RADIESTESIA

RADIESTESIA

Definita da G.P. Bona come «una para-scienza moderna (il nome deriva dal lat. radius = raggio e dal greco = percezione), che attraverso metodi e risultati nuovi di osservazione tende a sostituire l'antica arte individuale della rabdomanzia, modificandola sotto una più seria veste scientifica». La storia della radiestesia si perde nei tempi più antichi, confondendosi con i riti magici orientali e con le pratiche divinatorie dell'antichità pagana. Uno studio ordinato e con serietà d'intenti sulla rabdomanzia probabilmente non può spingersi anteriormente al sec. XVI, con l'opera dell'abate L. di Vallemont del 1913. Nel 1913 il pendolo riapparve ufficialmente sulla scena della radiestesia per opera del Mermet al Congresso radiestesico di Parigi. La radiestesia ebbe particolare sviluppo in Italia e nel Bresciano dove venne propagandata intorno al 1940 dall'ing. Pietro Zampa, che pubblicò in tale anno: "Elementi di radiestesia" e un romanzo poliziesco radiestetico dal titolo "Il tesoro dei Roccabruna". A Brescia proliferò la più consistente pubblicistica con i volumi di V. Peretti ("La radiestesia e le sue rivelazioni attraverso i colori e i fiori", 1942); M. Grazzi ("Radiestesia", 1946); R. Stiattesi ("Ricerche nel sottosuolo. Manuale di radiestesia e geofisica", 1947); D. Castelli ("L'uomo, la bacchetta, il pendolo radiestesico", 1948); P. Zampa ("Le meraviglie d'una scienza nuova", 1949). A Brescia venne pubblicata anche la "Rivista italiana di Radiestesia" (v.).