SABBADINI Stefano

SABBADINI Stefano

(Brescia, 23 agosto 1876 - 18 aprile 1940). Di Bortolo (Martinù) e di Caterina Faini. Frequentate le elementari alle Grazie, fu poi il primo tra le classi nell'Istituto Commerciale di Brescia. Iscrittosi alla Facoltà d'Ingegneria al Politecnico di Torino, dopo due anni, capì di non essere fatto per tracciare progetti, ma di essere portato alla matematica pura. Al terzo anno, infatti, passò alla facoltà di matematica, dove si distinse per genialità ed amore allo studio tanto da attirare l'ammirazione dei suoi docenti, e mantenendosi con le borse di studio che annualmente vinceva. Laureatosi a pieni voti, sposata una compagna di studi, Giovanna Garavano di Foggia si trasferì a Brescia, trovando casa accanto ai Montini, divenendo amico del dott. Giorgio e stimato dai figli fra i quali Giovanni Battista, il futuro Papa Paolo VI. Dal matrimonio nacquero cinque figli dei quali uno solo a lui superstite. Esordì come insegnante di matematica al Collegio Cesare Arici. Passò poi come assistente e libero docente di analisi matematica presso l'università di Torino e poi di quella di Parma. Ingegno versatile, fu tra i fondatori della "Brixia Züst" che fabbricò le prime automobili italiane e ne esportò un buon numero nell'America Meridionale. Con Giovanni Rovetta fondò poi la Società "Fabbrica Motori Bresciana" con la sigla: "Essembla" (E.M.B.) in via Vantini, I/C che nel 1911 fu in piena fioritura con motori a benzina, a petrolio e a olio pesante, applicati ad imbarcazioni, macchine agricole, specialmente a sgranatoi oltre agli originalissimi motori policilindrici per imbarcazioni. Si pensa che i tre Mas della Beffa di Buccari possedessero motori della E.M.B. La notizia delle originali macchine agricole, elogiate dalla Cattedra Ambulante cittadina, giunse fino in Etiopia ed il negus Ailé Selassié ne comprò un buon numero. Quando verso gli anni trenta, la società si sciolse, il Sabbadini vendette i suoi brevetti alla O.M. di Brescia.


Accostatosi all'on. Ducos divenne collaboratore con articoli spesso non firmati della "Sentinella Bresciana" dimostrando grande abilità amministrativa che continuò fino alla soppressione del giornale nel 1925. Fu abilissimo organizzatore di campagne elettorali in favore dell'alleanza cattolico-moderata. Entrato nel 1905 in Consiglio comunale, fu assessore alle Finanze. Abbandonato l'insegnamento, si dedicò all'attività economico-finanziaria. Nel 1904 lavorò proficuamente presso la Camera di Commercio di Milano. In seguito fu tra i più importanti liquidatori della Banca di Sconto. Il 29 marzo 1916 promuoveva assieme ai soci accomandatari Giulio Togni, Francesco Folonari e i Fratelli Ambrosi, una società in accomandita semplice avente per oggetto sociale la fabbricazione di proiettili. Nel febbraio 1923 veniva incaricato dal Consiglio della Banca Nazionale di Credito del riassetto del personale e della riorganizzazione delle numerose filiali. Nel settembre venne chiamato a far parte del Consiglio della stessa Banca.