SACRA rappresentazione
SACRA rappresentazione
Più che di teatro religioso, come di solito viene definita, si tratta di proiezioni della liturgia e della rivisitazione sceneggiata dei testi sacri da parte del popolo, che andò concretandosi in azioni (atti, gesti, movimenti) e imitati in dialoghi prima dell'officiante coi fedeli e poi sceneggiati dai fedeli stessi. Prime espressioni nel Bresciano collegate con il movimento dei "battuti" nato a Perugia in seguito alla predicazione di Ranier Fasani, si possono avvertire nelle processioni dei "bianchi" alla fine del '300 collegate con le apparizioni di Rezzato il cui racconto è ancor vivo nella processione, vera sacra rappresentazione, che si tiene il 26 luglio e che attira ancora vere folle. Legate alle Discipline e Confraternite, diffusesi soprattutto dal sec. XIV, le Sacre Rappresentazioni ebbero il loro fulcro nella "Passio Christi" rappresentata nella Settimana Santa e più propriamente nella Domenica delle Palme e nel Venerdì Santo. Derivata dalle laudi medievali la Passio si diffuse specialmente nel '400-'500. La più conosciuta perché in dialetto è quella contenuta in un codice del 1412 più volte pubblicata e studiata (v. Passio Christi, Passione di Cristo). Ad essa se ne accompagnano altre variamente pubblicate.
Delle Antiche Sacre Rappresentazioni rimane il ricordo nei "quadri" viventi delle processioni solenni, che sopravvivono, anche se sempre meno, mentre sono state riprese sacre rappresentazioni natalizie e della Settimana Santa, delle quali è conosciutissima quella che si tiene ogni cinque anni a Cerveno. Di una tragica sacra rappresentazione vi è il racconto nelle cronache (Registro) di Pandolfo Nassino sotto la data del 14 aprile 1536, Venerdì Santo. "Dopo che una turba si era gettata su Gesù per arrestarlo, una baltresca frachasò per la gran turba". Si ebbero un morto e feriti più o meno gravi fra i quali quello che rappresentava Gesù Cristo.