SAIANI
SAIANI
Di una famiglia Saiani esistono documenti (v. il Codex Diplomaticus cremonese dell'Astezati) nel sec. XII. Ma probabilmente fu molto più antica. La provenienza è sicuramente da Saiano e la prima versione fu Saia o de Saià e poi Saiani. Verso una famiglia così antica spese le sue ripetute adulazioni il Faino che inventò fra gli pseudo-martiri del pozzo di S. Afra in Brescia i falsi santi Saietto, Saino, Santolini, Saiani e Faustino Saiani. Il Nassino li dice nel 1512 provenienti da Saiano «ma lo loro cognome era dei Nazari de Sciano». Con il nome "De Nazaris de Sayano" la famiglia è compresa nel "Libro d'Oro" dei cittadini originari e benemeriti e suoi membri fanno parte del Consiglio Generale. Giacomo Saiani fu abate della città dal 1438 al 1477; nel 1438 faceva parte, con Guglielmo Sala e Balduccio Longhena, di una ambasceria al Gattamelata, nominato capo dell'esercito veneto. Morì poi in carica. Di un Giampietro Saiani, frate di San Francesco, maestro in teologia, che viveva nel 1511 ed era un religioso tenuto in gran rispetto per pietà e per dottrina, è fatto cenno nelle cronache del tempo. Il dottore G. Francesco Saiani era iscritto nel 1593 al Nobile Collegio dei Giudici di Brescia, del quale aveva pure fatto parte un Gaspare, della stessa famiglia, anch'esso Dottore in utroque (morto 1590). Nel sec. XVI i Saiani furono apprezzati fabbricanti di armi. Stemma: «Troncato: d'azzurro e di verde, nel primo, al leone nascente d'argento, tenente nella branca anteriore destra un cartiglio col motto "Tempus Nocet", e nel secondo, a tre locuste d'oro poste in palo e affiancate».