GAIONCELLI

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GAIONCELLI

Nobile famiglia bresciana. Discendeva dalla famiglia Alghisi e più precisamente da un Alghisio De Alghisis (1279) e più specificatamente da Aleardino de Alghisiis detto Gaioncello, da cui discese Farcino de Gaioncelli. Preferì la residenza di Lovere dove ebbe una torre e una casa fortificata ed ebbe tomba nella parrocchiale, in S. Maurizio e in S. Maria. Già nel sec. XV, precisamente nel 1434, ottenevano la cittadinanza bresciana e quella bergamasca, confermata poi nel 1534. I Gaioncelli furono in gran parte uomini d'armi. Il ramo di Lovere si sviluppò attraverso Antoniolo (1438) q. Facino, Gaioncello, (1474), Giacomo (1498). Questi fece erigere in S. Maurizio di Lovere un mausoleo con stemma. Ebbe quattro figli Cristoforo, Baldino, Lodovico (v.), Antonio Maria. Questi fu gran maestro delle porte in Ungheria e vi ebbe titolo nobiliare. Da Baldino q. Giacomo nacquero quattro figli, Giacomo, Nicola, Battista e Giuseppe. Questi dava vita al ramo di Castrezzato, mentre da Nicolò (1565) nascevano Giuseppe (1589) che iniziò il ramo dei Gaioncelli di Colombaro, Francesco, Nicola e Marcantonio, dal quale discese il ramo di Nigoline. Il ramo di Colombaro assunse poi anche il cognome Barboglio, di altra famiglia discendente sempre dagli Alghisi e continua ancora oggi. Un ramo della famiglia Gaioncelli, si trasferì in Ungheria ed un Antonio Maria, durante la guerra interna ed esterna da cui era funestata in quei tempi l'Ungheria diede prove di indubbio valore e coraggio e l'Imperatore Ferdinando I, per la sua fedeltà e per i suoi prestati servigi, lo innalzò a grado di Gran Maestro e di Direttore delle Poste nella città di Kaschaus (Casovia), indi gli fu conferito il titolo di Nobile Ungaro con tutti i suoi agnati (congiunti in linea mascolina), posteri ed eredi, aggiungendogli tutte le prerogative spettanti ai Nobili Ungari. Dato in Vienna il 13-10-1563. Massimiliano II, successore di Ferdinando I, confermò lo stesso titolo ai suoi figli Gio. Battista e Brunone. Un terzo ramo si chiamò "del Boemo", titolo che si meritò un Girolamo e forse suo padre, per una onorificenza boema ottenuta dall'imperatore per averlo servito fedelmente con le armi. Suo figlio Pietro è quegli che di ritorno dall'America, dove si era condotto come avventuriero, portò, primo fra noi, il granoturco, ch'egli seminò nell'orto di casa sua in Volpino. Un ultimo ramo è quello dei Gaioncelli dalle Scale: ed ebbero tale nome perché abitavano in Lovere vicino alle Scale cioè al Rat. Passarono intorno al 1600 a Bergamo.