ISTITUTO Zooprofilattico Sperimentale

ISTITUTO Zooprofilattico Sperimentale

È il nome assunto dalla "Stazione Sperimentale per le malattie infettive del bestiame" (v.), per decisione presa dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 2 marzo 1937 per uniformarsi ad altri Istituti similari con conseguenti compiti tecnici ed organizzativi più ampi. Fino al 1951 tuttavia l'Istituto continuò come ente di fatto. Nel 1946 incominciarono, su richiesta degli agricoltori cremonesi e mantovani, a stabilire «Recapiti» a Cremona e a Mantova preso i quali si svolse la consulenza agli allevatori nei giorni di mercato da parte del direttore dell'Istituto (i recapiti erano sempre molto frequentati) mentre per l'attività diagnostica il recapito servì alla ricezione dei campioni da inoltrare al laboratorio di Brescia. I recapiti furono in embrione quelle sezioni provinciali che successivamente dovevano costituire il tessuto connettivo della organizzazione zooprofilattica italiana. L'Istituto ebbe subito vasti appoggi del Credito Agrario Bresciano, dalla Banca S. Paolo e da altri istituti di credito. Nel 1951 l'Istituto prese una sua fisionomia specifica e nuova, con la fusione con la "Stazione Sperimentale delle malattie infettive del bestiame di Milano" sorta nel 1907 e diretta a lungo dal prof. Pietro Stazzi. Con l'accordo definitivo di tale fusione 1) la Stazione di Milano (Ente Morale) e l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Brescia (Ente di fatto) venivano dichiarati estinti; 2) in luogo dei due predetti enti sorgeva l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Provincie Lombarde con sede centrale a Brescia e sede scientifica a Milano; 3) il nuovo Istituto si impegnava a provvedere all'immediata costruzione della sede di Milano; 4) il patrimonio dei due Enti da dichiararsi estinti costituiva il patrimonio iniziale del nuovo Istituto; 5) la struttura giuridica doveva far riferimento alle disposizioni dell'art. 12 del C.C. Altre clausole prevedevano la nomina del prof. Pietro Stazzi a consulente scientifico, del prof. Bruno Ubertini a direttore generale e del dott. Angelo Pecorelli a direttore amministrativo. Inoltre, nel Consiglio di amministrazione sarebbero stati rappresentati gli Enti fondatori dell'Istituto di Brescia e della «Stazione» di Milano; l'Alto Commissariato per l'igiene e la sanità pubblica (ora Ministero della Sanità) sarebbe stato rappresentato da tre consiglieri. L'accordo entrò praticamente in vigore nel 1947 ma la sanzione si ebbe nel 1951, con la pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica 28-4-1951, n. 649 con il quale venivano dichiarate estinte le istituzioni di Milano e di Brescia e riconosciuta la personalità giuridica al nuovo Istituto. Con lo stesso decreto veniva approvato lo statuto.


Il rinnovato Istituto provvide subito ad intensificare le iniziative di settore con la costruzione della sede di Milano nell'area dell'Università e la creazione delle sezioni provinciali di Bergamo, Cremona, Mantova e Pavia destinate all'assistenza tecnica gratuita agli allevatori. A questi nuovi compiti corrisposero nuovi oneri che l'Ente seppe affrontare con altrettanto realismo attraverso il vigoroso potenziamento delle attività produttive sia del settore biologico che di quello chimico-farmaceutico. I programmi operativi e l'adeguamento delle provvidenze a favore degli allevatori continuarono di anno in anno. In questo quadro di intenso fervore creativo si inserì l'assistenza zooprofilattica a favore degli agricoltori emiliani molti dei quali già fruivano dei servizi dell'Istituto. Venne così programmata, di intesa con le autorità centrali, l'estensione alle provincie emiliane dell'assistenza zooprofilattica da parte dell'Istituto lombardo. A questo accordo seguì la creazione del centro diagnostico di Reggio Emilia e successivamente vennero istituite moderne sezioni provinciali a Piacenza, Modena, Forlì e Lugo di Romagna; anche il centro di Reggio Emilia venne in seguito trasformato in sezione con sede autonoma. Per particolari situazioni locali non poterono essere allestite le sezioni di Bologna e di Parma, la cui attuazione si realizzerà nel prossimo anno in conformità alle indicazioni del Ministero della Sanità e alle richieste degli Enti locali. L'espansione dell'Istituto nelle provincie emiliane (fatta eccezione per la provincia di Ferrara aggregata all'Istituto di Padova) trovò riconoscimento ufficiale con il decreto del Presidente della Repubblica 16-61959, n. 747 a seguito del quale l'Istituto assunse la nuova denominazione di: Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia, con sede in Brescia. Grazie alla legge 23 giugno 1970 l'Istituto, come gli altri analoghi, divenne «Ente Sanitario di diritto pubblico sotto la vigilanza del Ministero della Sanità che ne coordina il funzionamento attraverso le regioni». I compiti istituzionali vennero notevolmente ampliati per tutto ciò che attiene alla ricerca scientifica, alla sperimentazione, al servizio diagnostico e di analisi, alla propaganda sanitaria ed alla preparazione professionale nel campo della zooprofilassi. L'art. 3 della legge precisa i seguenti compiti istituzionali: a) ricerche sperimentali sulla eziologia ed epizoologia delle malattie trasmissibili degli animali e sui mezzi per prevenire l'insorgenza e combatterne la diffusione; b) servizio diagnostico delle malattie trasmissibili degli animali; c) esami ed analisi dei campioni di carni e degli altri alimenti di origine animale prelevati d'ufficio ai sensi delle disposizioni vigenti; d) esami di analisi dei campioni di mangimi per l'alimentazione degli animali e degli integrativi per prelevati d'ufficio; e) propaganda sanitaria e consulenza agli allevatori per la difesa contro le malattie trasmissibili degli animali e per lo sviluppo ed il miglioramento igienico delle produzioni animali; f) formazione di personale specializzato nel campo della zooprofilassi; g) ogni altro compito di interesse veterinario, che venga demandato dal Ministero della sanità o dalle regioni. Vennero inoltre precisati i compiti produttivi che dovranno riguardare essenzialmente i sieri, i vaccini, i virus, le anatossine e le tossine diagnostiche occorrenti nella lotta contro le malattie trasmissibili degli animali, con particolare riguardo a quelle localmente più diffuse. Con l'articolo 4 l'Istituto può essere incaricato dal Ministero della Sanità anche della produzione, della distribuzione dei prodotti diagnostici, profilattici e curativi occorrenti per l'esercizio delle misure di polizia veterinaria e dei piani di risanamento approvati dal Ministero. Il Consiglio di amministrazione dell'Istituto di Brescia, in base alla nuova legge, venne costituito da tredici membri di cui: quattro nominati dalla Regione Lombardia; quattro nominati dalla Regione Emilia-Romagna; due nominati dall'Amministrazione provinciale di Brescia; uno nominato dal Comune di Brescia; due nominati dal Ministero della Sanità. Un nuovo statuto, venne approvato dal Consiglio di amministrazione per precisare i compiti, i mezzi ed il funzionamento degli organi collegiali e le norme per la gestione dell'Ente.


Fin dal 1939 l'Istituto aveva incominciato ad esportare vaccino antiaftoso cui si aggiunsero poi altri farmaci protettivi dal carbonchio, dalla tubercolosi, dalla peste dei polli, dalla malattia di Marek ecc. L'Istituto è situato in via Cremona n. 282 e in viale Venezia in località Bornata. In via Cremona hanno sede gli uffici centrali, la sezione diagnostica e la sezione immunizzanti. Alla Bornata nel II dopoguerra vennero sistemati i laboratori e un salumificio. Nel 1982 l'Istituto contava nel settore diagnostico 20 laboratori, 17 sezioni provinciali, occupava 350 dipendenti, tra cui 50 laureati ricercatori e 40 tecnici in veterinaria. Nel 1974 in provincia di Brescia è stato istituito il centro per il miglioramento del latte del quale l'Istituto Zooprofilattico ha la direzione tecnica e con i suoi laboratori ha tenuto sotto controllo più di ottocento stalle con risultati favorevoli ed inoltre sono stati portati a termine gli impianti per il trattamento delle acque infette. Nel 1975 venne approntato un reparto industriale e un reparto diagnostico virologico. Nel 1980 l'Istituto venne autorizzato a produrre il vaccino contro la laringotracheite. L'Istituto pubblica dal 1950 "Selezione Veterinaria". Presidenti: dott. Antonio Folonari (1937-1953), comm. Lodovico Sbardolini (1954-1957), avv. Fausto Minelli (1958-1965), avv. Bortolo Rampinelli (1966-1968), avv. Mino Martinazzoli (1968- ), Mario Lasagni, Carlo Cossandi. Direttori generali: dott. Bruno Ubertini (1939-1970) dott. Lino Nardelli (1970- ); direttori amministrativi: dott. Angelo Pecorelli (1939-1970).