Il vescovo è costretto a lasciare la sua sede e, grazie anche all'aiuto di Alberico Tangatino di parte avversa ma a lui legato da parentela ed affetto, si rifugia a Lovere dove vivrà esule fino alla morte, che avviene nel gennaio 1263. Dell'episcopato di Cavalcano si segnalano alcuni atti degni di memoria, come la nomina nel 1255 a suo vicario generale di Bresciano da Carzago, cui succede nel 1258 Bresciano da Capodiponte, arciprete di Nuvolento. Cavalcano il 13 agosto 1255 ratifica un privilegio di esenzione che egli stesso ha concesso, qualche giorno innanzi, ad Agnola, superiora del convento delle Clarisse, confermato da bolla di Alessandro IV del 29 dicembre 1255 che pone il monastero sotto la protezione papale. Nel 1257 patrocina la vendita dei diritti feudali su Gargnano da parte dei Conti di Marcaria ai Conti Ugoni e Longhi (26 febbraio 1258). Cavalcano viene sepolto nella chiesa di S. Giorgio di Lovere e sulla sua tomba sarebbe stata posta l'iscrizione: «Cavalcanus de Salis, episcopus, Rodulfus de Celeris de Loare e Robacastello de Capitaneis de Loare fecerunt». Stemma: «Troncato: di rosso pieno e vaiato all'antica d'argento e d'azzurro». Lo stemma del vescovo Cavalcano viene ravvisato in un rebus musicale del sec. XV riportato nelle sue Cronache dal Nassino che ha costituito un rompicapo per gli studiosi.