INCENDI

INCENDI

Nell'antichità fino almeno ai secoli XIV-XV, essendo la città e i paesi per lo più di legno e di paglia, gli incendi non si contavano. E' rimasto il ricordo dei più terribili e di quelli che colpirono chiese e palazzi. Un incendio rovinò nel 1139 la porta Torrelunga; memorabile fu quello che colpì tutta la città di Brescia nel 1144. Ricordato l'incendio che, nel 1151, distrusse la chiesa di S. Giovanni de Foris. Distruggitore, come ricorda il Malvezzi, fu l'incendio che il 15 giugno 1184 distrusse circa un terzo della città appiccatosi nelle vicinanze d'Arco Vecchio, per l'antichissimo S. Zenone si estese a S. Agata; le fiamme spinte dal vento, si allargarono fino a S. Giorgio ed a S. Ambrogio. Fu così grande e terribile quel fuoco che si vuole abbia varcato il fossato e le mura che si stendevano dall'Arco Vecchio alla basilica di S. Agata, e s'appiccò al vicino Borgo al quale si accedeva per una porta chiamata Porta S. Agata. Brescia ricordò per moltissimi anni quella sventura della quale ne resta memoria in quella che si chiama ancora oggi dal popolo Porta Brüsada. Il Malvezzi ricorda, forse equivocando con quello del 1184, anche lo spaventoso incendio scoppiato il giorno di Natale del 1196 e che avrebbe distrutto completamente la città. Un anonimo poeta scultoreamente scrisse: «Exarsit calidis hoc tempore Brixia flammis".


Memorabile rimase l'incendio che il 18 gennaio 1575 distrusse gran parte del palazzo della Loggia compiuto da appena tre anni e particolarmente la grande sala del consiglio nella quale vennero distrutti tre grandi quadri del Tiziano e altre tele di bravi pittori. Alcuni accusarono i milanesi, altri il governo veneto, al quale premeva distruggere i documenti che vi si conservavano delle esenzioni fiscali. Il 19 gennaio il Consiglio Maggiore prometteva 2000 scudi a chi avesse dato indizi per scoprire l'autore dell'incendio. Il 2 settembre 1555 un incendio attribuito poi ad una vendetta dei Lodronesi distrusse centocinquanta case a Bagolino e fece molte vittime. Dopo 21 giorni bruciarono anche i forni fusori. Nello stesso anno un grave incendio distrusse parte della borgata di Collio in val Maggiore. Bagolino fu colpito da un nuovo incendio nel 1559; disastro ripetutosi nel 1664 con la distruzione di 12 case. Grave fu l'incendio del 24 marzo 1619 che distrusse quasi tutto il paese di Collio incenerendo circa 700 case e tre chiese, compresi forni e fucine. Non della stessa entità, ma grave lo stesso, l'incendio del 24 e 28 febbr. 1694 che distrusse a Collio gran parte della frazione Tizio. Di molti altri incendi non sono rimasti che confusi ricordi se non sul luogo stesso e in documenti. Così è ad esempio di quello degli incendi di Vezza d'Oglio del 19 maggio 1627 che distrusse i molini, 4 fucine e uccise 70 persone; di quello di Monno del 17 sett. 1732 e del 1736 che coinvolse quasi tutto il paese.


Il ripetersi di incendi in città convinse i deputati Annibale Maggi, Francesco Ganassoni, Benedetto Ducco, a far erigere nel 1774, a quanto scrive il Costa, nel suo Diario "un edifizio (o motorie) per ammorzare gli incendi". Lo costruirono il falegname Giordano Giugni e il maestro di giochi d'acqua Francesco Batilana. Con l'andare dei secoli il tremendo privilegio degli incendi si ridusse alle valli più lontane dove abbondavano le costruzioni in legno. Terribile fu l'incendio di Bagolino scoppiato verso le ore 20 dell'ottobre 1779 causato da alcune faville uscite da una fucina, coinvolse l'intero paese, risparmiando due sole case e la chiesa parrocchiale. Ben 260 le vittime. Numerosi gli incendi in Valcamonica nell"800. Il 14 febbraio 1844 venne distrutto tutto il paese di Villa d'Allegno. È rimasto un ricordo confuso di un incendio a Vezza d'Oglio che avrebbe distrutto tutto il paese e liquefatto perfino le campane. Dalla metà dell"800 un lungo elenco d'incendi riguarda la Valcamonica. Il 26 dicembre 1851 è la volta di Temù. Dieci anni dopo, il 16 agosto 1861, tocca a Stadolina di sopra, frazione di Vione; il 2 agosto 1862 a Cané; il 29 agosto 1865 a Precasaglio, il 5 ottobre 1877 a Pontagna, il 6-7 novembre 1877 a Vione; completamente distrutta il 16 ottobre 1882 per la seconda volta dopo quasi 40 anni Villa d'Alegno; nell'agosto 1830, a Malonno; il 6 febbraio 1895, a Temù, il 16 settembre 1895 a Pezzo. Più recentemente gli incendi si svilupparono contro il patrimonio boschivo; particolarmente gravi quelli che si ripeterono sul Garda negli anni 1910-18 con origine dolosa contro locali di divertimento. Nel 1982-83 sopra il lago d' Idro e adiacenze. Ricordato fra i più recenti l'incendio divampato nell'aprile 1976 a Incudine che distrusse sette case.