SACCHETTI, Sacheti, Sacchetto

SACCHETTI, Sacheti, Sacchetto

I Sacchetti sono particolarmente presenti nel territorio di Calvisano, come rivela l'esistenza di una cascina tra Calvisano e Carpenedolo dopo il quadrivio di S. Salvatore verso Mezzane. Come opina Fausto Balestrini il cognome potrebbe essere derivato da un «soprannome». Infatti, in un registro dell'Archivio Vescovile («Mensa Vescovile», Reg. 16) che elenca gli affittuali del Vescovado negli anni attorno al 1350 è nominato un «Sachetus de Mezanis» che doveva pagare un canone per una pezza di terra «arativa et boschiva», nel territorio di Mezzane in «Contrada Mangagnetta»: forse situata verso il Chiese, dove si alternavano boschi e zone arative. In seguito i Sacchetti arricchirono, comperarono terreni; fabbricarono la cascina che prese nome da loro. Quando una famiglia si riteneva importante sentiva l'attrazione della Città: il ramo più ricco si faceva una dimora anche in essa, dove è segnalato in polizza d'estimo del 1517 e poi nel 1534 nella VII Quadra di S. Giovanni, con Bartolomeo, e nella II Quadra di S. Faustino, con Orlando e con Costante qd. Cipriano. Come ricorda ancora F. Balestrini, nel secolo XVIII i Sacchetti sono ancora fiorenti: a Calvisano esercita la professione notarile Girolamo Sacchetti, morto nel 1743, i suoi atti sono conservati nel registro n. 9653 dell'Archivio Notarile. Nel 1757 a Calvisano denuncia molti beni Marsilio Sacchetti fu Cesare. Da Calvisano scompaiono poi nella seconda metà del sec. XIX.