RAGNI Battista

RAGNI Battista

(Rovato, 1898 (?) - Viterbo, 1 maggio 1946). Di Battista. Volontario nel corpo dei Bersaglieri ciclisti fin dalla loro fondazione si distinse per valore nella I guerra mondiale così da essere insignito oltre che di una medaglia di bronzo (a Doberdò il 16 settembre 1916) di due medaglie d'argento al v.m. con le seguenti motivazioni: la prima: «Visto un autocarro carico di benzina, giacente in fiamme nel centro di un abitato in zona di guerra, sprezzante del grave pericolo al quale andava incontro, vi saliva e lo conduceva per oltre duecento metri evitando ogni disgrazia. Sebbene per timore di uno scoppio, gli fosse ripetutamente ordinato di scendere, rimaneva finché avvolto dalle fiamme fu dovuto trarre dal volante per essere condotto al posto di medicazione con numerose scottature». Sossano, 13 agosto 1918. La seconda: «Durante l'assalto di Fontigno, trovatosi per l'oscurità distaccato dal proprio reparto, si univa e partecipava animoso coi bersaglieri all'azione. Con pochi uomini lanciavasi contro una mitragliatrice in azione, uccidendone i serventi a colpi di petardo e catturando l'arma». Piave - Fontigno, 26-27-28 ottobre 1918.


Iscrittosi al P.N.F. dal 1919, partecipò alle squadre d'azione, fu sciarpa Littorio, alfiere, ecc. Un federale di Brescia lo definì «il molosso della federazione fascista». Arrestato il 25 luglio 1943 e poi scarcerato, arruolato a forza nell'esercito, catturato l'8 settembre 1943 dai tedeschi venne deportato in Germania. Tornato in Italia dopo aver aderito al P.F.R. si arruolò nelle S.S. e con un reparto delle stesse operò a Pinerolo e fu promosso maresciallo. Arrestato dopo il 25 aprile 1945, venne processato in Corte d'Assise di Brescia il 14 agosto 1945. Nonostante le scarse denunce circostanziate venne condannato a 30 anni di prigione. Morì in carcere a Viterbo in conseguenza delle sevizie subite durante e dopo la cattura.