GOLGI

GOLGI (Bartolomeo) Camillo

(Corteno Golgi, 9 luglio 1843 - Pavia, 21 gennaio 1926).Di Alessandro, medico condotto e di Carolina Golgi, terzogenito di quattro figli. Frequentò le prime scuole a Corteno, passando poi a Edolo e al Ginnasio Decio Celeri di Lovere ed infine al liceo di Brescia. Nel 1858 seguì il padre che aveva vinto la condotta di Abbiategrasso e poi di Cava Manara, vicino a Pavia. L'anno appresso si iscrisse alla Facoltà di Medicina di Pavia, dove si laureò nel 1865 a 22 anni, allievo prediletto del celebre Giulio Bizzozzero, di cui poi sposò la nipote Luigia Aletti. Entrato come assistente nell'ospedale San Matteo in Pavia, si distinse subito nelle cure dei colerosi. Contemporaneamente dedicò i suoi studi alla ricerca scientifica, entrando nel laboratorio di patologia sperimentale diretto prima dal Mantegazza e poi dal Bizzozzero, dedicandosi a studi di istologia e di patologia sperimentale, ecc. Nel 1869 vinceva il premio Grassi; intanto si susseguivano le pubblicazioni, come quelle "Sulla struttura e sullo sviluppo degli Pseunomoni" in cui dimostrò l'origine endoteliale di quei tumori, proponendo per essi il nome di endostilioni"; "Sulle alterazioni dei vasi linfatici del cervello" (1869) è uno dei primi studi su questo argomento e tratta delle alterazioni diverse, a cui i linfatici cerebrali vanno incontro in rapporto con diversi stati patologici del cervello; in Appendice, per primo dimostra la relazione dei linfatici del cervello coi linfatici della meninge; "Contribuzione alla fine anatomia degli organi centrali del sistema nervoso" (1870-71): illustra specialmente l'argomento della distribuzione, struttura e rapporti del connettivo dei centri nervosi); "Sulle alterazioni dei muscoli in seguito a taglio dei nervi" (col Bizzozzero, 1872); "Sulle alterazioni del midollo delle ossa nel vaiuolo" (1872). Per ragioni economiche nel 1872 dovette assumere il Primariato nell'Ospedale degli incurabili di Abbiategrasso, dove continuò tuttavia ricerche e studi barricandosi la sera in una modesta stanzetta al lume di candela, con un rudimentale microscopio e pochi altri strumenti. È di questi tempi eroici la scoperta della "reazione nera" cioè l'applicazione, fatta con straordinaria e singolare perizia, di un nuovo metodo di colorazione dei tessuti dell'organismo attraverso il quale riuscì a mettere in evidenza le più minute particolarità di strutture degli organi nervosi. La scoperta gli avvalse nel 1875 la nomina a professore straordinario di Istologia all'università di Pavia e, nel 1879, dopo aver vinto i concorsi alle cattedre di anatomia umana di Siena e Torino, la nomina a Professore Ordinario di Patologia generale e di Istologia a Pavia, mentre poco dopo veniva proposto come professore di Anatomia a Torino. Preferì Pavia, dove aprì presto un laboratorio di Istologia e Patologia, che gli diede fama mondiale per le ricerche più varie e soprattutto sull'anatomia del rene e sui canalicoli urinari e quelle importanti sulla malaria. Infatti il nome di Golgi è legato alla scoperta sul ciclo di sviluppo dei parassiti della malaria e sulla corrispondenza fra le fasi della vita dei parassiti e l'andamento della temperatura febbrile, che permisero di dare la spiegazione della periodicità delle febbri malariche; periodicità che era considerata tra i più ardui enigmi della medicina. Oltre a queste scoperte, fondamentali, il Golgi compì una lunga serie di ricerche sui più svariati argomenti, tutte caratterizzate dall'originalità nel modo di formulazione dei problemi e dalla novità dei mezzi impiegati per risolverli. Alcune scoperte lo resero celebre. Infatti con la "reazione nera" riuscì ad evidenziare tutta la rete delle neurofibrille e vide entro le cellule nervose il famoso "apparato reticolare interno" che oggi la microscopia elettronica ci mostra in tutti i suoi particolari, e rappresenta uno dei costituenti normali delle infrastrutture cellulari, destinato a "raffinare" molti dei prodotti elaborati dalle cellule dei vari tessuti. L'apparato reticolare interno viene oggi in tutto il mondo individuato soltanto con un nome: "il reticolo del Golgi". Nel campo della malaria, come è stato sopra detto illustrò i diversi cicli vitali sia del plasmodium della "quartana", sia di quello della "terzana", e a lui si deve ancora l'osservazione che l'attacco febbrile è dovuto all'entrata massiva in circolo degli sporozoiti dai globuli rossi sfasciati, e l'indicazione infine a somministrare il chinino prima dell'insorgenza dell'attacco febbrile. Sui vari citati argomenti sviluppò numerose memorie e studi come quelle "Sulla struttura della sostanza grigia del cervello" (1873); "Sulla fine anatomia del cervelletto" (1874); questi due lavori illustrano l'argomento dei rapporti esistenti tra le cellule e le fibre nervose mediante un nuovo processo di preparazione microscopica; "Sulla struttura dei bulbi olfattori" (1875): fa conoscere una struttura di questi organi, diversa dalla precedentemente ammessa; "Un caso di Corea gesticotoria associata ad alienazione mentale" (1875); "Sulla degenerazione calcarea delle cellule nervose centrali (1876); "Sulla terminazione dei nervi nei tendini e di un nuovo apparato nervoso terminale, che è l'organo del senso muscolare; "Di una nuova reazione nera delle cellule nervose mentali" (1879); "Sulla trasfusione del sangue nel peritoneo e della sua influenza sulla ricchezza globulare del sangue circolante" (col Bizzozzero, 1879). Nel 1880 vinceva il premio Fossati dell'Istituto Lombardo per la scoperta dell'organo nervoso o corpuscolo muscolo-tendineo nella regione di passaggio fra tendini e muscoli e che pare strumento essenziale dei multiformi e singolari fenomeni riferentesi al senso muscolare. Nel 1883 riuscì per primo a colorare in nero le cellule nervose e le loro propaggini coi sali d'argento; era la via sicura aperta allo studio del vastissimo campo per tutti i ricercatori; egli stesso vi si inoltrò a passi giganteschi. Trovò così con preparati microscopici l'esistenza d'una duplice serie di cellule nervose di cui le prime, con funzioni motrici aventi una diramazione principale che, pur dando getti collaterali, si prolunga in un filo assiale, origine ed essenza dei singoli cordoni nervosi; mentre le seconde, con funzioni sensitive si differenziano complicatamente e sempre più, fin quasi a disperdersi nella massa della sostanza nervosa. Nel 1885 comunicava a Torino gli studi rilevanti l'evoluzione del plasmodio (parassita della malaria) nel sangue umano ed il ritmo delle febbri conseguenti ed intermittenti che concomitano con le varie fasi del microrganismo malarico, il cui sviluppo si arresta col chinino. Nel 1880 guadagnava il premio Tompson di Boston e quello Rienecker di Wrzburg, nel 1893 quello Riberi di Torino. Intanto continuava a studiare particolari tumori cerebrali, le alterazioni del midollo osseo nel vaiolo, la riproduzione degli epiteli renali e molti altri aspetti delle patologie. Nel 1900 ebbe un seggio al senato, ma non esercitò in modo continuativo un'attività politica che troppo l'avrebbe distolto dal suo lavoro prediletto di ricerca scientifica, limitandosi a far sentire la sua parola nell'alto consesso solo nelle importanti discussioni su questioni sanitarie e di interesse universitario. Nel 1902 Hoepli pubblicava i volumi dell'"Opera omnia". Nel 1906 vinceva il premio Nobel che gli venne conferito a Stoccolma l'11 dicembre. Fu aggregato a tutte le più importanti Accademie scientifiche italiane e ad un grande numero di straniere. Tra le seconde notiamo che egli fu dottore in Scienze "ad honorem" dell'Università di Cambridge, Membro onorario dell'imperiale Accademia di Pietroburgo e della Società psichiatrica e neurologica di Vienna, Membro dell'Università delle Scienze di Gottinga, delle Società Fisico-Mediche di Wiirzburg, di Erlangen, di Gand, della Società Medica. di Svezia in Stoccolma, della Societé biologyque in Parigi e dell'Imperiale Accademia germanica Leopoldino Carolina. Socio onorario della Royal microscopical Society di Londra, Socio corrispondente della Società di Medicina interna di Berlino, della Neurological Society di Londra, Membro onorario della R. Accademia di Medicina del Belgio, dell'American Neurological Association di New-York, dell'Università di Charkow, Membro corrispondente della Società del progresso delle Scienze mediche delle Indie Olandesi in Batavia, Socio corrispondente della Prima Accademia delle Scienze di Pietroburgo. Nonostante i molti onori si impegnò in molte attività anche pubbliche. Per lunghi periodi tenne la carica di Preside della Facoltà di medicina a Pavia e, come Rettore, il governo dell'Università medesima. Fu eletto assessore nella amministrazione del Comune di Pavia, per l'Igiene; più volte partecipò. al Consiglio superiore della Pubblica istruzione. Assunse anche la presidenza del Consiglio Superiore della Sanità. Durante la sua vita mantenne sempre contatti con Corteno e la Valcamonica. È considerato come il fondatore dell'Asilo di Corteno. Appoggiò in ogni modo la costruzione della ferrovia Edolo-Tirano attraverso la Valle di Corteno. Era già stato fatto il tracciato del tronco di ferrovia, si stavano già iniziando i lavori, quando un bisticcio fra due ingegneri al Ministero delle Comunicazioni faceva troncare tutto, con notevole dispiacere di chi s'era tanto interessato. Golgi s'occupò anche delle molte sorgenti d'acqua ferruginosa che nascono nel territorio cortenese con l'intenzione di far aprire uno stabilimento di cure sul luogo, ma la mancanza di certi elementi indispensabili all'acqua glielo impedì. A Corteno tornò non poche volte, anche perché scelse spesso l'Aprica per le vacanze estive. Il comune di Corteno il 21 luglio 1907 decretava la collocazione di una lapide che fu solennemente inaugurata il 9 agosto 1908 lui presente. Il 7 agosto di quell'anno, il Consiglio Comunale di Corteno, presieduto dal sindaco Battista Rodondi, deliberava di chiedere l'autorizzazione di modificare il nome del Comune per ricordare che ivi era nato il primo degli Italiani illustri cui sia stato conferito il premio Nobel. Il Presidente della Repubblica, con decreto dell' 11 dicembre 1953, autorizzava il comune di Corteno a chiamarsi "Corteno Golgi". Per ricordare i cinquant'anni di insegnamento universitario, con una somma raccolta per sottoscrizione nazionale venne posta la seguente lapide: A / CAMILLO GOLGI / DELLE SCIENZE MEDICHE PRINCIPE / AMMINISTRAZIONE E POPOLO ESULTANTI / PEL PREMIO NOBEL / A LUI CONFERITO / DECRETARONO QUESTO RICORDO /. Sulla casa natale venne posta un'altra lapide: IN QUESTA CASA IL 7 LUGLIO 1843 / NACQUE E TRASCORSE L'ADOLESCENZA / CAMILLO GOLGI / ISTOLOGO E PATOLOGO INSIGNE / PREMIO NOBEL /. Nel cortile delle statue dell'Università di Pavia gli venne dedicato il 31 maggio 1936 un monumento, opera dello scultore pavese Alfonso Marabelli con la seguente iscrizione: CAMILLO GOLGI / PATOLOGO SOMMO / DELLA SCIENZA ISTOLOGICA / ANTESIGNANO E MAESTRO / LA SECRETA STRUTTURA / DEL TESSUTO NERVOSO / CON INTENTA VIGILIA / SCOPERSE E DESCRISSE / QUI OPERÒ / QUI VISSE / GUIDA E LUCE AI VENTURI / 1843-1926 /. Brescia gli ha dedicato il Sanatorio e una Piazza. Nel 1974 gli venne intitolato il Liceo scientifico di Breno.