SACRO Monte delle biade

SACRO Monte delle biade

Sorto con la decisione del Consiglio Generale di Brescia del 19 gennaio 1523, confermata il giorno appresso dal Consiglio Minore, di imporre una imposta sul reddito al fine di provvedere la città di biade da distribuire ai poveri e da vendere ai soli poveri sotto la sorveglianza di appositi deputati e a prezzi inferiori a quelli correnti. Gli ottimi esiti dell'iniziativa spinsero il Consiglio Minore, pensando assai provvidenziale che essa fosse resa stabile, a deliberare la erezione del Monte delle Biade (Mons Bladorum) con lo specifico scopo di accumulare (ossia di far monte) e di vendere, in tempo di carestia, le biade ad un prezzo inferiore a quello praticato sul mercato, favorendo i poveri e assolvendo inoltre una evidente funzione calmieratrice. Nella stessa seduta veniva proposta l'elezione di sette deputati che provvedessero a compilare i capitoli. Il Consiglio generale radunatosi lo stesso giorno approvò la delibera ed elesse fra i suoi membri i sette deputati incaricati di redigere i capitoli. Fra coloro che risultarono eletti vi figurano anche alcuni nobili cittadini tra i più zelanti reggenti dell'Ospedale degli Incurabili, e cioè il rev. don Giovanni Zanetti, prevosto di S. Zeno, Matteo Avogadro, Scipione Provaglio, Giovan Battista Ugoni, Giovanni Chizzola. I capitoli trasmessi a Venezia, sottoposti al Consiglio dei Pregati, furono approvati nella seduta del 7 luglio 1525 e ritrasmessi a Brescia con una Ducale di Andrea Gritti, che lodava l'iniziativa, concedeva una certa immunità dal dazio nel trasporto dei grani e aggiungeva alcune dichiarazioni miranti a stabilire un controllo governativo anche su questo istituto municipale secondo la politica tradizionale di Venezia sui suoi possedimenti di terraferma.