NIELLI

NIELLI

Termine (dal lat. «nigellus») che indica una particolare tecnica, affine all'incisione, usata soprattutto in lavori di oreficeria. Tale tecnica prevede l'uso di una miscela di rame rosso, argento fine, piombo, zolfo, cromo e borace, di colore nero che riempiendo le incisioni effettuate a bulino di una lastra d'oro o d'argento, mette in maggiore rilievo e rende più visibile il disegno. Nei musei bresciani ne esistono di «buona qualità», come quelli della croce di S. Faustino con i medaglioni di S. Benedetto, S. Giulia e S. Vittore, la «pace di Rodengo» proveniente dal monastero, di linea classicheggiante, con ricche cornici, con candelabri e girali in argento, tra le quali sono rappresentate la Deposizione dalla Croce che ricorda i dipinti del Civerchio e lunetta dell'Annunciazione. Il tutto di alta espressione. Secondo G. Panazza: «in altri casi, come nella croce di Cividate Camuno, l'autore dei nielli è inferiore al modellatore degli sbalzi. Qui, come in molti altri esempi, i fondi sono lavorati con un tratteggio semplicemente graffito e non riempito della solita pasta scura. E' una caratteristica non esclusiva, ma statisticamente frequentissima nei nielli bresciani». Sempre secondo il Panazza, singolare esempio di impiego dei nielli è una croce d'altare o da tavolo del Museo Cristiano, con piede a sei punte, nodo con borchie circolari, mentre la croce vera e propria è riempita, entro profili metallici, da pietre dure, ed è munita, alle estremità dei bracci, di dischi niellati. Questi, in verità di assai scarso interesse, raffigurano schematicamente i principali momenti della Passione.